9:48 am, 8 Dicembre 25 calendario

🌐 Al massimo due docce a settimana dopo i 65 anni

Di: Redazione Metrotoday
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Con l’avanzare dell’età, la pelle cambia: perde elasticità, diventa più sottile, secca e fragile. Per questo, diversi dermatologi e studi suggeriscono che gli over 65 dovrebbero ridurre la frequenza delle docce — idealmente a due a settimana — per preservare l’equilibrio della barriera cutanea e minimizzare irritazioni, secchezza e indebolimento della pelle.

La pelle che invecchia: meno oleosa, più fragile

📌  Con l’età, la pelle subisce trasformazioni fisiologiche profonde. Produzione di sebo e idratazione naturali diminuiscono, lo strato superficiale (l’epidermide) si assottiglia e perde elasticità. Le cellule si rigenerano più lentamente, e la capacità di trattenere l’acqua diminuisce: la pelle diventa, in parole semplici, “più fragile”.

Di conseguenza, anche la barriera protettiva naturale — composta da lipidi e film idrolipidico che proteggono da irritanti esterni e mantengono l’idratazione — si indebolisce. Ogni lavaggio, soprattutto se frequente e con saponi aggressivi o acqua molto calda, rischia di compromettere questa delicata protezione.

È in questo contesto che emerge l’idea: per chi ha superato i 65 anni, la vecchia abitudine della doccia quotidiana potrebbe non essere più la scelta migliore.

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La nuova raccomandazione: due docce a settimana

Secondo esperti di dermatologia e gerontologia, per gli over 65 la frequenza ideale della doccia — per la pelle nel suo complesso — dovrebbe essere ridotta a circa due a settimana.

Chi lo consiglia, come la dermatologa citata da Futura‑Sciences, spiega che non è una questione di igiene trascurata: è una questione di adattare la cura del corpo a un organismo che cambia. L’idea è di continuare a “rinfrescarsi” se necessario (con acqua, senza sapone) anche ogni giorno, ma riservare il lavaggio completo — con sapone e doccia — solo ogni pochi giorni, per evitare di impoverire la pelle di oli naturali e idratazione.

Non è solo una questione estetica: ridurre le docce significa diminuire irritazioni, prurito, secchezza e rischi di dermatiti, specialmente in pelli mature o sensibili.

Igiene quotidiana messa in discussione

🔎  Per decenni, nella cultura della cura personale moderna, la doccia quotidiana è stata considerata una routine quasi imprescindibile — un segno di pulizia, civiltà, decenza sociale. Tuttavia, gli studi dermatologici e geriatrici stanno ribaltando questa convinzione, almeno per una fetta di popolazione: gli anziani.

Alcune ricerche condotte su gruppi di over 65 mostrano che chi riduce il numero di docce settimanali ottiene miglioramenti nell’idratazione cutanea, meno secchezza e meno irritazioni.

Secondo questi esperti, la cosiddetta “routine quotidiana di pulizia” non è necessaria nella sua interezza: il corpo “lavora da solo” più di quanto si pensi — la pelle produce oli, microbioma e sequenze di rigenerazione che, se non vengono continuamente aggrediti da detergenti e acqua calda, svolgono la loro funzione protettiva.

Questo non significa trascurare l’igiene: zone particolari come ascelle, piedi, aree intime — dove il sudore, i batteri o cattivi odori possono accumularsi — richiedono attenzione quotidiana. Ma un lavaggio completo del corpo ogni giorno non è sempre necessario.

 

Quando serve comunque fare più docce

Va detto subito: la regola delle “due docce a settimana” non è universale, e non vale come dogma per ogni persona over 65. Ci sono situazioni in cui è giustificato — e utile — fare docce più frequenti:

  • Sudorazione elevata, ad esempio dopo attività fisica, giardinaggio, escursioni, o nei mesi estivi.

  • Condizioni di salute particolari, come incontinenza, uso di pannoloni o problemi di pelle, che richiedono pulizia più attenta.

  • Attività sociali o contatti ravvicinati: se si vive con altre persone, svolge lavori che comportano polvere o sporcizia, o si frequenta ambienti pubblici.

  • Effetti collaterali di alcuni farmaci: molte terapie possono seccare la pelle o alterare la sudorazione, rendendo necessaria una cura igienica più frequente. 

In questi casi, il consiglio principale è modificare lo stile della doccia: acqua tiepida, detergenti delicati, breve durata (3–5 minuti), evitare strofinamenti aggressivi e applicare subito dopo una crema idratante. 

Pelle secca, perdita di microbioma, maggiore fragilità

La pelle umana non è una superficie inanimata: è un organo vivo, con funzioni di barriera, regolazione termica, difesa immunitaria, microbioma — un ecosistema di batteri “buoni” che aiutano a proteggerci. Un’eccessiva igiene, specialmente con acqua calda e saponi aggressivi, può alterare questo equilibrio.

🔎 Nei soggetti anziani, dove la pelle è già più sottile e meno protetta, una doccia quotidiana può portare a secchezza cronica, prurito, microlesioni, desquamazione, arrossamenti, eczema, ferite difficili da guarire. E queste condizioni aumentano il rischio di infezioni locali o diffusione batterica.

Inoltre, con l’età la rigenerazione della pelle rallenta. Se continuiamo a “stripparla” di oli e idratazione ogni giorno, non diamo tempo alla pelle di riprendersi — un po’ come se si continuasse a “graffiare” una ferita appena cicatrizzata. 

Un dato interessante: uno studio su anziani ha mostrato che il decremento di idratazione cutanea dopo docce frequenti era significativo, mentre ridurre la frequenza migliorava visibilmente la condizione della pelle.

Consigli pratici per una igiene sana nella terza età

Adattare la propria igiene personale dopo i 65 anni non significa diventare trasandati, ma piuttosto essere consapevoli delle esigenze della pelle e del corpo. Ecco alcune buone prassi suggerite da dermatologi ed esperti:

  • Limitare a 2–3 docce complete a settimana, o comunque non più di due.

  • Preferire acqua tiepida, non calda. L’acqua troppo calda accelera la perdita di oli naturali.

  • Ridurre la durata della doccia a 3–5 minuti, evitando bagni prolungati. 

  • Usare detergenti delicati, possibilmente specifici per pelli sensibili o mature, evitando saponi aggressivi, troppo alcalini o molto profumati. 

  • Lavare quotidianamente solo le zone “critiche”: ascelle, piedi, inguine, aree intime. Un risciacquo o una pulizia leggera può bastare.

  • Idratare subito dopo la doccia: applicare una crema o lozione idratante entro pochi minuti serve a “sigillare” l’umidità. 

Per chi ha mobilità ridotta o teme cadute, è utile prevedere sedute in doccia, maniglie di sostegno, pavimento antiscivolo: ogni intervento può rendere l’igiene più sicura.

Nonostante le raccomandazioni dermatologiche, l’idea della doccia quotidiana come “normale” è profondamente radicata nella nostra cultura. Per molti, non lavarsi ogni giorno può significare “trascuratezza”, cattivo odore, mancanza di decoro — preoccupazioni particolari quando si vive con altri o si frequenta la comunità.

C’è anche un aspetto psicologico: la doccia è spesso associata al benessere, al relax, a un momento personale di cura. Ridurla può sembrare una rinuncia.

La raccomandazione di ridurre le docce dopo i 65 anni si basa su studi dermatologici e su analisi delle caratteristiche della pelle in età avanzata.

Ci sono evidenze che la riduzione della frequenza di doccia porti a una pelle più idratata, meno soggetta a irritazioni e problemi cutanei.

Tuttavia, non esiste — almeno tra le fonti recenti consultate — un “trial clinico randomizzato” su larga scala che dimostri: “due docce a settimana dopo i 65 = migliore salute cutanea a lungo termine”. Molto dipende da condizioni individuali: clima, salute, mobilità, livello di attività, condizioni di vita (singolo, famiglia, comunità, struttura assistenziale), predisposizioni dermatologiche.

Pertanto, la raccomandazione va vista come linea guida flessibile, non come legge. Ogni persona — idealmente con il consiglio del medico o del dermatologo — può modulare la propria igiene in base alle esigenze personali, senza sensi di colpa o pressioni sociali.

Igiene consapevole e pelle che invecchia

Quando la pelle invecchia, la cura personale non può essere la stessa. Cambiano le esigenze, cambia la sensibilità, cambia la fragilità. In questo contesto, l’abitudine consolidata della doccia quotidiana può trasformarsi da gesto di pulizia a potenziale danno.

Per molti over 65, ridurre la frequenza delle docce a due a settimana non è un passo indietro, ma un atto di cura. Significa rispettare la pelle che cambia, proteggere la sua barriera naturale, evitare irritazioni e secchezza. Non significa trascurare l’igiene, ma adattarla alle nuove condizioni del corpo.

In un’epoca in cui l’invecchiamento attivo e la cura della persona diventano centrali, queste raccomandazioni — semplici, concrete — rappresentano un piccolo ma significativo cambiamento culturale: verso una cura più consapevole, rispettosa, e sana del proprio corpo, a ogni età.

8 Dicembre 2025 ( modificato il 5 Dicembre 2025 | 22:06 )
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