11:32 am, 9 Novembre 25 calendario

Quando la medicina diventa pericolosa: un medico generico circoncide oltre 40 bambini

Di: Redazione Metrotoday
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Nel cuore del Trentino, un ambulatorio apparentemente ordinario si è rivelato luogo di pratiche sanitarie non solo non autorizzate, ma potenzialmente pericolose per la vita e la salute dei minori. Un medico di medicina generale è stato posto agli arresti domiciliari con l’accusa di aver eseguito, dal 2022, almeno 40 interventi di circoncisione su bambini — molti di origine straniera — in uno studio privo delle necessarie autorizzazioni, senza controllo anestesiologico adeguato e con modalità ritenute dall’autorità giudiziaria “inappropriate e rischiose”.
Tra libertà culturali, norme sanitarie, tutela dei minori e responsabilità professionali, emerge un quadro complesso che richiede riflessione, regolazione e vigilanza.

La dinamica del reato e i rilievi investigativi

L’operazione dei carabinieri del Nas ha iniziato a prendere forma quando diversi pediatri hanno notificato anomalie riguardo alcuni piccoli pazienti visitati dopo aver subito circoncisioni in ambulatori non ospedalieri. Le indagini della Procura di Trento hanno poi portato alla luce che lo studio del medico, situato nella provincia, fungeva da “laboratorio” per interventi di circoncisione rituale o culturale, per lo più richiesti da famiglie straniere.
L’ambulatorio risultava privo delle autorizzazioni per eseguire interventi chirurgici, carente sotto il profilo igienico‑sanitario, e l’attività veniva svolta dal medico generico con l’assistenza dei propri figli, non abilitati alle professioni sanitarie. Gli investigatori, durante la perquisizione, hanno rinvenuto: un lettino pediatrico con cinghie di contenimento, bisturi elettrico, confezioni di benzodiazepine, anestetico locale, e un biglietto da visita in cui il medico si presentava come “esperto in circoncisione” (o con riferimento esplicito alla pratica).
Tra i casi più gravi, uno dei bambini è stato portato in ospedale per una intossicazione da benzodiazepine dopo che durante l’intervento gli era stata somministrata una dose eccessiva per sedarlo. Questo episodio ha fornito uno degli elementi decisivi per l’emissione dell’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari nei confronti del medico.

Le dimensioni del fenomeno e gli aspetti normativi

Si stima che in Italia ogni anno tra i 4.000 e i 5.000 bambini vengano sottoposti a circoncisione per ragioni culturali, religiose o igieniche. Tuttavia, uno studio stima che almeno il 35% di questi interventi venga eseguito al di fuori delle strutture autorizzate, in ambulatori non idonei o addirittura in ambito domestico. Le attuali normative italiane non impediscono la circoncisione rituale, ma prescrivono che l’intervento venga effettuato in ambiente clinico adeguato e con assistenza anestesiologica, quando ne ricorrano i presupposti.
Nel caso oggetto dell’indagine, il medico ha eseguito il procedimento in uno studio privo delle autorizzazioni per interventi chirurgici, e senza l’adeguata assistenza, esponendo i bambini a rischi che vanno oltre la semplice “irregolarità”. Le implicazioni sono sia penali che sanitarie: eseguire un atto chirurgico senza i requisiti significa violare norme di tutela del minore, del paziente e della sicurezza sanitaria.

Cultura, religione e diritti del minore

La circoncisione nei bambini è una pratica antica e presente in molte culture: in alcune comunità islamiche, ebraiche, africane o cristiano‑copte è vista come rito di passaggio, simbolo religioso o motivazione igienica. Tuttavia, la presenza del rito non esonera dal rispetto delle normative sanitarie e della tutela del minore. Il confine tra libertà religiosa o culturale e protezione della salute del bambino è spesso oggetto di dibattito.
In questo specifico caso, le famiglie coinvolte – in gran parte straniere – potrebbero aver considerato l’intervento come pratica culturale ordinaria. Ma la modalità in cui è stata eseguita, fuori dai luoghi autorizzati e con modalità inadeguate, fa emergere la vulnerabilità di quei bambini: minorenni esposti a procedure chirurgiche senza adeguate garanzie. Il fatto che l’ambulatorio fosse pubblicizzato con slogan specifici per circoncisione, e che le prestazioni fossero offerte anche a soggetti fuori regione, proietta il caso su un piano non solo locale ma nazionale.

Una tendenza considerata

Non si tratta di un fenomeno isolato. Già in passato vi sono stati casi analoghi in altre regioni italiane, in cui presunte circoncisioni rituali sono state eseguite in contesti non idonei o senza la documentazione e l’assistenza adeguate. In un caso avvenuto nel 2019 in provincia di Bolzano, un chirurgo di ospedale pubblico era stato condannato per aver eseguito circoncisioni a carico del servizio sanitario senza patologia medica. Spesso, la mancanza di un quadro normativo uniforme spinge alcune famiglie a rivolgersi a strutture private o non autorizzate, a volte in paesi terzi o in ambiti ambulatoriali.
Questi precedenti mostrano che il confine tra intervento legittimo e abuso sanitario è sottile, e che il sistema di controllo — negli ambiti delle strutture private o ambulatoriali — può presentare lacune. Il caso di Trento però dimostra che la proliferazione di centri abusivi può diventare un problema sistemico, non solo un episodio isolato.

Le implicazioni sanitarie e di sicurezza

Dal punto di vista medico, la circoncisione è un intervento che, pur essendo spesso semplice, non è privo di rischi: emorragie, infezioni, lesioni ai tessuti, problemi anestesiologici. Nei minori, le condizioni stesse — età, cooperazione, dolore, ansia — aumentano la complessità. L’utilizzo di sedativi o benzodiazepine, come nel caso in esame, comporta ulteriori rischi: troppo sedati, i bambini possono essere soggetti a problematiche respiratorie, cardiovascolari o richiedere un pronto soccorso. L’assenza di un anestesista, l’uso di strumenti non approvati, l’assenza di assistenza qualificata rendono lo scenario ancora più critico.
Inoltre, la diffusione di ambulatori abusivi rappresenta un rischio per la salute pubblica: mancano registrazioni, tracciabilità, standard igienici e controllo di qualità. L’intervento, sebbene richiesto dalle famiglie, può trasformarsi rapidamente in pericolo.

L’intervento delle autorità e la risposta dell’Ordine professionale

A seguito dell’indagine, è scattato il sequestro preventivo dell’ambulatorio, l’arresto (domiciliari) del medico titolare e la denuncia del figlio che svolgeva assistenza infermieristica senza titolo. La Procura di Trento ha evidenziato che le indagini hanno rilevato che gli ambiti erano “strumenti chirurgici, sedativi, lettini con dispositivi di contenimento dei bambini”, tutti elementi che indicano l’esecuzione ripetuta di interventi in condizioni non idonee.
L’Ordine provinciale dei Medici ha commentato che ogni intervento chirurgico in minore deve rispettare regole rigide, che non è la famiglia a decidere tutto, e che la tutela del paziente — prima ancora del diritto alla pratica culturale o religiosa — è prioritaria. Si valuta la necessità di una procedura più stringente per interventi di circoncisione infantile, con requisiti chiari di esperienza, struttura, assistenza anestesiologica e follow‑up.
Sul piano legislativo, cresce la pressione affinché la circoncisione rituale venga regolamentata in modo più uniforme: individuare il contesto ambulatoriale idoneo, l’obbligo di informazione ai genitori, il consenso informato al minorenne (ove applicabile) e la vigilanza sugli studi privati che offrono questo servizio.

Le reazioni delle famiglie e delle comunità

Dalle interviste realise emerge il timore delle famiglie – in particolare quelle immigrate – di trovarsi in un limbo: desiderano che le tradizioni siano rispettate, ma non conoscono sempre i rischi sanitari o le normative italiane. Alcuni genitori hanno dichiarato di essersi rivolti all’ambulatorio per rapidità, minor costo o per evitare lunghe liste d’attesa negli ospedali; altri di aver ricevuto pubblicità mirate. Il risultato è che un atto che avrebbe potuto essere eseguito in ospedale in condizioni di sicurezza è stato vissuto come “una prestazione da privato”, con tutti i rischi del caso.
Le comunità religiose interessate sottolineano che la circoncisione rituale è un diritto culturale, ma che non può essere praticata in modo tale da compromettere la salute dei bambini. Alcuni rappresentanti hanno chiesto più collaborazione tra sanità pubblica e associazioni religiose per garantire che la pratica avvenga in strutture autorizzate.

Alcune linee di intervento necessarie:

  • rendere accessibile a tutte le famiglie l’intervento in ospedale, magari con tariffe agevolate o integrazione nei servizi sanitari pubblici;

  • creare linee guida chiare per gli ambulatori privati che offrono circoncisioni, con registrazione obbligatoria, controlli periodici, standard igienico‑sanitari e tracciabilità;

  • promuovere campagne informative rivolte alle famiglie immigrate sulle modalità sicure dell’intervento, sul consenso informato, sui rischi;

  • potenziare i controlli delle autorità sanitarie e dei Nas sugli studi privati che offrono prestazioni chirurgiche senza i titoli o i requisiti richiesti;

  • valutare l’introduzione di normative specifiche che regolino la circoncisione rituale post‐natale in minore, definendo standard minimi e modalità di partecipazione volontaria, consapevole e sicura.

La vicenda del medico di Trento che ha circonciso oltre 40 bambini in uno studio abusivo non è solo un fatto di cronaca: è un campanello d’allarme che richiama l’interazione tra sanità, cultura, tutela del minore e legalità. Quando un atto che si vuole tradizionale o culturale viene affidato a strutture non idonee, la disciplina medica e la protezione dei più piccoli emergono come priorità che devono prevalere.
In un paese che accoglie pluralità culturali crescenti, la sfida è garantire che le pratiche rituali o tradizionali non vengano eseguite al di fuori della legge, della sicurezza e della tutela del minore. Le autorità sanitarie, le comunità religiose, le famiglie e il legislatore sono tutti chiamati a collaborare per evitare che “cura” e “tradizione” diventino fonte di rischio.

9 Novembre 2025 ( modificato il 10 Novembre 2025 | 10:14 )
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