9:31 am, 22 Novembre 25 calendario

Accoltellamento a Corso Como: emergono i volti del branco

Di: Redazione Metrotoday
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Lo studente Bocconi resta invalido

MILANO — La notte del 12 ottobre scorso, un giovane di 22 anni, studente della Università Bocconi, è stato vittima di un’aggressione brutale nei pressi di Corso Como, nella zona della movida milanese. Dopo un pestaggio con calci e pugni, il gruppo ha infierito con due coltellate che hanno lasciato esiti drammatici: la vittima ha riportato gravi danni interni, tra cui una lesione al midollo spinale, ed è stata dichiarata invalida permanente a una gamba.

L’aggressione: dinamica e ricostruzione dei fatti

Secondo le indagini condotte dal Commissariato Garibaldi‑Venezia, l’aggressione è avvenuta intorno alle 3 del mattino in via Rosales, all’angolo con viale Montegrappa, a pochi passi da Corso Como.

La vittima, in stato di lieve alterazione alcolica, è stata avvicinata da un gruppo di cinque ragazzi. Inizialmente è partita la classica provocazione: “Hai una sigaretta?”, “Guarda come sei ridotto”, per poi chiedergli: “Hai da cambiare dei soldi?”

Lui ha estratto una banconota da 50 euro, che gli è stata strappata di mano da uno dei membri del branco. Quando ha provato a inseguirli per riprendersela, è scattato l’attacco: prima calci e pugni, poi, quando era già a terra, uno dei due 18enni ha estratto un coltello.

Le due coltellate sono state inferti al gluteo e al fianco sinistro. Il giovane è stato trasportato al Fatebenefratelli, in codice giallo, ma nel corso della notte le sue condizioni sono peggiorate: i medici hanno riscontrato una perforazione polmonare, una lesione a un’arteria e al midollo osseo. 

Conseguenze gravissime: invalidità permanente

Le ferite riportate non saranno edotte da una piena guarigione. Secondo la perizia medica, l’aggressione ha causato un danno gravissimo alla mobilità: la vittima rimarrà disabile per la gamba colpita, con alte probabilità di irreversibilità.

I testimoni medici hanno indicato che durante il ricovero il giovane ha perso quattro litri di sangue, ed è stato necessario un delicato intervento chirurgico per stabilizzarlo.

Chi sono gli aggressori

Le forze dell’ordine hanno arrestato cinque ragazzi, di cui due maggiorenni (18 anni) e tre minorenni (17 anni), tutti residenti nella zona di Monza o nei paesi limitrofi.

Due dei giovani maggiorenni avevano precedenti: uno per furto e l’altro per possesso di arma bianca.  Secondo gli investigatori, tra gli elementi decisivi per la loro identificazione ci sono video delle telecamere di sorveglianza all’incrocio tra via Rosales e viale Montegrappa, testimonianze e un coltello rinvenuto presso l’abitazione di uno di loro.

Intercettazioni choc: nulla di rimorso

Le intercettazioni ambientali svolte durante le indagini offrono un quadro inquietante della mentalità del gruppo. Alcuni dei ragazzi hanno detto frasi come:

  • “C’è un video dove lo scanniamo” 

  • “Speriamo che schiatti”

  • “Domani muore e non parla” 

Secondo la Gip che ha disposto le misure cautelari, gli aggressori hanno mostrato una sorta di “complicato compiacimento” per l’atto violento, senza alcun segno di pentimento.

Reazioni social e mediali

Lo sdegno per quanto accaduto è amplificato anche sui social: secondo fonti, alcuni aggressori si sarebbero vantati dell’aggressione su TikTok, commentando che non erano stati “ancora scoperti”. 

Il fatto ha rilanciato l’allarme sulla violenza giovanile nelle strade di Milano.  L’episodio non è isolato: il fenomeno delle aggressioni con coltello tra giovanissimi è in crescita, e alcuni denunciano come portare un coltello “in tasca” stia diventando quasi una moda. 

Il punto di vista istituzionale

La polizia di Milano, coordinata dal Commissariato Garibaldi-Venezia, ha ricostruito l’aggressione attraverso le immagini di videosorveglianza e i messaggi intercettati. Il quadro accusatorio comprende tentato omicidio pluriaggravato e rapina pluriaggravata, considerata la dinamica e la violenza del gesto.

Il procedimento giudiziario è in corso: i ragazzi maggiorenni sono finiti a San Vittore, mentre i tre minorenni sono stati portati al Beccaria.

Il profilo della vittima

La vittima è un giovane studente dell’Università Bocconi, una delle più prestigiose università private d’Italia. La sua storia personifica un dramma che non riguarda solo la sua mobilità fisica, ma la sua vita futura: il progetto accademico, le ambizioni e la serenità sono messi in discussione da un attacco che sembrava senza motivo se non per un piccolo denaro. 

La violenza giovanile a Milano

Questo episodio si inserisce in una tendenza più ampia denunciata da operatori della sicurezza e dell’educazione: l’uso di armi bianche tra adolescenti cresce, e molti di questi atti violenti nascono da provocazioni, banalità o voglia di sopraffazione. 

Secondo gli inquirenti, la rapina iniziale di 50 euro è stata una miccia che ha innescato una violenza ben pianificata: poi è arrivato il coltello, e con esso la tragedia.

Le conseguenze personali e sociali

Per lo studente Bocconi, le conseguenze sono di lungo termine: i medici avvertono che, nonostante le cure, è altamente probabile che la sua mobilità non torni come prima.

Per gli aggressori, il quadro giudiziario si fa sempre più pesante: oltre alle accuse penali, le intercettazioni complesse e la condotta post-trauma — vantare dell’atto, mancanza di rimorso — potrebbero costituire aggravanti rilevanti.

Infine, la vicenda accende un dibattito pubblico importante: su sicurezza, educazione dei giovani, responsabilità collettiva. 

22 Novembre 2025 ( modificato il 23 Novembre 2025 | 23:43 )
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