Caso Yara Gambirasio: la difesa di Bossetti ottiene le copie del DNA
Bergamo / Milano — Dopo anni di battaglie processuali, la difesa di Massimo Bossetti, condannato in via definitiva all’ergastolo per l’omicidio di Yara Gambirasio, ha finalmente ottenuto un accesso fondamentale ai dati che rappresentano la prova centrale del caso: le copie integrali delle analisi genetiche, conservate su un hard disk. Il materiale comprende migliaia di tracciati di DNA, elettroferogrammi, grafici delle sequenze genetiche e anche fotografie ad alta risoluzione degli indumenti della vittima.
La lunga attesa della difesa
La consegna di questi dati avviene a quasi sei anni di distanza da una prima decisione della Corte d’Assise di Bergamo, che nel 2019 aveva già stabilito che la difesa potesse accedere ai reperti, seppure con limiti cautelativi. Ora, il Tribunale di Bergamo, con un provvedimento datato 17 giugno 2025, ha reso operativo quel diritto: le copie digitali dei tracciati di DNA e delle immagini saranno analizzate dal consulente della difesa, Marzio Capra, che è già noto per altri casi di cronaca.
Secondo i legali di Bossetti, gli strumenti a disposizione ora permetteranno di svolgere una revisione approfondita delle analisi, verificando se sono state condotte in modo corretto, se esistono margini di errore o se emergono elementi nuovi. “Ci vorranno mesi per analizzare tutto il materiale”, ha dichiarato l’avvocato Claudio Salvagni, tra i principali difensori dell’uomo.
Nell’hard disk ci sono 25 mila profili genetici e le tracce dell’“Ignoto 1”
Il dato più significativo: il supporto informatico consegnato alla difesa contiene l’equivalente di circa 25.000 profili genetici, raccolti durante le indagini iniziali condotte dai Carabinieri del RIS di Parma. Tra questi, vi è il famoso profilo denominato “Ignoto 1”: la traccia mista trovata sugli indumenti di Yara Gambirasio, che fu fondamentale per giungere all’identificazione di Bossetti come suo “portatore genetico”.
Oltre ai tracciati, la difesa ha ora accesso alle foto in alta definizione degli abiti indossati da Yara la notte della scomparsa, un materiale che non era mai stato visionato nella sua interezza. Questo set di dati, secondo la difesa, potrebbe contenere spunti decisivi per chiedere una revisione del processo.
Già da tempo, i legali di Bossetti sostengono che ci sia “materiale sufficiente per rifare un esame del DNA”. Nel 2024, hanno affermato che nel materiale originario erano presenti diluizioni e campioni che non erano stati verificati in modo esaustivo, tra cui 54 miscele genetiche usate come base per la comparazione.
Bossetti si è sempre dichiarato innocente, affermando di non capire “come il mio DNA sia finito sugli slip di Yara”. Con l’accesso alle copie complete, la difesa punta a mettere sotto la lente procedure, ereditarietà genetica, contaminazione possibile, e ogni ombra che possa sollevare dubbi sulla validità della condanna all’ergastolo, pronunciata in tutti e tre i gradi di giudizio e confermata in Cassazione nel 2018.
Scenari e conseguenze
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Revisione del processo: se dalle nuove analisi emergessero anomalie nelle modalità di raccolta o nei risultati del DNA, la difesa potrebbe avanzare formalmente un’istanza di revisione.
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Riscontro pubblico: la vicenda torna a sollevare l’attenzione dell’opinione pubblica su un caso che da anni è diventato simbolo di controversie tra scienza forense e giustizia penale.
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Precedente giuridico: l’accesso alle copie digitali delle analisi potrebbe aprire una strada per altri casi, specialmente quelli in cui il DNA è al centro della prova.

Non tutti guardano con favore questa apertura: alcuni criticano la lentezza del processo autorizzativo (sei anni), e altri temono che un nuovo scrutinio possa alimentare teorie complottiste. Altre voci – tra opinione pubblica e social media – sottolineano come il DNA nucleare, al centro del processo, fosse stato trovato su più indumenti di Yara, rendendo difficile spiegare una contaminazione.
Tuttavia, il punto fermo rimane: la giustizia deve poter tornare anche su prove delicate come quelle genetiche, se ci sono ragioni fondate per dubitare. E su questo si gioca il futuro della battaglia della difesa di Bossetti.
Il rilascio delle copie complete del DNA, dei tracciati elettroferografici e delle foto degli abiti di Yara rappresenta una pietra miliare in una vicenda giudiziaria che ha segnato l’Italia. Dopo anni di attesa, la difesa ottiene finalmente gli strumenti per un’analisi indipendente e approfondita. Se da queste analisi emergeranno nuovi elementi, potrebbe aprirsi la strada a una revisione del processo, mettendo nuovamente in discussione una delle condanne più discusse della cronaca moderna.
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