🌐 Influenza in anticipo, già 2,1 milioni di italiani a letto
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ToggleLa stagione influenzale 2025-2026 in Italia è partita con il botto. Secondo l’ultimo monitoraggio del sistema Istituto Superiore di Sanità (ISS) tramite la rete RespiVirNet, finora sono circa 2,1 milioni gli italiani costretti a letto da infezioni respiratorie.
I più colpiti sono i bambini piccoli: nella settimana più recente, si stimano oltre 25 casi ogni 1.000 bambini 0-4 anni.
Ma dietro questi numeri c’è più di una semplice “influenza”: un mix di virus respiratori, varianti mutate, modelli stagionali in cambiamento — e una domanda che ormai molti si fanno: l’Italia è pronta a un’altra stagione da record?
🌐 Un inizio anticipato… e più intenso del previsto
Tra ottobre e novembre 2025, i dati ISS raccontano di un avvio molto più rapido — e con maggiore carica — rispetto alle aspettative classiche.
Già la fine di ottobre aveva segnalato circa 427–430mila nuovi casi stimati di infezioni respiratorie acute (ARI) in una singola settimana, con un’incidenza di circa 7,36 casi per 1.000 assistiti.
Una settimana dopo, l’incidenza è salita leggermente (7,64/1.000), portando il totale dall’inizio della stagione oltre quota 1,7 milioni.
E ora, con i 2,1 milioni di casi recenti, è chiaro che la stagione 2025/2026 sta prendendo una piega precoce e aggressiva.
Un dato che spicca: nella scorsa settimana l’11,2% dei campioni analizzati nei laboratori di sorveglianza era positivo per virus influenzali — una quota che solitamente si vede solo a dicembre. TGCOM24
Un fatto inusuale: la comparsa così anticipata dell’“ondata influenzale” getta un’ombra su quanto tradizionalmente si attende fino a fine anno.
🌐 Varianti, virus multipli e “cocktail stagionale”
La spiegazione a questo scatto precoce — ed evidente — risiede in un’evoluzione del panorama virale.
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Da una parte, stanno circolando virus “classici” come Rhinovirus e — in misura minore, ma comunque presente — SARS‑CoV-2.
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Dall’altra, però, emergono con forza virus influenzali, in particolare la variante Influenza A H3N2 (subclade K), che ha anticipato la stagione di 3-4 settimane rispetto al consueto.
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Questo mix — perché ormai è chiaro che è un mix — tra virus differenti e ceppi mutati rende la stagione particolarmente imprevedibile. Come ha osservato un esperto intervistato da alcuni media: «un virus molto furbo, che muta come il Covid».
Non è un caso isolato. L’ultima stagione 2024/2025 ha già segnato un record storico: oltre 16 milioni di casi stimati di sindromi simil-influenzali in Italia, secondo ISS.
All’epoca, la composizione dei virus era diversa: circa un terzo dei casi da ceppo A/H1, un terzo da A/H3, un terzo da tipo B.
Una circolazione virale così variegata — e quasi senza un ceppo dominante — fa sì che ogni stagione influenzale possa riservare sorprese: in termini di contagiosità, età colpite, intensità dei sintomi.
🌐 Preoccupazione per un inverno “senza tregua”
Alcuni esperti sono già usciti allo scoperto con scenari non rosei. Il pericolo concreto: un’“ondata” che potrebbe coinvolgere fino a 18–20 milioni di italiani, ossia circa un cittadino su tre.
Un quadro che richiama con forza la stagione 2024/2025, ricordata come una delle più dure degli ultimi anni.
Gli elementi che preoccupano di più:
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la crescita costante dei virus influenzali in laboratorio in anticipo rispetto al passato
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l’elevata circolazione di altri virus respiratori che rendono difficile distinguere i casi — e quindi richiedono un’attenzione particolare da parte degli operatori sanitari
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l’impatto atteso su Pronto Soccorso e ospedali, soprattutto nei periodi di picco
Se le previsioni dovessero confermarsi, si potrebbe registrare un inverno con pressioni significative sul sistema sanitario nazionale — un carico pesante, come quello vissuto nella scorsa stagione.
🌐 Vaccino, prevenzione e le incertezze sulla copertura
La prevenzione — soprattutto attraverso la vaccinazione antinfluenzale — resta la prima linea di difesa. Eppure, secondo alcuni operatori, l’Italia sembra essere ancora “indietro”.
I motivi sono molteplici:
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la copertura vaccinale nelle stagioni passate si è fermata molto al di sotto delle soglie raccomandate (di fronte a obiettivi di copertura tra 75 e 95% per la popolazione a rischio)
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l’eterogeneità delle campagne regionali e l’accessibilità al vaccino che variano da Regione a Regione
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la scarsa sensibilizzazione: molte persone considerano l’influenza una malattia “banale”, sottovalutando possibile gravità e complicanze, specialmente in soggetti fragili
Anche alcune categorie “sensibili” — anziani, persone con patologie croniche, donne in gravidanza, neonati — risultano ancora sotto-copertura vaccinale, secondo quanto segnalato da associazioni di tutela della salute.
Il risultato rischia di essere un paradosso: con virus più aggressivi e una minore immunizzazione collettiva, l’impatto dell’influenza potrebbe essere superiore a quello dello scorso anno.

🌐 Una stagione «anticipata» da segnali internazionali
Non è solo un fenomeno italiano. Il richiamo arriva dall’emisfero Sud: paesi come Australia e Nuova Zelanda — già attraversati da una stagione 2025 intensa — hanno registrato ondate virali rumorose, che in molti temono potrebbero ripetersi in Europa nei mesi freddi.
Secondo alcuni virologi, la variante A/H3N2 — dominante in alcuni focolai internazionali — potrebbe dimostrarsi “più contagiosa” del solito, e capace di evadere parzialmente l’immunità acquisita con i vaccini precedenti.
È un campanello d’allarme che aggiunge urgenza alla vaccinazione: ogni punto percentuale in più di copertura potrà tradursi in “meno ospedalizzazioni, meno complicanze, meno pressione sugli ospedali” — come ricordano alcune società di medicina generale.
🌐 Le sfide del sistema di sorveglianza e del racconto dell’epidemia
Una delle difficoltà maggiori nell’interpretare l’andamento influenzale è il cambiamento nei criteri di sorveglianza. Dal 2025 la rete RespiVirNet utilizza la definizione di ARI (infezioni respiratorie acute) piuttosto che la precedente ILI (sindromi simil-influenzali).
Questo rende complicato il confronto con le stagioni passate e «rimette in discussione le soglie di intensità storiche».
Inoltre, la co-circolazione simultanea di più virus (influenza A, B, Rhinovirus, SARS-CoV-2, virus parainfluenzali e altri) crea un contesto in cui il “racconto” dell’epidemia — nei media e nella percezione pubblica — diventa complesso.
Per molti, l’influenza torna ad essere qualcosa di “normale, quasi banale”. Per altri, è una variabile di rischio — da non sottovalutare. Questo divario di percezione rappresenta una delle sfide più delicate, soprattutto in vista di un possibile inverno complicato.
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Per le famiglie: con i bambini (0-4 anni) tra i più colpiti, la ripresa delle attività scolastiche, lavorative e sociali rischia di diventare un terreno fertile per nuovi contagi. Tra malattie, assenze da scuola e lavoro, l’impatto sociale ed economico non va sottovalutato.
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Per il sistema sanitario: se l’ondata influenza coincide con altri picchi stagionali (virus respiratorio sinciziale, possibili nuovi focolai di SARS-CoV-2, complicanze), la pressione su ospedali e pronto soccorso potrebbe diventare critica.
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Per la politica sanitaria e la prevenzione: questo scenario evidenzia — ancora una volta — la necessità di campagne vaccinali efficaci, di una maggiore copertura e di un coordinamento nazionale più forte.
🌐 Un invito alla responsabilità: vaccinarsi ora
Se c’è una certezza — tra le tante incognite — è questa: la prevenzione resta la nostra arma migliore. Mai come quest’anno.
Ecco perché gli esperti insistono: non aspettare il picco, non immaginare l’influenza come un semplice raffreddore. Per chi lo può fare, vaccinarsi ora significa proteggere se stessi e gli altri — in primis i più fragili.
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