3:21 pm, 13 Novembre 25 calendario

Veneto 2025: gli scenari per le elezioni regionali

Di: Redazione Metrotoday
condividi

Una roccaforte apparentemente intatta.

Quando si guarda al panorama politico delle elezioni regionali in Veneto del 2025, i sondaggi restituiscono un’immagine che sembra favorevole al centro­destra: percentuali larghe, distacchi ampi, contesto poco sfidante. Eppure, dietro le cifre, si aprono domande su cosa possa determinare il risultato finale: candidature, mobilitazione elettorale, affluenza, liste civiche e la tenuta dei partiti. Questo articolo analizza i dati disponibili, li colloca nel contesto storico del Veneto e delinea i possibili scenari per la consultazione.

Secondo le rilevazioni più recenti, la coalizione di centrodestra si staglia nettamente in vantaggio, con stime che oscillano tra il 60 e il 64 % delle intenzioni di voto per il candidato presidente del blocco governativo. Sul fronte opposto, il campo del centrosinistra + Movimento 5 Stelle (M5S) appare accreditato tra il 32 e il 36 %.
Nel dettaglio dei partiti, una rilevazione estiva segnala:

  • Fratelli d’Italia (FdI) attorno al 30 % delle preferenze;

  • Partito Democratico (PD) circa al 21,9 %;

  • Movimento 5 Stelle (M5S) intorno al 11,9 %;

  • Forza Italia (FI) attorno all’11 %;

  • Lega Nord (Lega) circa 8,6 %;

  • Altre liste minori e componenti locali tra il 1‑3 %.
    Un’altra rilevazione più recente colloca il distacco del centrodestra sul candidato presidente attorno ai 30 punti.

Le ragioni del vantaggio del centrodestra

Radicamento territoriale
Il Veneto ha vissuto un lungo ciclo di amministrazione a guida centrodestra, con forte presenza della Lega e delle liste civiche collegate. Il consenso verso il modello del governatore uscente ha funzionato da volano, consolidando la fiducia.

Candidatura forte e continuità di visibilità
Il nome del centrodestra appare credibile e percepito come garanzia: anche se il governatore uscente non potrà ricandidarsi per legge, il ricambio appare già organizzato e sostenuto. Nel campo progressista, invece, la scelta del candidato è meno consolidata e questo alimenta incertezza.

Gap nella coalizione di opposizione
Il centrosinistra + M5S attraversa un momento di ricomposizione: alleanze da definire, liste da costruire, profili da convincere. In uno scenario in cui la mobilitazione elettorale è fondamentale, il blocco di opposizione sembra partire da un posizionamento più debole.

Effetto affluenza e mobilitazione
Un dato importante nei sondaggi è la quota di indecisi o potenziali astenuti: in Veneto si stima un livello elevato di elettori non ancora convinti o poco mobilitati, fattore che in una regione con forte organizzazione territoriale del centrodestra può tradursi in vantaggio.

Il «cemento» politico regionale

Nel 2020 il presidente uscente Zaia vinse con percentuali attorno al 76,8 % dei consensi, un risultato di gran lunga superiore a qualsiasi media nazionale. Il partito della Lega e le formazioni collegate avevano allora beneficiato di una enorme fiducia.
Da allora però le condizioni sono cambiate: la Lega ha visto flessioni, mentre FdI ha guadagnato terreno, modificando gli equilibri nel centrodestra. Il PD e il M5S hanno cercato di ricomporsi, pur con limitati scossoni al consenso.
Pertanto, anche se il voto sembra già scritto, la partita è più complessa di quanto possa sembrare: le percentuali sembrano confermare lo status quo, ma le ragioni profonde (mobilitazione, affluenza, liste civiche) possono modificare l’epilogo.

Fattori da monitorare

  • La candidatura ufficiale del centrodestra: in un contesto dove il governatore uscente non può ricandidarsi, la scelta del nome e la coesione della coalizione saranno fondamentali.

  • Lista civica “Zaia” e possibilità alternative: si è parlato di una lista legata al governatore uscente – la sua presenza o assenza potrà influenzare la mobilitazione.

  • Affluenza e astensione: in regioni tradizionalmente a mobilitazione elevata, un calo dell’affluenza può spostare l’equilibrio.

  • Mobilitazione del campo progressista: la capacità del centrosinistra + M5S di costruire una alleanza coesa e di attivare il proprio elettorato sarà la molla per contenere il gap.

  • Liste territoriali: la forza dei sindaci, delle liste civiche e delle preferenze locali può determinare la traduzione delle intenzioni di voto in seggi.

Scelta amministrativa e geopolitica

Le elezioni regionali non sono solo un voto locale: per il Veneto, tratto chiave del Nord‑Est, rappresentano un test politico nazionale. Il centrodestra punta a rafforzare la propria posizione come blocco dominante anche nelle regioni, mentre l’opposizione vuole dimostrare che il cambiamento è possibile anche in territori storicamente difficili.
Un successo netto del centrodestra confermerebbe – a livello simbolico – che la propria egemonia territoriale è ancora forte. Un recupero dell’opposizione, invece, segnerebbe un segnale di cambiamento che andrebbe oltre i confini regionali.

I sondaggi per le elezioni regionali in Veneto 2025 mostrano un vantaggio consistente del centrodestra, ma non a prova di errore.Il vero terreno di sfida sarà la traduzione delle intenzioni in voto, la partecipazione elettorale e la qualità delle campagne elettorali e delle candidature.
In una regione dove il centrodestra ha governato a lungo e dove la mobilitazione territoriale è forte, è lecito aspettarsi una vittoria confermata.

13 Novembre 2025 ( modificato il 14 Novembre 2025 | 15:30 )
© RIPRODUZIONE RISERVATA