🌐 ChatGPT domina il web e TikTok guida i social
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Toggle📌 L’Italia sperimenta una vera e propria rivoluzione digitale: ChatGPT assorbe l’84% del traffico web generato dall’IA e si conferma la principale “porta di accesso” al mondo online per gli italiani.
Parallelamente, TikTok si impone come social più utilizzato, con utenti attivi quasi ogni giorno e tempi di fruizione tra i più alti nel panorama social. Il connubio intelligenza artificiale + social video ridefinisce abitudini, informazione, marketing e cultura pop, ma apre anche nuovi interrogativi su digital divide, qualità dei contenuti e sostenibilità del modello.
ChatGPT come principale gateway al web
Secondo l’ultimo rapporto “Digital 2026”, ChatGPT — il chatbot di generazione linguistica di OpenAI — guida con margine il traffico web derivante da strumenti di intelligenza artificiale: l’84% delle visite generate via IA in Italia passa attraverso i link suggeriti da ChatGPT.
Non si tratta di una tendenza marginale: si consolida il paradigma secondo cui la ricerca online non è più (solo) affidata a motori classici come Google, ma a conversazioni con chatbot che sintetizzano contenuti, orientano l’utente, suggeriscono link, articoli, video, approfondimenti. Nel processo, ChatGPT ridefinisce le abitudini di consultazione e orientamento nel web.
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I numeri che accompagnano il fenomeno sono impressionanti: a fine aprile 2025 l’app di ChatGPT risultava usata da circa 8,8 milioni di italiani — più di un quinto degli utenti internet. L’adozione è particolarmente alta tra i giovani (18‑24 anni), ma sta crescendo anche nelle fasce adulte.
Un dato cruciale emerge da recenti ricerche accademiche: l’intelligenza generativa (GenAI) è diventata per molti la principale fonte di informazioni, supporto allo studio, lavoro, curiosità quotidiana. Tuttavia, la scarsa alfabetizzazione digitale ed epistemica — ovvero la difficoltà di riconoscere errori, bias o informazioni inaccurate — rappresenta un rischio reale.
Insomma: ChatGPT non è più un “esperimento tecnologico”, ma un attore strutturale nel consumo d’informazione degli italiani.
I video Di Tik Tok vincono la battaglia dell’attenzione
Mentre l’IA lavora “dietro le quinte” del web, i social media restano il salotto quotidiano degli italiani: l’89% usa almeno una piattaforma social ogni settimana.
Secondo i dati più recenti, TikTok è il social con il maggiore impatto sulla vita quotidiana: gli utenti lo utilizzano per un tempo medio che supera quello di ogni altra piattaforma. In media, un italiano spende quasi 30 ore al mese su TikTok — più di YouTube (17 ore) e Instagram (15 ore) secondo il report “Digital 2025”.
Anche se alcuni report mostrano una lieve flessione per TikTok in termini di utenti mensili attivi — circa 22,4 milioni nel 2025 — l’app mantiene un ruolo centrale grazie al tempo speso e all’engagement generato dagli utenti.
Un’Italia che naviga, guarda, scorre. Il mobile domina: il 95,5% degli utenti accede a Internet da smartphone.
Cosa spinge la nuova era digitale
Cambiamenti nelle abitudini di ricerca e informazione
🔎 Il dominio di ChatGPT riflette una trasformazione profonda: gli utenti italiani sembrano preferire risposte istantanee, conversazionali e contestualizzate rispetto alla tradizionale ricerca per parole chiave. Nel processo, l’intelligenza artificiale diventa filtro, curatore e consigliere, ridefinendo la soglia di accesso all’informazione. Questo cambia non solo il “come” ma anche il “cosa”: risposte rapide, personalizzate, ma con il rischio di echo‑chamber, disinformazione silenziosa e superficialità.
Secondo un recente studio condotto in Italia su quasi 2.000 adulti, GenAI viene usata non solo per lavoro o studio, ma anche come fonte di consigli medici, supporto emotivo, orientamento: un segnale che l’IA sta penetrando nella vita quotidiana. Tuttavia, la scarsa alfabetizzazione digitale — in particolare tra fasce meno giovani e meno istruite — rende delicato il tema della fiducia, del fact‑checking e della consapevolezza su limiti e rischi.
Tik Tok non domina solo per numero di utenti, ma per tempo di fruizione e capacità di catturare l’attenzione. In un contesto di saturazione dei social, la sua crescita segnala una nuova forma di consumo digitale: rapida, visiva, frammentata. I video brevi, le tendenze virali, i contenuti visivi e musicali si impongono come linguaggio dominante, soprattutto tra i più giovani.
In parallelo, il crollo di piattaforme storiche come X (ex Twitter) — in perdita di milioni di utenti — è emblematico di un cambiamento che non riguarda solo le mode, ma il funzionamento stesso del web: da piazze testuali e discorsive a flussi visivi, algoritmici e spesso effimeri.
Un’accelerazione verso il mobile
Il dato del 95,5% di accesso da mobile riflette un altro cambiamento: l’Italia naviga ovunque, connessa in mobilità, in tempo reale e connessa con la partecipazione. Per ChatGPT come per TikTok, la telefonia — lo smartphone — è la leva che consente la diffusione rapida e capillare.

Comunicazione, marketing e società
Per l’informazione e i media
L’emergere di ChatGPT come filiera primaria di informazione pone un problema enorme per il giornalismo tradizionale: le persone cercano risposte veloci, sintetizzate, spesso senza passare per fonti riconosciute. Questo può ridurre la visibilità di testate, approfondimenti, analisi giornalistiche — a favore di contenuti sintetici, facili, ma anche più fragili sul piano della verifica.
Allo stesso tempo, i media che sapranno adattarsi — integrando IA, fact‑checking, contenuti multimediali e linguaggi rapidi — potranno trovare nuove strade di connessione con l’audience.
Per chi fa marketing, il mix IA + social video rappresenta un’opportunità enorme. TikTok e piattaforme affini permettono di raggiungere milioni di utenti con investimenti contenuti, grazie a contenuti virali, trend e engagement spontaneo. ChatGPT può essere usato per generare copy, idee, strategie di contenuto, automazione di risposte: la produttività creativa sale.
Ma c’è anche il rovescio della medaglia: saturazione, superficialità, perdita di valore per i contenuti lunghi o approfonditi.
Per la cultura digitale e il sapere comune
Il boom di IA e social media ridefinisce la percezione dei saperi: se prima cercavamo articoli, libri, analisi, oggi molti si accontentano di una risposta generata in pochi secondi, e di un video da 15–60 secondi. Questo influenza la memoria collettiva, la cultura di approfondimento, la nostra capacità di pensare in modo critico e di aspettare.
Allo stesso tempo, il rischio del digital divide — non solo tecnologico, ma cognitivo — si fa concreto: chi non ha dimestichezza con l’IA, con l’alfabetizzazione digitale, con strumenti critici, può restare a guardare un flusso di contenuti senza filtro. Lo studio recente su GenAI in Italia evidenzia proprio questa disparità: uso crescente, ma conoscenza e consapevolezza in molti casi molto limitati. arXiv
Regolamentazione, trasparenza e qualità
Con il dominio di ChatGPT e TikTok, emergono questioni centrali per il futuro del web italiano:
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Regolamentazione e trasparenza: come garantire il fact‑checking, la qualità dell’informazione, la protezione dei dati, i diritti di autore, la trasparenza degli algoritmi?
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Inclusione e alfabetizzazione: come evitare che l’IA amplifichi il divario tra chi sa usarla e chi resta escluso, magari con scarsa consapevolezza dei rischi?
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Equilibrio tra velocità e profondità: può il web 2025 conciliare la rapidità del consumo digitale con la profondità dell’analisi, della riflessione, della cultura?
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Sostenibilità del modello economico: brand, creatori, giornalisti, imprese — come si adattano a un ecosistema dominato da pochi grandi attori?
Un nuovo equilibrio digitale
Il combinato disposto di IA generativa e social video ha già cambiato (e continua a cambiare) il modo in cui cerchiamo informazioni, comunichiamo, creiamo contenuti, consumiamo media. È una rivoluzione in atto, dai contorni ambiziosi e complessi: piena di opportunità — efficienza, creatività, democratizzazione dell’accesso — e di insidie — superficialità, dipendenza, disinformazione.
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