9:39 am, 22 Novembre 25 calendario

Addio a Ornella Vanoni, l’icona della canzone italiana si è spenta a 91 anni

Di: Redazione Metrotoday
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Milano — Un silenzio profondo cala sulla musica italiana: Ornella Vanoni, una delle voci più intense e riconoscibili della canzone del nostro Paese, è morta nella serata di ieri nella sua casa di Milano, colpita da un arresto cardiocircolatorio. Aveva 91 anni. Una vita dedicata all’arte: dal teatro alla canzone

Nata a Milano il 22 settembre 1934, Ornella Vanoni si è formata in ambito teatrale: fu allieva del grande regista Giorgio Strehler al Piccolo Teatro milanese. Da lì è partita una carriera che si è dipanata tra palcoscenico, televisione e soprattutto musica, per oltre sei decenni.

Con più di 55 milioni di dischi venduti e una discografia sterminata (album, EP, raccolte), Vanoni non è mai stata una cantante “di moda”: ha sempre cercato la profondità, la sperimentazione e l’onestà emotiva.

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La cantante della mala e della malinconia

Nel corso della sua lunga carriera, Vanoni ha intrecciato più anime: quella romantica, quella d’autore, quella sofisticata e quella popolare. Il suo timbro caldo, graffiato, capace di raccontare storie di amore ma anche di marginalità le ha valso il soprannome di “cantante della mala” quando interpretava canzoni ispirate al sottobosco urbano milanese.

Tra i suoi brani più celebri si ricordano Senza fine, Domani è un altro giorno, La musica è finita, L’appuntamento: quest’ultima ha varcato i confini nazionali grazie alla sua presenza nella colonna sonora del film Ocean’s Twelve (2004).

Ma Vanoni non si è mai seduta sugli allori: ha collaborato con artisti italiani e internazionali, da Toquinho e Vinícius de Moraes alla scena jazz, passando per cantautori come Paolo Conte, Lucio Dalla.

Il suo stile: eleganza, libertà, ironia

Oltre alla sua voce, Ornella Vanoni è stata un modello di stile e indipendenza. Capelli rossi, personalità forte, ironia tagliente: era una donna “libera”, come amava definirsi. Non ha mai avuto paura di parlare di sé, dell’età, della solitudine, né di scherzare con la morte stessa. In un’intervista aveva confessato di aver già scelto un abito di Dior per il giorno in cui non ci sarebbe più stata, con l’idea che le sue ceneri fossero disperse in mare, forse a Venezia.

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L’ultimo saluto: reazioni e memoria

La notizia della sua morte ha suscitato un’ondata di commozione. Personalità del mondo della cultura, amici, colleghi e fan hanno ricordato la “signora della musica”: la sua ironia, la sua profondità, il suo coraggio. Luciana Littizzetto ha scritto via social: “Tesora mia adorata”, mentre altri hanno evocato il suo modo unico di restare autentica anche sotto i riflettori.

Secondo i suoi desideri, il rito funebre sarà sobrio: aveva dichiarato di volere una bara “poco costosa” e di essere cremato, con le ceneri poi gettate in mare.

L’eredità di un mito

Ornella Vanoni lascia un vuoto immenso. Non solo per la vastità del suo repertorio, ma per il modo in cui ha attraversato le epoche senza rinunciare a se stessa. È stata pioniera: donna libera negli anni in cui la società la voleva in ruoli più convenzionali, artista che ha saputo reinventarsi discograficamente, teatrale, televisiva.

Il suo lascito va oltre le sue canzoni: è la testimonianza che “la musica italiana” non è solo melodia, ma racconto, emozione, identità culturale. Le sue interpretazioni resteranno nella memoria collettiva, così come la sua figura: elegante, coraggiosa, autentica.

La morte di Ornella Vanoni segna la fine di un’era: quella della grande canzone d’autore italiana vissuta con lo spirito della libertà e della sperimentazione. Ma il suo canto, la sua storia, la sua saggezza restano. L’Italia e il mondo della musica perdono una delle voci più nobili,  nelle note e nei silenzi che lei stessa avrebbe amato raccontare.

22 Novembre 2025
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