🌐 Venezia, vaporetto si schianta contro il Ponte delle Guglie
📌 Venezia — Una manovra in extremis, una frenata improvvisa, e poi lo schianto: un vaporetto dell’ACTV si è scontrato contro l’arcata del Ponte delle Guglie, nel cuore del sestiere di Cannaregio.
L’incidente, avvenuto attorno a mezzogiorno, non ha provocato feriti, ma ha riacceso tutti i riflettori su una fragilità strutturale che sembra ormai cronica: quella della navigazione nei canali stretti di Venezia. E sulla persistente tensione tra flusso turistico, traffico cittadino e sicurezza dei mezzi pubblici su acqua.
La dinamica dell’incidente
Secondo le prime ricostruzioni, il vaporetto coinvolto — linea 5.1, proveniente da Fondamenta Nove e diretto verso il Canal Grande — si è trovato improvvisamente davanti un’altra imbarcazione ACTV in senso opposto. I due comandanti avrebbero segnalato la propria presenza con il clacson, ma la distanza era ormai minima: per evitare l’impatto, il mezzo diretto al Canal Grande ha innestato la retromarcia, e nella manovra brusca la poppa ha sbandato verso sinistra finendo per urtare la volta del Ponte delle Guglie.
Il colpo è stato ripreso da alcune telecamere di sorveglianza posizionate nella zona, che hanno registrato l’istante dell’urto: si vede chiaramente la sbandata e l’impatto, avvenuto in un canale molto trafficato.
Secondo quanto comunicato da ACTV, a bordo non ci sono stati feriti. I passeggeri — colti di sorpresa — hanno vissuto attimi di paura, ma grazie anche all’abilità del comandante la situazione non si è aggravata.
Il vaporetto ha riportato danni nella parte superiore e sarà richiamato in cantiere per le riparazioni e una revisione. Anche il ponte ha subito danni — un lieve distacco di intonaco nell’area dell’impatto — che tuttavia non sembrano compromettere la struttura portante, anche se è già scattato un intervento di messa in sicurezza della volta per scongiurare rischi ulteriori.
Cannaregio, ponte delle Guglie e difficoltà della navigazione lagunare
Il Ponte delle Guglie è uno dei ponti pedonali che collegano le sponde del rio di Cannaregio, uno dei canali più trafficati della città. La sua volta in mattoni e l’arco relativamente basso sono simboli dell’architettura veneziana, ma rappresentano anche un ostacolo concreto per la navigazione, soprattutto in condizioni di traffico intenso.
Negli ultimi anni la città ha visto un aumento significativo del traffico acqueo — tra vaporetti, taxi, motoscafi, imbarcazioni private e barche da carico — riducendo drasticamente gli spazi di manovra. In questo contesto, qualunque imprevisto — una frenata, un cambio di direzione, una manovra brusca — può trasformarsi in pericolo.
Il tratto del rio di Cannaregio attorno al ponte è particolarmente critico: stretto, affollato e spesso congestionato da imbarcazioni parcheggiate o ferme per carico-scarico merci, elementi che restringono ulteriormente le vie di passaggio. Non sorprende quindi che in passato siano già avvenuti altri incidenti, alcuni con conseguenze anche gravi.
Una storia di incidenti
L’incidente odierno non è un caso isolato. Il traffico acqueo veneziano è spesso teatro di scontri, tamponamenti, collisioni — segno di una rete di trasporti che fatica a conciliare esigenze turistiche, locali, residenziali.
Nel 2022, per esempio, due vaporetti si scontrarono nei pressi del Ponte delle Guglie: una ragazza rimase ferita lievemente per le schegge di un finestrino rotto. Il fatto suscitò allarme e interrogativi sull’efficacia delle misure di sicurezza e sulle regole di precedenza sui canali.
Nel 2023, un motoscafo del servizio “Giracittà” urtò sempre contro il Ponte delle Guglie: un ferito, danni al ponte — anche se, dopo gli accertamenti tecnici da parte dei vigili del fuoco e del Comune, la struttura fu ritenuta agibile e riaperta al transito.
Pochi mesi fa, in un altro episodio a Venezia, un vaporetto finì contro il Ponte di Rialto a causa di un guasto al timone: anche in quel caso non ci furono gravi feriti, ma l’incidente richiamò l’attenzione sullo stato della flotta e sulla sicurezza dei mezzi.
Questi precedenti — insieme all’episodio attuale — suggeriscono che la sfida della navigazione a Venezia non sia solo ambientale o infrastrutturale, ma strutturale: un problema di sistema che riguarda regolamentazione, traffico, manutenzione, controlli e formazione degli equipaggi.
Da ACTV ai comitati cittadini, passando per le istituzioni
Dopo l’incidente, ACTV è stata sollecita nel chiarire che non ci sono feriti e che la rapidità dell’intervento ha evitato conseguenze gravi. L’azienda ha anche messo in evidenza la perizia del comandante nella gestione della manovra. Ma lo scossone — già forte — rischia di trasformarsi in un boato se non si affrontano le criticità strutturali.
Sul versante civile, associazioni di remieri e comitati per la tutela della laguna tornano a chiedere interventi urgenti per ridurre il traffico acqueo, imporre limiti di velocità, regolamentare il flusso e verificare gli spazi navigabili. «Il rio di Cannaregio è allo sbando», dichiara un portavoce di un gruppo di remiere: «Un canale così trafficato non può essere regolato con norme flessibili. È ora di misure concrete». Dalle istituzioni, al momento, non c’è stato un annuncio ufficiale di nuove misure restrittive, ma la ripetizione degli incidenti — anche senza vittime — rischia di alimentare il dibattito su interventi strutturali: più vigilanza, controlli più frequenti, riduzione del numero di mezzi in transito e investimenti su flotta, segnaletica acquea e regolamentazione delle precedenze.
Il nodo strategico: traffico, turismo e sicurezza
🔎 Venezia è una città unica: costruita sull’acqua, modellata da canali, ponti e imbarcazioni. Ma quell’unicità ha un prezzo: la complessità della navigazione urbana. Il mix tra residenti, turisti, mezzi pubblici, trasporto merci, taxi acquei — tutto deve convivere in spazi stretti e fragili.
Il recente lancio di nuovi progetti, come la sperimentazione di vaporetti ibridi e la modernizzazione della flotta, indica una volontà di modernizzazione del trasporto pubblico a Venezia. Ma l’incidente al Ponte delle Guglie dimostra che la tecnologia da sola non basta: servono regole più rigide, supervisione costante, una pianificazione che tenga conto del peso culturale e funzionale della città.
Il confronto tra la necessità di mobilità e il rispetto della storicità e della sicurezza diventa sempre più stringente. Ogni incidente — anche se senza feriti — getta un’ombra sul fragile equilibrio lagunare.
Un campanello d’allarme per Venezia
Lo schianto del vaporetto contro il Ponte delle Guglie non ha causato vittime, ma rappresenta un campanello d’allarme. È un segnale che evidenzia quanto la navigazione quotidiana a Venezia sia sotto pressione: ed è una pressione destinata a crescere se non si interviene.
Per una città che basa la propria identità sulla bellezza, sulla storia, sull’acqua, ogni incidente è una ferita nel tessuto urbano — e ogni ferita lascia cicatrici difficili da sanare.
Se è vero che il traffico acqueo non potrà essere bloccato — vista la centralità del trasporto su acqua nella vita e nell’economia di Venezia — è indispensabile avviare una riflessione seria, che metta insieme istituzioni, operatori, cittadini, per un piano di mobilità sostenibile, sicura e rispettosa del fragile equilibrio lagunare.
Ne va non solo della funzionalità quotidiana, ma della sopravvivenza stessa di una città che vive sull’acqua, e che sull’acqua deve continuare a prosperare.
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