6:24 pm, 9 Novembre 25 calendario

Bergamo tra industria e idee: tre giorni di ”fabbrica del pensiero”

Di: Redazione Metrotoday
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«Un conto è giudicare, un altro decidere». Con queste parole il ministro dell’Economia e delle Finanze Giancarlo Giorgetti ha chiuso a Bergamo la tre‑giorni del Festival Città Impresa, evento che ha trasformato la città in un vero e proprio laboratorio delle nuove politiche industriali. L’edizione 2025, sul tema L’Europa alla prova”, si è chiusa con un messaggio provocatorio: alla vigilia della legge di bilancio e in un momento di grandi tensioni internazionali, l’Italia – sostiene Giorgetti – sta puntando su manovra e ambiti strategici «nel giusto».

Dal 7 al 9 novembre, Bergamo ha ospitato oltre 120 relatori e più di 50 panel tra dibattiti, talk e tavole rotonde nei luoghi simbolo del sistema produttivo e della ricerca (tra cui il centro dell’innovazione Kilometro Rosso). Promosso da ItalyPost e da partner istituzionali e industriali – fra cui il Comune e la Camera di Commercio di Bergamo, e la Confindustria Bergamo – il festival si conferma come uno dei principali appuntamenti italiani nel dialogo tra imprese, istituzioni e cultura economica.
Temi centrali: la politica industriale, la transizione energetica, la geopolitica economica, l’innovazione 4.0, il modello europeo alla prova di Cina, Stati Uniti e crisi globali. Bergamo ha trasformato per qualche giorno “fare impresa” in riflessione nazionale.

Le parole di chi decide: Giorgetti e la manovra

In chiusura, Giorgetti non ha fatto sconti: rispondendo alle critiche di enti come Bank italia e Istat sulla manovra, ha affermato che «siamo stati massacrati da chi può farlo, ma pensiamo di essere nel giusto».
Ha ribadito che gli interventi della legge di bilancio sono rivolti non ai “ricchi” ma al ceto medio – spiegando che la platea fino a 50.000 euro di reddito viene considerata – e ha chiesto che il Parlamento sostenga misure come iper e super‑ammortamenti: leve fiscali decisive per la modernizzazione delle imprese.

Sul fronte del credito, il ministro ha lanciato un appello alle banche affinché tornino a concentrarsi sull’economia reale, ribadendo che «è più semplice fare profitto con la gestione patrimoniale, ma è con il credito che si fa crescere il Paese». 
Sul piano europeo, poi, ha indicato come priorità una strategia industriale comune per l’UE, capace di reagire alla competizione mondiale, soprattutto alla pressione cinese, e di difendere la competitività delle aziende italiane.

Energia, imprese e nuove politiche: i dibattiti che guardano al futuro

Uno dei momenti più seguiti del festival è stato il panel “Il futuro dell’energia. L’opzione nucleare”, moderato dal giornalista Luca Pagni e al quale hanno partecipato figure istituzionali, appartenenti alla ricerca e all’industria. Tra gli interventi di rilievo:

  • Il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin ha richiamato l’Italia «a essere nelle condizioni di scegliere» e ha sottolineato che la sola transizione verde non basta per la sicurezza energetica.

  • Il direttore del dipartimento nucleare della ENEA, Alessandro Dodaro, ha spiegato come i reattori modulari (SMR) siano oggi una tecnologia matura e vicina all’industrializzazione.

  • Il direttore del centro tecnologico Kilometro Rosso, Salvatore Majorana, ha illustrato esperienze di frontiera su reazioni a bassa energia (LENR), sottolineando l’apertura verso modelli innovativi di energia pulita.

Durante la tavola rotonda il presidente di SIAD e vice‑Presidente Confindustria Bergamo, Bernardo Sestini, ha ribadito che «non possiamo continuare a contare solo sulla resilienza delle imprese: servono politiche stabili e costi energetici sostenibili».
L’ambientalista Rosa Filippini ha evidenziato come l’ostacolo non sia più tanto tecnologico quanto culturale: «Serve un nuovo consenso informato sul nucleare».
Infine, il fisico nucleare Fabio Pistella ha ricordato il ritardo storico dell’Italia e invitato a recuperare il tempo perso con approccio pragmatico e modelli industriali già sperimentati in altri paesi.

Imprese, globalizzazione e contesto geopolitico

In un altro panel, lo storico e editorialista Maurizio Molinari ha analizzato la “nuova era dell’incertezza” in cui vive l’economia mondiale: caratterizzata da conflitti, rivalità tecnologiche, guerre commerciali e una globalizzazione che si frantuma.
Secondo Molinari, l’Europa rischia di subire la concorrenza cinese e americana se non trova un asse industriale chiaro.

Sul versante nazionale, imprese italiane esprimono preoccupazioni: costi energetici elevati, regolamentazione estenuante, difficoltà a investire in innovazione se non sono garantiti gli incentivi e una cornice stabile.

Le aziende testimoniano: tra innovazione e fragilità

Durante il festival sono emerse anche testimonianze dirette di imprese, dalle PMI ai gruppi internazionali, che hanno ribadito come la trasformazione digitale, l’economia circolare e la sostenibilità stiano imponendo scelte strategiche.
In particolare, il tema degli iper‑ammortamenti – misure fiscali che permettono alle aziende di dedurre una quota maggiorata degli investimenti in beni strumentali – è stato fatto oggetto di attenzione, proprio per via della centralità data dal ministro Giorgetti.

Imprese del territorio bergamasco hanno raccontato come la pandemia, la crisi energetica e le tensioni geopolitiche abbiano aumentato il bisogno di prevedibilità e regole chiare: in uno scenario incerto, l’investimento si ferma se manca certezza.

Il valore del Festival: uno sguardo sul sistema industriale italiano

Il Festival Città Impresa ha una storia che parte dal 2008 e che ogni anno – con edizioni a Treviso e Bergamo – mette sotto i riflettori il ruolo dei territori industriali italiani. L’edizione del 2025 con il tema “L’Europa alla prova” ha ribadito il senso dell’iniziativa: non solo networking, ma riflessione collettiva sulla strategia di sistema. 
Il direttore del Festival, Filiberto Zovico, l’ha definito «laboratorio delle nuove politiche industriali»: a Bergamo si è tentato di mettere in connessione istituzioni, imprese e mondo culturale per offrire visioni concrete e non solo stimoli ideali.

Uno sguardo alle storie precedenti

Negli anni passati il Festival ha ospitato figure di rilievo internazionale e nazionale: dai commissari europei agli amministratori delegati di imprese globali. Ha rappresentato un ponte fra Nord Est produttivo e vocazione internazionale. Il fatto che ora l’energia nucleare, l’industrializzazione verde e le sfide europee siano al centro del dibattito indica chiaramente quanto il tema della competitività industriale italiana sia divenuto prioritario.

L’edizione 2025 segna un punto di svolta: le prossime leggi industriali, la manovra economica, la strategia energetica e la politica europea dovranno essere coerenti con le indicazioni emerse a Bergamo. Le imprese chiedono chiarezza, tempi certi, regole stabili e condizioni competitive allineate.
Sul fronte energetico, l’Italia si trova davanti a una scelta: puntare sulle rinnovabili sì, ma anche valutare il nucleare e le tecnologie emergenti. Sul fronte industriale, serve un modello che tenga conto della geopolitica e della frammentazione della produzione globale. Sul fronte fiscale e finanziario, servono misure che incoraggino l’investimento piuttosto che penalizzarlo.

Bergamo come cartina tornasole

Il Festival Città Impresa 2025 si è chiuso con una battuta forte del ministro Giorgetti – «pensiamo di essere nel giusto» – ma soprattutto con un invito alla coerenza tra parola e azione. Bergamo è diventata non solo location, ma cartina tornasole della sfida italiana: quella di recuperare visione, tempo e sistema.
Se davvero l’Italia è “nell’ora della scelta”, come hanno detto i protagonisti del festival, allora non basta essere presenti: bisogna incidere. Il 2026 sarà l’anno della verità per le politiche industriali, dell’energia e dell’Europa.

9 Novembre 2025
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