🌐 Trump fa causa alla Bbc e chiede 10 miliardi di $
Trump ha depositato una causa da 10 miliardi di dollari contro la BBC, sostenendo che l’emittente britannica abbia diffamato il presidente attraverso il montaggio del suo discorso del 6 gennaio 2021 in un documentario pre-elettorale, portando alla più grave crisi reputazionale della storica emittente pubblica e nuove tensioni diplomatiche tra Stati Uniti e Regno Unito.
New York / Miami – È la più recente, e forse la più clamorosa, delle battaglie legali che contraddistinguono l’era mediatica e politica del 45° presidente degli Stati Uniti. In una causa depositata il 15 dicembre in un tribunale federale di Miami, Donald Trump ha citato in giudizio la BBC per 10 miliardi di dollari, accusando l’emittente britannica di diffamazione e pratiche ingannevoli. Secondo la denuncia, la celebre emittente pubblica avrebbe manipolato un suo discorso del 6 gennaio 2021 in un documentario, creando una narrazione falsata e dannosa per la sua reputazione e – secondo Trump – per l’esito delle elezioni presidenziali del 2024.
Le accuse: montatura e diffamazione
📌 Al centro della controversia c’è un documentario trasmesso dal programma “Panorama”, intitolato Trump: A Second Chance?. Il filmato, andato in onda nel periodo pre-elettorale, includeva spezzoni del famoso discorso del 6 gennaio 2021, il giorno dell’assalto al Campidoglio. Secondo la denuncia presentata dagli avvocati di Trump, il montaggio avrebbe unito parti del discorso originariamente separate nel tempo in un’unica sequenza, facendo sembrare che Trump stesse incitando direttamente alla violenza. Questo, secondo la causa, costituirebbe non soltanto una rappresentazione errata, ma una “diffamazione intenzionale” e una violazione delle leggi della Florida contro pratiche commerciali ingannevoli.
Trump sostiene che il documentario fu concepito e diffuso “con malizia” per danneggiare la sua reputazione politica e influenzare l’opinione pubblica americana. L’emittente, pur avendo in passato chiesto scusa per “errori di giudizio” legati al montaggio, ha respinto con forza qualsiasi accusa di diffamazione, sottolineando che il documentario non è stato trasmesso negli Stati Uniti e che non esistono prove che abbia avuto un impatto diretto sugli elettori.
La reazione della BBC e le conseguenze interne
🔎 La causa Trump-BBC ha avuto ripercussioni immediate all’interno della storica emittente pubblica britannica. Nei mesi precedenti alle azioni legali, sia il direttore generale Tim Davie sia la responsabile delle notizie Deborah Turness avevano rassegnato le dimissioni, in seguito alla bufera mediatica scoppiata dopo l’accusa di manipolazione del discorso di Trump. La BBC ha difeso la propria integrità giornalistica, affermando che il documentario si basava su fonti affidabili e che eventuali errori non rappresentavano un atto deliberato di diffamazione.
Secondo analisti legali, la capacità di Trump di portare avanti una causa del genere negli Stati Uniti dipenderà da questioni giurisdizionali complesse, soprattutto considerando il fatto che l’emittente è basata nel Regno Unito e che il documentario non è stato programmato esplicitamente per il pubblico americano. Tuttavia, la BBC possiede servizi come BritBox, disponibili anche negli USA, e Trump ha citato l’accessibilità della trasmissione come un motivo per scegliere un tribunale statunitense.
La strategia legale di Trump: una storia di cause miliardarie
Questa azione legale si inserisce in un quadro più ampio di conflitti tra Trump e grandi media internazionali. Nel corso degli ultimi anni il presidente ha più volte puntato il dito contro organi di stampa che, a suo avviso, avrebbero diffuso notizie false o manipolate a suo danno. Negli Stati Uniti, Trump ha avviato cause e minacce di azioni legali contro testate come The New York Times, CBS e ABC, ottenendo in alcuni casi accordi multimilionari o ritiri di contenuti contestati.
La decisione di chiedere una cifra così alta – 10 miliardi di dollari in totale, suddivisi tra 5 miliardi per diffamazione e altri 5 miliardi per violazioni delle normative statali – riflette la volontà dell’amministrazione Trump di reagire con forza a ciò che considera una minaccia alla sua immagine pubblica. Tuttavia, esperti di diritto di diffamazione evidenziano che negli Stati Uniti la prova della “malizia” – ovvero la dimostrazione che la BBC avrebbe agito con consapevolezza della falsità delle proprie affermazioni – sarà difficilissima da ottenere in un’aula di tribunale.
Impatto geopolitico e diplomatico
Oltre agli aspetti puramente giudiziari, la causa ha scatenato un dibattito internazionale sulle relazioni tra Stati Uniti e Regno Unito. La BBC è un’istituzione finanziata dal canone televisivo britannico e il suo statuto richiede l’imparzialità politica. L’accusa di interferenza nelle elezioni americane formulata da Trump rischia non solo di incrinare ulteriormente rapporti già tesi tra alcune frange politiche americane e i media esteri, ma anche di portare al centro del dibattito pubblico questioni su libertà di stampa, responsabilità editoriale e teoria del “media bias”.
I critici della causa giudicano l’azione legale di Trump “una mossa politica” più che una disputa strettamente legale: un modo per consolidare il consenso interno attaccando un simbolo dell’informazione internazionale, e per presentarsi come difensore di una “verità” spesso messa in discussione nei media mainstream. Per altri, invece, la causa potrebbe aprire un precedente per le organizzazioni mediatiche straniere che operano in mercati digitali globali, dove contenuti prodotti in un Paese possono essere fruiti in un altro, complicando la responsabilità legale transfrontaliera.
Il futuro della causa
La battaglia legale si preannuncia lunga e complessa. La BBC ha già respinto le accuse e si difenderà vigorosamente in tribunale, sostenendo che il contenzioso non solo è infondato, ma anche giuridicamente inammissibile per motivi processuali. Trump e i suoi legali, dal canto loro, puntano a dimostrare che il montaggio ha danneggiato la sua reputazione e ha influenzato il clima politico degli Stati Uniti.
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