Calcio Padova, Peghin rompe gli indugi: il piano per trattenere la società in mani padovane
PADOVA – È il momento della verità per il futuro del Calcio Padova. Le prossime settimane potrebbero infatti segnare una svolta decisiva nella complessa partita societaria che, da mesi, tiene con il fiato sospeso una piazza storica e ambiziosa. Al centro della scena c’è Francesco Peghin, imprenditore padovano e presidente biancoscudato, che nelle ultime ore ha intensificato incontri, telefonate e verifiche contabili con un obiettivo dichiarato: tenere il Padova ai padovani.
La mossa arriva mentre si avvicina il possibile passaggio di proprietà del 70% delle quote attualmente in mano a Joseph Oughourlian, magnate franco-armeno e proprietario del fondo Amber Capital, già protagonista del recente percorso di risanamento finanziario del club. Secondo indiscrezioni interne, Oughourlian avrebbe aperto una trattativa avanzata con l’imprenditore argentino Marcelo Figoli, figura di spicco nel settore media e già attiva nel calcio sudamericano. Una trattativa che, qualora formalizzata ai soci, potrebbe aprire scenari completamente nuovi.
Il diritto di prelazione: la leva del presidente
La carta più importante nelle mani di Peghin è il suo diritto di prelazione sul pacchetto di maggioranza. Con il 25% delle quote già in suo possesso, il presidente potrebbe infatti intervenire in via preferenziale nel momento in cui venisse ufficialmente comunicato un accordo preliminare tra Oughourlian e Figoli.
Fonti vicine alla società riferiscono che Peghin stia “studiando nel dettaglio il piano finanziario più solido possibile”, valutando l’ingresso di partner economici locali e nazionali, tutti accomunati dall’interesse a mantenere la proprietà in mano italiana e, possibilmente, padovana. L’obiettivo è presentarsi pronto nel caso in cui scattasse la finestra per esercitare la prelazione.

Non mancano, però, tensioni diplomatiche. Dalla sfera dell’imprenditore filtrerebbe una crescente irritazione per le manovre riservate del presidente biancoscudato, considerate un tentativo di ostacolare quella che Figoli ritiene un’operazione già avviata. In Argentina, l’imprenditore è noto per uno stile decisionista e per un approccio molto diretto nelle trattative: un modo di fare che rischia di entrare in rotta di collisione con le prudenze e le verifiche interne del club padovano.
La domanda che circola nel mondo biancoscudato è semplice: quanto è avanzata davvero la trattativa con Figoli? E soprattutto: quali sono le reali intenzioni di Oughourlian, dopo anni di impegno economico e gestionale in Veneto? Al momento dalle parti del fondo Amber trapela solo riserbo, segno che la partita è ben più complessa di quanto appaia.
Una piazza divisa, ma vigile
Intanto la tifoseria osserva con crescente attenzione. Una parte degli appassionati vede di buon occhio l’ingresso di un investitore straniero ambizioso e dotato di risorse, soprattutto in un momento in cui il calcio italiano di Serie C fatica ad attrarre capitali. Un’altra parte, invece, teme un ridimensionamento o uno scollamento dal territorio, spingendo apertamente per una soluzione “padovana al 100%”.
I gruppi organizzati hanno mantenuto finora toni equilibrati, ma non mancano richieste di trasparenza e appelli affinché il club non perda il legame identitario con la città.
Sul tavolo, oltre alle quote di proprietà, ci sono i conti strutturali del club: investimenti negli impianti, il progetto-stadio, la gestione del vivaio, i rapporti con sponsor e fornitori. Elementi che rendono la scelta della nuova proprietà non solo un passaggio formale ma un vero punto di svolta nella storia recente del Padova.
Fonti interne confermano che gli advisor stanno valutando «tutte le possibili configurazioni societarie» e che entro dicembre potrebbe arrivare la formalizzazione della proposta di cessione di Oughourlian. A quel punto Peghin sarà chiamato a decidere rapidamente se esercitare o meno il suo diritto.
Quello che è certo è che Padova si trova davanti a un bivio. Da una parte l’ingresso di un investitore internazionale, pronto a portare nuove risorse e visioni. Dall’altra la possibilità di consolidare un progetto padovano, legato al territorio e alla continuità.
Nel mezzo, un presidente che nelle ultime ore ha scelto di uscire dalla prudenza e iniziare a muoversi con decisione. Il futuro del Calcio Padova, ancora una volta, passa dalle stanze riservate dove si gioca la partita più delicata: quella della proprietà.
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