8:39 am, 17 Dicembre 25 calendario

🌐  Oltre Gedi c’è di più, le mire di Kyriakou sui porti

Di: Redazione Metrotoday
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La possibile acquisizione di Gedi da parte del magnate greco Theodore (Thodōrīs) Kyriakou, già artefice di una delle più rilevanti manovre nel panorama mediatico italiano del 2025, potrebbe non restare un episodio isolato: oltre alla trattativa su Gedi, si fa strada l’ipotesi di un’interesse più vasto di Kyriakou verso Sky Italia e, secondo alcune indiscrezioni, persino verso infrastrutture strategiche come i porti. Un disegno ambizioso che tocca editoria, broadcasting e logistica, e che pone l’Italia — tra apertura internazionale e difesa di interessi strategici — nel mezzo di una complessa partita geopolitica e industriale.

La brusca accelerazione delle trattative per la vendita di Gedi Gruppo Editoriale, storica casa editrice dietro testate simbolo dell’informazione italiana come La Repubblica e La Stampa, ha già catturato l’attenzione di giornali, istituzioni e operatori economici. Ma dietro le quinte di questo dossier si intravede un quadro più ampio, che riguarda le aspirazioni globali di Theodore Kyriakou, eminente imprenditore dei media e presidente dell’Antenna Group, una realtà con sede ad Atene e presenza internazionale in televisione, radio, digitale e streaming.

Kyriakou non è un semplice soggetto finanziario alle prime armi: classe 1974, formatosi tra gli Stati Uniti e l’Europa e poi cresciuto nell’orbita di una delle famiglie mediatiche più influenti della Grecia, ha guidato Antenna verso una diversificazione geografica e tecnologica che ora guarda con crescente ambizione ai mercati occidentali.

Gedi come porta d’ingresso

📌  La trattativa su Gedi — che include l’acquisto non solo delle attività editoriali centrali come La Repubblica e le piattaforme digitali collegate, ma anche le stazioni radio del gruppo — rappresenta un primo tassello di un disegno più vasto. Le offerte tra i 120 e i 140 milioni di euro hanno polarizzato attenzione e critiche, spingendo giornalisti e sindacati alle barricate, e facendo emergere dubbi su pluralismo editoriale e futuro occupazionale nei quotidiani coinvolti. 

Al centro delle preoccupazioni degli osservatori italiani c’è la prospettiva di un’espansione orizzontale di Kyriakou oltre le iniziali acquisizioni. Secondo alcune ricostruzioni giornalistiche non confermate dai diretti interessati, il presidente di Antenna Group sogna infatti un assetto integrato che includa broadcaster televisivi come Sky Italia e La7, così da completare un portfolio che va dalla carta stampata alla televisione e ai contenuti video.

Sky Italia nel mirino (smentito)

Sky Italia, controllata dal colosso statunitense Comcast, è una delle piattaforme televisive e di streaming più influenti sul mercato italiano. Oltre alla storica offerta di contenuti sportivi, film e serie tv, Sky rappresenta un marchio di riferimento per l’intrattenimento e l’informazione. Ed è qui che le voci di mercato hanno cominciato a parlare di un possibile interesse di Kyriakou per un ingresso nel capitale o, più ambiziosamente, in un’operazione di acquisizione.

Tuttavia, nelle ore successive alla diffusione delle indiscrezioni, fonti vicine all’operazione e ad Antenna Group hanno smentito formalmente che Sky o La7 siano attualmente nel perimetro di interesse strategico, definendo tali voci come infondate. Secondo queste ricostruzioni, il gruppo greco sarebbe concentrato sulle trattative già avviate con Gedi, senza allargare per ora il raggio d’azione ad altri broadcaster nazionali.

🔎 Questa risposta ufficiale, pur frenando le speculazioni, non ha spento del tutto i riflettori su un possibile futuro di cooperazioni mirate in ambito televisivo, soprattutto in un momento in cui le piattaforme internazionali cercano visibilità e contenuti differenziati in un mercato sempre più competitivo.

Oltre all’editoria e alla televisione, alcune ricostruzioni di stampa — seppur non confermate dai portavoce ufficiali — hanno suggerito come Kyriakou stia esplorando opportunità anche nel settore delle infrastrutture portuali italiane, considerate strategiche per il commercio e la logistica nel Mediterraneo. Secondo queste analisi, il collegamento tra media, trasporti e logistica non è collocato in un piano immediato d’acquisizione, ma piuttosto in una visione futura di “sistema integrato”, dove contenuti e disseminazione delle informazioni possano incontrarsi con movimenti fisici di merci e persone in un’Europa che guarda al commercio globale.

Il tema dei porti è particolarmente sensibile in Italia, dove infrastrutture come quelle di Gioia Tauro assolvono a ruoli chiave nel commercio internazionale e nelle supply chain globali. L’attenzione delle autorità nazionali, europee e degli operatori privati verso questi asset è costante e rivela come la logistica internazionale sia percepita come un terreno di competizione economica e, in qualche modo, geopolitica.

Il contesto europeo dei media

Lo scenario in cui si colloca la possibile espansione di Antenna Group è quello di un mercato mediatico europeo segnato da grandi trasformazioni: da un lato, la digitalizzazione e la competizione con le piattaforme globali di streaming; dall’altro, la contrazione dei ricavi derivanti dalla carta stampata tradizionale. In questo contesto, acquisizioni transnazionali assumono un peso strategico per dare slancio economico e scala di investimento alle imprese editoriali e broadcaster storici.

La vendita di La Repubblica, ad esempio, non può essere letta come un semplice passaggio di proprietà: è anche un segnale di come i gruppi editoriali storici siano alla ricerca di partner esteri capaci di sostenere trasformazioni digitali, nuovi modelli di revenue (come abbonamenti e contenuti premium) e una presenza cross‑media che integri carta, web, audio e video.

Politica e pluralismo editoriale

Non sono mancate reazioni politiche all’ipotesi di un controllo straniero su media strategici nazionali. Alcuni partiti di opposizione hanno invocato interventi istituzionali per tutelare il pluralismo informativo e la “difesa di interesse nazionale”, anche attraverso strumenti come il golden power, già utilizzato in passato per settori considerati sensibili. La questione, quindi, si intreccia con questioni di sovranità culturale, controllo dell’informazione e ruolo dello Stato nella regolazione del settore.

Parallelamente, le proteste delle redazioni coinvolte nel processo di vendita — scioperi e assemblee permanenti — testimoniano il timore di un cambiamento drastico nell’identità editoriale delle testate, soprattutto in un momento di incertezza economica per i media tradizionali.

La parte greca della partita

Atene osserva con attenzione. La stampa greca ha definito la possibile acquisizione di Gedi da parte di Antenna Group come un “colpo importante” per la presenza internazionale del gruppo, sottolineando come l’Italia rappresenti un mercato chiave per l’espansione oltre i Balcani, l’Europa orientale e gli Stati Uniti, dove Antenna ha già una presenza significativa.

Questo intreccio di interessi economici e culturali fra Grecia e Italia si colloca in un più ampio fenomeno di internazionalizzazione dei capitali media: gruppi con radici nazionali cercano infatti sempre più spesso opportunità in mercati esteri per compensare contrazioni di redditività nei mercati domestici, diversificando ricavi e pubblico.

Più media, meno confini

Per ora, la partita resta centrata su Gedi e sulle trattative in corso. Ma il dibattito pubblico e le speculazioni di mercato mostrano che le ambizioni di Kyriakou potrebbero andare oltre i confini di un solo asset, abbracciando un progetto di espansione che coinvolga media, broadcasting e potenzialmente infrastrutture strategiche.

17 Dicembre 2025 ( modificato il 16 Dicembre 2025 | 18:52 )
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