🌐 «L’amore adulto non si cerca»: la riflessione poetica di Alejandro Jodorowsky
📌 In un momento storico in cui l’amore sembra spesso ridotto a un algoritmo, a un match o a una corsa frenetica verso l’ennesima conquista, le parole di Alejandro Jodorowsky, risuonano come un invito radicale alla maturità affettiva.
Con la sua poetica essenziale, l’artista cileno-francese ci regala una riflessione profonda: «L’amore adulto non si cerca», dice, e in queste sette parole sta tutto un universo da riscoprire. Jodorowsky esprime con semplicità e chiarezza un concetto che potrebbe apparire paradossale: l’amore adulto non nasce dalla necessità, non è qualcosa da conquistare, né un vuoto da riempire.
Questa immagine poetica — la coppia adulta che si costruisce non per colmare assenze, ma per un incontro tra due interezze — è al centro della riflessione.
La mappa interiore dell’amore maturo
Jodorowsky dipinge l’amore adulto non come un’esperienza nascente o fragile, ma come un processo di crescita e consapevolezza. Le «due persone disponibili» non sono figure incomplete, ma esseri già plasmati, che portano con sé un sé compiuto, costruito, indipendente.
Questa visione segna una decisa rottura con l’ideale romantico tradizionale dell’amore come salvezza o completamento: il poeta non immagina due metà che si uniscono, ma due interi che scelgono di stare insieme.
La maturità emotiva — secondo Jodorowsky — si manifesta quando non si ha bisogno di qualcuno per sentirsi vivi, ma si sceglie di connettersi con un altro per arricchire il senso dell’esistenza reciproca.
Il rispetto reciproco come fondamento
Non a caso, il rispetto è parola chiave nella poesia. Nel testo jodorowskiano, l’amore adulto è anche una relazione di stima: due anime che si guardano “con rispetto”. Non si tratta di un amore idealizzato o etereo, ma di un legame fondato sull’autenticità e sulla libertà.
Non c’è l’idea che uno debba sacrificare sé stesso per l’altro, né che l’altro debba diventare un rifugio per le proprie mancanze. Invece, la reciproca presenza diventa un “evento magico”: non un bisogno, ma una decisione consapevole.
“Tu con te e poi con me”
La chiusa della poesia, citata più volte nella recensione, è qualcosa che rimbalza nella mente del lettore: “Tu con te e poi con me. Io con me e poi con te.” In queste parole risiede il cuore dell’intero messaggio jodorowskiano: l’autonomia personale è condizione non solo necessaria, ma preziosa per un amore autentico.
Non è rinuncia all’altro, ma un gesto di amore che nasce dalla consapevolezza: per amare davvero, bisogna innanzitutto conoscere sé stessi, abbracciarsi, affermarsi nella propria interezza. Solo così il rapporto può diventare uno spazio di incontro, non di dipendenza.
Il significato di questa poesia appare oggi più rilevante che mai. In un’era in cui le relazioni sono spesso mediate da app, messaggi fugaci e istantaneità, Jodorowsky offre una prospettiva che sembra quasi antica, ma profondamente urgente: la pazienza, la disponibilità, la capacità di stare con sé stessi.
Si sottolinea che questo messaggio può essere un antidoto al modo tossico di concepire l’amore come merce, come conquista o compimento perpetuo. Jodorowsky non idealizza l’amore: lo umanizza, lo spiritualizza senza separarli.
Non sorprende che un artista come Alejandro Jodorowsky — regista visionario, scrittore, filosofo e praticante della psicomagia — arrivi a esprimere queste verità con un linguaggio poetico così limpido. Nato a Tocopilla (Cile) nel 1929, ha attraversato decadi di teatro, cinema e spiritualità con uno spirito che ambisce all’essenza più che alla forma.
La sua opera, spesso multiforme, ha sempre cercato di connettere la dimensione esistenziale con quella metafisica, e questa poesia è un perfetto esempio: un testo breve, ma densissimo di significato.
Perché queste prole arrivano così lontano
🔎 Il valore di “L’amore adulto non si cerca” sta anche nella sua universalità. Non è un testo elitario, riservato ai mistici o ai grandi pensatori: è poesia accessibile, capace di parlare a chiunque abbia vissuto la solitudine, la ricerca di sé, la paura di perdere l’altro o di non essere abbastanza.
E’ una poesia che non chiede di “fare il sacrificio”: non è un ideale irraggiungibile, ma un percorso possibile. Jodorowsky non predica la rinuncia, ma la crescita. Non propone la dipendenza, ma la libertà condivisa.
Questa interpretazione offre al lettore una mappa per riflettere sulle proprie relazioni: su come amore e maturità emotiva possano coesistere, su quali strutture interiori servano per costruire un rapporto sano e duraturo.
L’interesse suscitato da questo testo non è solo letterario: riflette un bisogno reale della nostra epoca. Molti lettori, affetti dalla precarietà emotiva, cercano una forma di amore che non sia solo consumo, che non scada nel burnout affettivo, ma resista nel tempo.
Jodorowsky, con le sue parole, offre una bussola: “l’amore adulto” non è un lusso, ma una conquista di consapevolezza. È un processo che richiede tempo, lavoro su di sé, ascolto. Ma, soprattutto, non è un premio riservato a pochi: è un’arte che chiunque con coraggio può imparare.
Non si tratta di un semplice esercizio estetico: è un invito alla maturità, a ripensare il modo in cui amiamo e siamo amati. In un mondo che corre sempre più veloce, queste parole ci chiedono di rallentare, di radicarci, di scegliere la presenza anziché la ricerca.
“Tu con te e poi con me. Io con me e poi con te.” Non è un manifesto romantico, ma una mappa interiore. Un messaggio che risuona con forza nelle tante vite che desiderano un amore che non consumi, ma duri. E in tempi in cui la poesia sembra avere sempre meno spazio, Jodorowsky ce ne regala un pezzetto potentissimo, necessario e profondamente umano.
La poesia.
L’amore adulto non si cerca,
Non c’è.
Non lo compri.
Non si conquista.
L’amore adulto cresce e si espande tra due cuori presenti e disponibili.
Ecco un evento magico.
Due persone disponibili
non si trovano per necessità.
Non vengono a coprire nessun posto vacante.
Non sostituiscono nessuno.
Non prendono il posto di qualcuno che c’era prima.
Due anime disponibili si guardano con rispetto e si dicono:
“Tu con te e poi con me.
Io con me e poi con te.”
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