8:10 am, 15 Dicembre 25 calendario

🌐 Tra paure, miti e serie TV al Museo etrusco di Rocca Albornoz

Di: Redazione Metrotoday
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“Mostri. Il mito della paura” 

A Viterbo, il Museo nazionale etrusco di Rocca Albornoz ha ospitato la presentazione del libro “Mostri. Il mito della paura” di Vladimiro D’Acunto, un evento culturale che esplora il ruolo dei mostri nell’immaginario collettivo dalle radici antiche fino alla cultura pop contemporanea, tra miti, letteratura, cinema e serie TV. L’iniziativa invita a riflettere su come queste figure simboliche incarnino le nostre ansie, i tabù sociali e i confini dell’umano.

Rocca Albornoz si è trasformata in un crocevia di storie millenarie e modernità, accogliendo un pubblico variegato per la presentazione di Mostri. Il mito della paura, il nuovo libro di Vladimiro D’Acunto. L’appuntamento — parte del programma di iniziative culturali promosso dalla Direzione regionale Musei nazionali Lazio in collaborazione con l’ATS Albornoz e l’organizzazione Archeoares snc — ha offerto un’occasione unica per riflettere su un tema che attraversa epoche, civiltà e medium narrativi.

L’auditorium del Museo nazionale etrusco ha fatto da teatro a un dialogo a più voci: archeologia, mitologia, analisi culturale e riferimenti alla produzione seriale contemporanea si sono intrecciati nel racconto dell’autore, archeologo classicista e guida turistica, noto per la sua capacità di coniugare rigore scientifico e narrazione accessibile.

Mostri: da figura temibile a specchio dell’umano

📌  Perché i mostri ci affascinano così tanto? È questa la domanda centrale da cui parte il volume e su cui si è sviluppato il dibattito durante la presentazione. Dalle leggende greche alle favole di Edgar Allan Poe, fino a vampiri, zombie e creature metamorfiche delle serie TV più seguite, il concetto di mostruosità non è mai stato statico. È un linguaggio simbolico che si evolve ma conserva la sua funzione profonda: mettere a confronto l’essere umano con ciò che sfugge alla sua comprensione.

I mostri della tradizione classica — come il Minotauro, la Medusa o gli ibridi antropomorfi presenti in reperti archeologici e testimonianze artistiche — non sono soltanto entità spaventose: incarnano paure ancestrali, territori proibiti e inquietudini dell’inconscio. Nel mondo antico, i miti erano un modo per raccontare l’ignoto e organizzare i limiti del sapere umano; le creature fantastiche simboleggiavano forze naturali incontrollabili o aspetti morali oscuri, delineando la linea tra il sé e l’altro.

Questa riflessione non si limita alle origini storiche: il libro di D’Acunto segue il filo rosso fino alla cultura pop contemporanea, dove i mostri popolano film, libri e serie TV offrendo chiavi di lettura delle paure collettive odierne. Zombie e vampiri, ad esempio, possono riflettere ansie legate alla perdita di identità o alla paura della malattia, mentre creature mutate o alieni rappresentano inquietudini su confini tra scienza e corpo.

L’ombra e l’inconscio

Un tema ricorrente della serata è stato il concetto di “ombra”: quella parte nascosta dell’Io che, secondo molte tradizioni psicologiche e filosofiche, si manifesta simbolicamente nei mostri. Non sono semplicemente “cattivi” da temere, ma proiezioni delle nostre paure più profonde e delle parti di noi che tendiamo a relegare nell’oscurità. Interrogare queste figure significa, in ultima analisi, interrogare noi stessi.

Questa prospettiva trova riscontro anche nella psicologia contemporanea, che vede nei mostri non solo oggetti di paura, ma strumenti per esplorare ciò che non è facilmente nominabile: le ansie, le ossessioni e i desideri che definiscono l’esperienza umana. La paura viene dunque rivelata come una forma di conoscenza, un modo per comprendere limiti e potenzialità della psiche. 

Mostri tra arte e letteratura

Il libro di D’Acunto si inscrive in una tradizione di riflessione che attraversa l’arte e la letteratura. Dalle storie classiche, dove creature come Tuchulcha dell’arte etrusca incarnano il demoniaco e l’inesplicabile, alle interpretazioni di scrittori moderni, i mostri sono sempre stati un ponte tra umano e inumano.

La cultura visiva ha continuato a reinventare queste forme, come testimoniano le grandi collezioni museali che esplorano questo tema in mostre dedicate, tra reperti antichi e reinterpretazioni contemporanee, con cicli espositivi che illustrano l’evoluzione degli esseri fantastici nella storia dell’arte.

Dal mito alla TV

Una delle parti più coinvolgenti dell’incontro è stata la lettura delle connessioni tra mostri antichi e creature delle serie TV moderne. Oggi, racconti come quelli di zombie o vampiri non sono semplici intrattenimenti: sono narrazioni che speculano su paure globali e interrogativi esistenziali. Le serie di successo utilizzano archetipi millenari per raccontare storie di comunità, identità e trasformazione, e lo fanno in modo che parlino alle paure e ai desideri del pubblico contemporaneo.

Mostri come specchio sociale

Oltre al loro valore mitologico e psicologico, i mostri riflettono paure collettive che attraversano le società. In passato, creature leggendarie rappresentavano timori per catastrofi naturali, invasioni o epidemie; oggi, concetti come la perdita di controllo, le minacce tecnologiche o i timori per l’altro si incarnano in nuove figure narrative che popolano schermi e romanzi. In questo senso, i mostri raccontano tanto della società che li genera quanto delle menti individuali che li immaginano. 

La dimensione simbolica

Durante la presentazione, D’Acunto ha insistito sul fatto che il mostro è prima di tutto un simbolo, una figura che risponde a esigenze narrative, sociali e psicologiche. Che si tratti di un drago che incarna il caos o di un vampiro che rappresenta la paura del diverso, il mostro suscita empatia e repulsione allo stesso tempo: è ciò che non riconosciamo e ciò che tuttavia continuiamo a creare per dare voce alle nostre inquietudini.

La presentazione di Mostri. Il mito della paura ha lasciato aperti molti interrogativi ma ha anche acceso conversazioni profonde con i partecipanti. Non si tratta semplicemente di una conferenza su creature fantastiche: è un invito a riflettere sulla condizione umana e sui modi in cui raccontiamo ciò che temiamo e ciò che desideriamo.

Il Museo nazionale etrusco di Rocca Albornoz ha confermato che l’evento è solo uno dei tanti nel calendario culturale volto a valorizzare la ricchezza storica e artistica del territorio, attingendo all’antico per illuminare il presente — e il futuro — della nostra immaginazione.

15 Dicembre 2025
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