12:10 pm, 24 Novembre 25 calendario

Un nuovo capitolo per la sicurezza dell’Appennino Centrale

Di: Redazione Metrotoday
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PAI distrettuali, AUBAC apre il confronto con geologi e ingegneri

Roma – La sicurezza idrogeologica dell’Appennino Centrale entra in una fase decisiva. L’Autorità di bacino distrettuale dell’Appennino Centrale (AUBAC) ha presentato oggi ai rappresentanti nazionali e regionali degli Ordini dei Geologi e degli Ingegneri i nuovi Progetti di Piano di Assetto Idrogeologico (PAI) – sia nella componente idraulica dedicata al rischio alluvioni, sia in quella geologica dedicata al rischio frane – recentemente adottati e destinati a diventare il principale riferimento tecnico e normativo per la pianificazione territoriale nei prossimi anni.

L’incontro, ospitato presso la sede dell’Autorità, ha riunito professionisti e istituzioni in un momento definito “strategico” dallo stesso Segretario Generale di AUBAC, Marco Casini, che ha sottolineato come il dialogo con gli Ordini rappresenti una fase imprescindibile del percorso verso l’approvazione definitiva dei PAI, prevista per febbraio 2026.

Superare la frammentazione, costruire un’unica visione di distretto

I nuovi PAI distrettuali segnano, di fatto, un cambio di paradigma. Per la prima volta, l’intero territorio dell’Appennino Centrale sarà governato da uno strumento unico, omogeneo e digitalizzato, capace di superare la complessità generata negli anni dalla presenza di numerosi PAI locali, spesso basati su criteri differenti e non sempre allineati con l’evoluzione normativa e climatica.

La nuova pianificazione introduce:

  • criteri aggiornati per classificare le aree a pericolosità idraulica e da frana;

  • norme di salvaguardia immediatamente operative, già al momento dell’adozione;

  • modelli idraulici e geologici ad alta risoluzione, basati su dati Lidar, telerilevamento satellitare e rilievi in campo;

  • un sistema cartografico consultabile in forma digitale attraverso il Digital Twin del distretto, che permetterà a tecnici e amministrazioni di visualizzare in tempo reale scenari di rischio, condizioni meteo-idrologiche e simulazioni previsionali.

“Un confronto necessario per garantire efficacia ai PAI”

La presenza delle rappresentanze degli Ordini nazionali e regionali dei Geologi e degli Ingegneri, insieme alle Federazioni regionali degli Ingegneri, ha reso l’incontro un momento di condivisione tecnica particolarmente rilevante. Il confronto diretto tra AUBAC e professionisti, chiamati quotidianamente a tradurre sul territorio gli indirizzi pianificatori, rappresenta infatti uno snodo fondamentale per assicurare l’effettiva efficacia dei nuovi strumenti.

Il confronto con gli Ordini e le Federazioni professionali è essenziale per rendere i PAI strumenti realmente operativi e capaci di orientare le decisioni sul territorio”, ha spiegato Casini nel corso della presentazione. “Questi nuovi PAI rappresentano una svolta per la sicurezza idrogeologica dell’Appennino Centrale: un quadro unico, moderno e digitalizzato che permette di superare le frammentazioni del passato e affrontare con maggiore efficacia le sfide del cambiamento climatico. La collaborazione con i professionisti sarà decisiva per garantire un’applicazione omogenea, partecipata e orientata al futuro.

Un territorio fragile che richiede strategie comuni

L’Appennino Centrale è oggi uno dei territori italiani più esposti ai fenomeni estremi generati dal cambiamento climatico. Precipitazioni intense e improvvise, periodi di siccità alternati a eventi alluvionali, instabilità dei versanti e incremento dei fenomeni franosi rappresentano una combinazione che richiede un coordinamento costante tra istituzioni, enti locali e professionisti.

I nuovi PAI avanzati da AUBAC rispondono a questa esigenza proponendo:

  • una mappatura aggiornata delle aree a rischio, con una scala di dettaglio superiore rispetto al passato;

  • l’individuazione di priorità di intervento per Comuni e Regioni;

  • linee guida uniformi per progettisti, tecnici e uffici pubblici;

  • l’integrazione con il quadro europeo della Direttiva Alluvioni, assicurando coerenza con il Piano di Gestione del Rischio Alluvioni (PGRA).

Digital Twin e dati aperti: la nuova frontiera della pianificazione idrogeologica

Uno degli elementi più innovativi illustrati durante l’incontro è stato il Digital Twin del distretto, una piattaforma che integra dati idrogeologici, topografici, meteorologici e climatici e consente di simulare scenari complessi in tempo reale. Grazie a questi strumenti, tecnici e amministrazioni potranno verificare immediatamente l’impatto potenziale delle loro scelte urbanistiche o progettuali, riducendo errori e aumentando la resilienza dei territori.

Si tratta di una rivoluzione silenziosa ma profonda: la pianificazione non è più un documento statico, ma un sistema vivo, aggiornabile e interrogabile in ogni momento.

La partecipazione attiva di geologi e ingegneri si conferma quindi centrale per trasformare i PAI da strumenti normativi in veri e propri strumenti operativi di governo del territorio. La ricostruzione post-sisma, la messa in sicurezza dei versanti e la progettazione delle infrastrutture critiche dipenderanno in modo crescente dall’efficacia e dall’applicazione capillare di questi strumenti.

24 Novembre 2025
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