🌐 «Ho rischiato di morire per una svapo. Smettete subito»
L’attore 33enne di “Below Deck” racconta di un infarto causato da “vape poisoning” (EVALI) e lancia un allarme: «Ho rischiato di morire. Smettete subito». La vicenda riporta al centro il dibattito sui rischi cardiovascolari e polmonari dello “svapo”, un fenomeno spesso percepito come innocuo. Un caso che si aggiunge alle segnalazioni mediche e scientifiche accumulate negli ultimi anni, mettendo in guardia utenti e istituzioni.
Un malore terribile — e inatteso
📌 Nei giorni scorsi, Fraser Olender, 33enne star del popolare reality “Below Deck”, ha pubblicato sui social un messaggio molto forte e inquietante. Racconta di essere stato improvvisamente colpito da forti dolori al petto e gravi difficoltà respiratorie che lo hanno costretto a un ricovero urgente a Londra. Dopo una serie di accertamenti, i medici avrebbero individuato nel suo caso una condizione definita come «vape poisoning» — formalmente un episodio di E-cigarette or Vaping-Associated Lung Injury (EVALI) — che avrebbe provocato uno spasmo coronarico tale da impedire il normale afflusso di ossigeno al cuore, causando un infarto: un STEMI.
Nel suo post, Olender ha descritto quei momenti come “il dolore più intenso e la paura più grande” che abbia mai provato. Due cicli di morfina non sono bastati a calmare il dolore: solo un antidolorifico molto potente, somministrato in pronto soccorso, ha abbassato la sensazione da “10” a “7”. «Avrei potuto morire per qualcosa di così stupido», ha scritto, invitando chi usa e-cig a smettere immediatamente.
Oggi, Olender afferma di essere fuori pericolo, in fase di recupero, e — soprattutto — determinato a condividere la sua esperienza per sensibilizzare gli altri: «Non ho più toccato uno svapo da quando è successo e non lo farò mai più».
Il crescente allarme sul vaping
L’incidente di Olender non è un episodio isolato né un’allarmistica esagerazione: va ad aggiungersi a un corpus crescente di evidenze che mettono in guardia sui rischi dello svapo, soprattutto per cuore e polmoni.
🔎 Negli ultimi anni, varie ricerche e report medici hanno segnalato potenziali danni:
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Il vaping — anche senza combustione — non è innocuo. Secondo un’analisi del 2025 sul sito di un grande laboratorio di diagnostica, le sigarette elettroniche comportano rischi reali sia per l’apparato respiratorio sia per quello cardiovascolare.
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Un recente studio statunitense ha evidenziato che gli utenti di e-cig hanno una probabilità significativamente maggiore di sviluppare Broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO), rispetto ai non fumatori — con un rischio più che raddoppiato.
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I potenziali problemi non riguardano solo i polmoni: studi pubblicati su riviste di cardiologia e vascolare indicano che lo svapo può aumentare la pressione arteriosa, la frequenza cardiaca e la rigidità delle arterie, condizioni che — nel lungo termine — favoriscono malattie cardiovascolari gravi, inclusi infarti.
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Nonostante ciò, il quadro scientifico resta complesso: nel 2020 una delle ricerche più citate che collegavano le e-cig a un aumento del rischio di infarto è stata ritirata per problemi metodologici. Ciò ha generato dibattiti sulla solidità delle evidenze disponibili.
Le sigarette elettroniche non vanno viste come un sostituto sicuro del fumo tradizionale. Sia per il sistema respiratorio che cardiovascolare, i pericoli esistono — e per alcuni utenti, potrebbero rivelarsi gravi.
Dal “popolare svapo” al “popolare pericolo”
Per comprendere meglio il significato dell’accaduto con Olender, è utile ricostruire il fenomeno dello svapo: dalle origini come “aiuto per smettere di fumare” alla sua esplosione come moda diffusa.
Negli ultimi 10-15 anni, le sigarette elettroniche sono diventate mainstream. Offrivano (e offrono) una alternativa apparentemente meno dannosa al tabacco: niente combustione, niente fumo visibile, odore più discreto, e — soprattutto — la promessa di un minor rischio per salute e polmoni.
In molti casi, lo svapo è diventato la routine quotidiana di giovani e adulti che magari non avevano mai fumato prima. Anche grazie a design accattivanti, liquidi aromatizzati — fragola, vaniglia, mentolo — e a una comunicazione fortemente orientata al marketing moderno.
Per un po’, la percezione generale — anche tra utenti — era che le e-cig fossero una “tabella di salvataggio”: un modo per evitare i rischi del fumo tradizionale. Ma con il passare del tempo, emerge un quadro ambiguo. Lungi dall’essere innocue, le sigarette elettroniche mostrano effetti avversi che solo ora la ricerca inizia a documentare sistematicamente.
Il caso di Olender — infarto e ricovero ospedaliero — rappresenta un punto di svolta mediale: lo svapo lascia di colpo di essere una moda innocua per molti, diventando una potenziale minaccia reale alla salute.
La testimonianza di Olender
Ciò che colpisce della vicenda di Fraser Olender non è solo la gravità del malore, ma anche la sua decisione di raccontarlo pubblicamente. In un mondo mediatico in cui salute e celebrità spesso restano compartimenti separati, Olender ha scelto di condividere il suo dolore, la sua paura — e la sua rinascita.
«I pochi giorni da quando ho smesso di svapare, la mia pelle non è mai stata più sana, più chiara e luminosa» scrive l’attore, quasi come per mostrare che il danno non è solo all’apparato interno, ma anche a quello visibile.
Il messaggio che si leva dal suo post è chiaro e forte: «Se questa esperienza può aiutare anche solo una persona a ripensare al vaping, ne valeva la pena».
Non è un disclaimer da pubblicità: è un’avvertenza da qualcuno che ha rischiato la vita — e lo racconta senza fronzoli.

Lo svapo non è la panacea che molti credono
Nel dibattito su fumo tradizionale vs sigarette elettroniche, spesso emerge un equivoco: considerare l’e-cig come “meno peggio” significa erroneamente credere che sia innocua. La realtà, come sempre, è più complessa.
Secondo i cardiologi e i ricercatori, le e-cig possono provocare:
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Ispessimento e irrigidimento delle pareti arteriose, che rende più difficile il flusso sanguigno e aumenta la pressione e lo stress cardiovascolare.
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Aumento della frequenza cardiaca e della pressione arteriosa, fin da pochi minuti dopo l’utilizzo.
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Danni respiratori progressivi, con rischio di BPCO, bronchiti croniche, asma, e perfino patologie gravi come la cosiddetta “malattia del polmone da popcorn” (bronchiolite obliterante) — una condizione irreversibile che colpisce le vie aeree più piccole.
Tuttavia, va detto che la ricerca non è ancora unanime né definitiva su tutti gli aspetti.
Questo non significa che lo svapo sia innocuo: significa che gli studi vanno condotti con rigore, e che le evidenze oggi disponibili suggeriscono prudenza — specialmente in assenza di monitoraggi a lungo termine.
Verso una nuova percezione sociale e sanitaria del vaping
Il racconto di Olender arriva in un momento critico. Lo svapo è ancora percepito da molti — soprattutto giovani — come una moda innocua, una scappatoia “più sicura” rispetto al fumo tradizionale. Eppure, i segnali della comunità medica e scientifica sono chiari e convergenti: non si tratta solo di dipendenza da nicotina, ma di effetti concreti sull’apparato respiratorio e cardiovascolare.
In tale contesto, la testimonianza di un volto noto come Olender può avere un impatto doppio:
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Da una parte sensibilizza il grande pubblico sull’esistenza di rischi gravi, fino all’infarto;
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Dall’altra sfida la narrativa dominante del vaping come “alternativa innocua” e ribadisce la necessità di approfondire, regolamentare, informare.
Non è un caso solo mediatico: è un segnale che qualcosa nel modo in cui pensiamo al tabacco — e alle sue alternative — deve cambiare.
Tra allarmi e responsabilità, ciascuno scelga consapevolmente
L’esperienza di Fraser Olender — terribile, ma fortunatamente con esito positivo — è più di una notizia di cronaca. È un monito: lo svapo non è un gioco innocuo, e le conseguenze possono essere drammatiche.
Per chi svapa: prima di ogni tiro, è utile chiedersi: «Quanto conosco davvero i rischi?».
Per chi ha responsabilità di informazione, regolamentazione, salute pubblica: è tempo di uscire dall’equivoco. Non basta dire che le sigarette elettroniche siano “meno dannose” del tabacco tradizionale. Bisogna dirlo chiaramente: non sono innocue.
E, in attesa di studi definitivi vale — almeno — l’invito che lancia Olender: “Smettete subito. Non ne vale la pena.”
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