11:03 am, 10 Dicembre 25 calendario

🌐Amnesty denuncia l’uso illegale del riconoscimento facciale

Di: Redazione Metrotoday
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Una recente inchiesta di Amnesty International e del Surveillance Technology Oversight Project (Stop) ha rivelato dati allarmanti sull’impiego illegale della sorveglianza di massa da parte del New York Police Department (NYPD). Dopo cinque anni di contenzioso giudiziario, è emerso che l’NYPD ha utilizzato tecnologia per il riconoscimento facciale in maniera discriminatoria, prendendo di mira manifestanti, persone di colore e singoli cittadini sospettati sulla base di lingua, abbigliamento o simboli culturali.

“New York aveva promesso di essere una città-rifugio, ma oggi è diventata uno stato di sorveglianza”, ha dichiarato Michelle Dahl, direttrice di Stop. “Queste tecnologie, costose e basate sul pregiudizio, stanno dilapidando miliardi di dollari e violano diritti fondamentali come la libertà di espressione, il diritto di protesta e la privacy personale.”

Riconoscimento facciale e violazioni dei diritti umani

📌  L’analisi di oltre 2.700 documenti ottenuti dall’NYPD ha mostrato che la polizia newyorkese ha spesso ignorato l’accuratezza discutibile della tecnologia di riconoscimento facciale. Già nel 2015 l’NYPD aveva smesso di analizzare l’affidabilità del sistema dopo aver rilevato un tasso di errore troppo elevato. Nonostante ciò, tra il 2019 e il 2020, il dipartimento ha speso oltre cinque miliardi di dollari in tecnologia per il riconoscimento facciale e ha continuato a incrementare la spesa annuale.

Il riconoscimento facciale è stato utilizzato anche in contesti culturali e politici sensibili: il 31 dicembre 2019, durante i festeggiamenti di Capodanno a Times Square, la polizia ha profilato persone di origine medio-orientale e chi non ballava come gli altri, osservando il loro comportamento con motivazioni arbitrarie.

In altri casi, il sistema ha preso di mira manifestanti pacifici e attivisti del movimento Black Lives Matter, come nel giugno 2020, quando un manifestante è stato identificato per un post su Twitter senza alcuna minaccia concreta.

Sorveglianza discriminatoria e profilo razziale

Secondo Matt Mahmoudi, ricercatore di Amnesty International su intelligenza artificiale e diritti umani, “i dati mostrano chiaramente un uso discriminatorio della tecnologia da parte dell’NYPD, che colpisce principalmente comunità nere e marroni, violando diritti costituzionali come la libertà di espressione e di protesta pacifica.”

L’analisi indica inoltre un uso mirato contro persone che criticavano pubblicamente la polizia, come graffitari con scritte anti-polizia, e singoli utenti di social media i cui messaggi erano considerati “sospetti” senza alcuna minaccia reale.

🔎 Il caso nasce da una richiesta di accesso ai documenti ai sensi del Freedom of Information Act (FOIA) presentata da Amnesty International nel settembre 2020 per ottenere dati sulla sorveglianza delle proteste Black Lives Matter. Dopo il rifiuto iniziale dell’NYPD, Amnesty e Stop, con lo studio legale Quinn Emanuel Urquhart & Sullivan, hanno avviato un contenzioso.

Nel 2022, la Corte Suprema della contea di New York ha ordinato la consegna dei documenti, rivelando l’uso sistematico e discriminatorio della sorveglianza tecnologica.

Le organizzazioni Amnesty International, Stop e Ban the Scan stanno chiedendo al consiglio municipale di New York di vietare l’uso del riconoscimento facciale, promuovendo due provvedimenti già supportati dalla maggioranza dei consiglieri. Il bando mirerebbe a proteggere la popolazione dall’uso di tecnologie invasive e discriminatorie e a ristabilire un controllo civile sul dipartimento di polizia.

“È essenziale interrompere immediatamente l’impiego di tecnologie che profilano persone in base a caratteristiche protette come razza, lingua o cultura”, afferma Michelle Dahl. “L’NYPD deve rendere conto dei suoi atti e garantire che i diritti alla privacy, alla libertà di espressione e di manifestazione pacifica siano rispettati.”

La vicenda è stata segnalata anche da testate come The New York Times, Reuters e The Guardian, che evidenziano il rischio di erosione dei diritti civili negli Stati Uniti attraverso l’uso indiscriminato di tecnologie di sorveglianza. Le organizzazioni per i diritti umani sottolineano l’importanza di norme rigide e di monitoraggio indipendente per evitare abusi futuri.

10 Dicembre 2025
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