11:19 am, 30 Novembre 25 calendario

🌐 Incontro Usa‑Ucraina in Florida, il tentativo per un piano di pace

Di: Redazione Metrotoday
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Una delegazione ucraina guidata da Rustem Umerov è atterrata in Florida per avviare un nuovo, delicato giro di colloqui con rappresentanti dell’amministrazione Usa—un incontro che potrebbe segnare una delle fasi decisive nella ricerca di una soluzione diplomatica al conflitto con la Russia.

Sul versante americano, alla trattativa partecipano il segretario di Stato Marco Rubio, l’inviato speciale Steve Witkoff e l’influente consigliere presidenziale Jared Kushner. L’obiettivo dichiarato: definire una proposta riveduta e accettabile per Kyiv, che ponga fine alla guerra iniziata nel 2022, ma senza compromettere la sovranità e l’integrità territoriale ucraina. 

Il contesto in cui si inserisce l’incontro è tutt’altro che tranquillo: negli ultimi giorni l’Ucraina ha subito nuovi attacchi russi, con vittime civili e danni infrastrutturali. Aumentano gli sfollati, si allunga la lista delle città colpite, mentre la diplomazia internazionale accelera per trovare un compromesso. 

Ripartire da “Ginevra 2025”: cosa si porta a Miami

La tappa di Florida rappresenta la continuazione di un percorso diplomatico iniziato pochi giorni prima a Ginevra. In quella sede, delegazioni Usa, ucraine e rappresentanti europei si erano seduti al tavolo per discutere la bozza originaria di un piano in 28 punti — fortemente osteggiata da Kyiv per la presenza di concessioni troppo favorevoli a Mosca, come l’abbandono di territori occupati e limiti all’esercito ucraino.

Dopo le critiche, la bozza è stata sottoposta a una sostanziale revisione: molti dei passaggi più controversi sono stati depennati, lasciando intatti solo quelli ritenuti accettabili da entrambe le parti. La nuova versione — ora su circa 19 punti chiave — sarà al centro delle discussioni in Florida.

Per l’Ucraina, guidata da Umerov dopo la clamorosa defenestrazione del precedente capo negoziatore Andriy Yermak in seguito a un’indagine per corruzione, l’incontro assume un’importanza doppia: da un lato rappresenta una chance concreta per fermare la guerra; dall’altro deve fungere da segnale di credibilità internazionale, dopo il terremoto politico interno legato allo scandalo.

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Guerra, pace e confini

Territorio e integrità

Uno dei nodi più complessi resta la questione territoriale. L’intenzione ucraina — condivisa da parte degli alleati europei — è che ogni trattativa inizi con la linea del fronte attuale come “frontiera minima”: nessuna concessione su territori occupati oppure annessi unilateralmente dalla Russia. Qualsiasi accordo che preveda cessioni sarebbe considerato inaccettabile.

Garanzie e protezione a lungo termine

Gli ucraini non chiedono solo una tregua: chiedono garanzie concrete, che possano prevenire una nuova aggressione. Questo implica meccanismi di monitoraggio, presenza internazionale, sicurezza a lungo termine per la popolazione. Il compromesso — se il piano sarà accettato — dovrà tener conto di questa esigenza.

Oltre a Umerov, la delegazione ucraina include figure chiave per lo Stato e la difesa: il capo di stato maggiore Andrii Hnatov, rappresentanti del ministero degli Esteri e dell’intelligence, come il vice ministro e alti ufficiali direttivi. Non tutte le previsioni — quali la partecipazione del capo dell’HUR — si sono confermate, ma la nuova composizione vuole dare un segnale chiaro: serietà, rappresentatività, volontà di decisione.

Sul fronte americano, la presenza di Marco Rubio testimonia la volontà di mantenere un profilo istituzionale e diplomatico alto; Steve Witkoff e Jared Kushner — figure legate all’amministrazione del presidente Donald Trump — rappresentano la componente politica e di influenza, a conferma dell’importanza che Washington attribuisce a questi negoziati. 

Gli attacchi continuano mentre si negozia

Nonostante l’avvio dei colloqui, sul campo la guerra non si ferma. Nelle ultime ore, la regione di Kyiv è stata colpita da nuovi raid con droni russi, causando vittime civili e provocando disagi in diverse città. La serie di attacchi rafforza l’urgenza di arrivare a un accordo rapido, ma allo stesso tempo complica il clima di fiducia necessario a una pace duratura.

Da parte di Kyiv, la tensione è palpabile: molte comunità chiedono risultati concreti, ma temono che un compromesso eccessivo possa tradire il sacrificio di migliaia di civili e soldati. Secondo alcuni esponenti militari, non basterebbero garanzie temporanee: servirebbero meccanismi reali di difesa e protezione — anche con la partecipazione di forze internazionali. 

Politica interna e trasparenza

Il cambio della guardia nella delegazione — con la sostituzione di Yermak con Umerov — evidenzia le tensioni che attraversano la classe politica ucraina. Lo scandalo di corruzione che ha portato alle dimissioni di Yermak ha minato la fiducia popolare nelle istituzioni. Ora la delegazione porta con sé l’onere di dimostrare che la diplomazia non è un gioco di potere, ma una responsabilità verso il futuro del Paese.

Per Washington, l’obiettivo è doppio: dimostrare che l’idea di pace non nasce da pressioni internazionali, ma da un interesse strategico concreto; e assicurare che qualsiasi accordo sia sostenibile, trasparente e compatibile con la posizione di Kiev e dei suoi alleati europei.

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L’incontro di Florida rappresenta una delle ultime occasioni realistiche per cercare una via diplomatica all’interno di un conflitto che si è ormai protratto per anni. Se l’accordo riuscirà a trovare un equilibrio tra sicurezza, sovranità e realisticità geopolitica, potrebbe segnare l’inizio di una nuova fase: non subito di pace stabile, ma di tregua sostenibile, protezione internazionale, ricostruzione e diplomazia credibile.

30 Novembre 2025
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