9:54 am, 7 Novembre 25 calendario

Khabarovsk: quando la corsa nucleare sottomarina entra in una nuova dimensione

Di: Redazione Metrotoday
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Un varo che scuote i fondali del potere

Il 1° novembre 2025 si è ufficialmente svolta la cerimonia di varo del sottomarino nucleare K‑329 Khabarovsk (progetto 09851) presso i cantieri Sevmash di Severodvinsk, nella Russia settentrionale. Alla presenza del ministro della Difesa russo e del comandante in capo della Marina, è stata annunciata una nuova «era» per la deterrenza sottomarina di Mosca. Questo battello di circa 10.000 tonnellate – secondo fonti russe – è progettato per ospitare il drone sottomarino nucleare Poseidon, una tipologia di arma definita da molti esperti come «doomsday‑torpedo», capace di colpire infrastrutture costiere e propagare onde radioattive.

L’evento giunge dopo l’annuncio, soltanto pochi giorni prima, della riuscita prova del drone Poseidon, con l’attivazione del suo reattore nucleare in ambiente subacqueo. Con questa mossa, Mosca manda un segnale chiaro: la dimensione nucleare subacquea viene elevata a protagonista strategico in un contesto geopolitico già grave.

La Classe Khabarovsk e il ruolo del Poseidon

Secondo fonti dettagliate, la Classe Khabarovsk (Progetto 09851) nasce come unità “ad uso speciale”, progettata non tanto per la tradizionale funzione di sottomarino d’attacco o missilistico, quanto per fungere da vettore di sistemi robotici subacquei e torpedini nucleari autonome. È caratterizzata da scafo ibrido, assenza di tubi verticali per missili balistici nella versione standard, ma capacità di ospitare da 3 a 6 droni Poseidon – secondo le stime più prudenti.

Il drone Poseidon, dal canto suo, rappresenta un asset senza precedenti: alimentazione nucleare, capacità di immersione profonda, autonomia strategica e potenziale distruttivo enorme. Nell’ultimo annuncio russo è stato dichiarato «oltre 10.000 km di raggio, velocità circa 200 km/h, e profondità operative superiori a 1.000 m». Questa combinazione lo rende, nei termini dei sistemi occidentali, “quasi inintercettabile”.

Il Khabarovsk è pensato come ‘mothership’ per droni subacquei nucleari. Non solamente un sottomarino di forza, ma un vero e proprio game‐changer per la dottrina russa di deterrenza.

L’operazione arriva in un momento in cui la Russia, ancora impegnata nel conflitto in Ucraina, sta cercando di rilanciare la propria proiezione strategica globale, soprattutto nel teatro artico e nelle acque atlantiche. Il varo di un sottomarino che porta droni nucleari indica un messaggio diretto ai rivali: difesa costiera, protezione degli approcci marittimi e capacità di colpire a distanza sono diventati elementi centrali nella nuova corsa agli armamenti.

Va ricordato che l’inizio dei lavori all’unità risale al 2014, e che i ritardi nel completamento e nelle prove sono stati numerosi. Il fatto che oggi il battello venga varato non implica ancora la piena operatività: una serie di prove in mare, collaudi del sistema Poseidon e training dell’equipaggio devono ancora essere completati, probabilmente entro il biennio 2026‐27.

Deterrenza, Nato e rimesse strategiche

Il varo del Khabarovsk e il potenziale impiego del drone Poseidon hanno diverse implicazioni strategiche:

Deterrenza russa: L’assetto è pensato per garantire una “seconda punizione” (second‑strike) credibile anche in ambiente marino. Il messaggio è che non solo i sottomarini balistici, ma anche robot sottomarini nucleari autonomi, fanno parte della catena dell’arsenale russo.

Relazione con la NATO: Con alleati come USA, Regno Unito e Norvegia che monitorano le acque artiche e atlantiche, l’apparizione di nuovi sottomarini con droni nucleari cambia i calcoli di sorveglianza, antinave e anti‑sottomarino.

Risposta occidentale: Finora gli Stati Uniti e la NATO hanno reagito con monitoraggio e accrescimento della sorveglianza sottomarina nell’Artico e nel Nord Atlantico. L’entrata in servizio (o avvicinata) del Khabarovsk potrebbe provocare un’accelerazione del riarmo sottomarino o anti‑drone.

Messaggio politico interno ed esterno: Il presidente russo ha usato la riuscita del test Poseidon e il varo del battello come strumenti di propaganda: la Russia “non si inchina”, la sua deterrenza è robusta, “non esiste nulla di simile al mondo”.

Scenari

Escalation sottomarina: gli USA/NATO reagiranno con maggior spinta verso sottomarini atomici, pattugliamenti artici e sistemi anti‑drone subacquei. La competizione navale si intensifica.

Stallo tecnologico e ritardi: se i test di Poseidon o l’integrazione con Khabarovsk risultassero complessi, la Russia potrebbe avere un vantaggio lanciato ma non ancora consolidato, dando tempo agli avversari di adeguarsi.

L’Italia, in quanto membro della NATO e con interessi marittimi nel Mediterraneo e nell’Adriatico, deve considerare le implicazioni del nuovo sottomarino russo:

  • Potenziale allargamento della sfera d’azione russa verso Atlantico‑Artico e Mediterraneo attraverso sistemi sottomarini avanzati.
  • Necessità di rafforzare sorveglianza, sistemi anti‑drone marittimi e coop interalleata.
  • Implicazioni per la sicurezza marittima, per l’assetto strategico della NATO e per la pianificazione della difesa sovranazionale.
  • Opportunità di partecipare a programmi di sorveglianza congiunta, anti‑sottomarino, scambio di intelligence sulla tecnologia drone subacquea.

Il varo del Khabarovsk non è soltanto un’altra unità navale nella flotta russa: è una dichiarazione chiara di come la deterrenza nucleare stia cambiando. Il sottomarino che porta droni nucleari apre una nuova fase della competizione globale, in cui profondità, autonomia e capacità subacquee definiscono il potere militare come mai prima d’ora.

I mari si fanno più pericolosi, le regole della guerra sotto i mari cambiano, e per gli strateghi occidentali diventa urgente comprendere cosa significhi una “arma che non può essere intercettata”.

7 Novembre 2025 ( modificato il 6 Novembre 2025 | 15:01 )
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