Levante e l’inedito di Bianca D’Aponte: quando la voce che non c’è più si fa ascoltare
È un momento carico di emozione e di memoria quello che vive in questi giorni il mondo della canzone d’autore italiana al femminile. La cantautrice Bianca D’Aponte – scomparsa prematuramente nel 2003 all’età di 23 anni – torna infatti a farsi ascoltare grazie a un brano inedito, e lo fa attraverso l’interpretazione di Levante che, in qualità di madrina della 21ª edizione del Premio Bianca D’Aponte lo porta sul palco con forza e delicatezza. Questo connubio fra passato e presente, memoria e rinascita artistica, segna una tappa importante non solo per le protagoniste ma per l’intero panorama musicale italiano.
Un brano che grida e sussurra: “Via da me”
Il titolo dell’inedito è Via da me. Frutto di ritrovamenti dall’archivio personale di Bianca D’Aponte, il brano è stato restaurato, rielaborato e affidato all’interpretazione di Levante per dare nuova vita a una voce che era rimasta in silenzio troppo presto. L’operazione non è semplicemente una ripubblicazione, ma un atto di recupero e valorizzazione: una cantautrice che non ha potuto vedere la piena realizzazione del proprio potenziale oggi “ritorna” attraverso la cura di chi la merita e la stima.
Levante, che ha scelto di cantarlo sullo stesso palco del Premio cui D’Aponte è dedicata, dichiara di sentirsi “onoratissima” di poter presiedere la giuria e omaggiare l’artista scomparsa, e al tempo stesso sente il peso e la responsabilità di una voce che non può tradire. Questa doppia dimensione – figura di riferimento del presente, testimone del passato – è ciò che rende l’evento denso di significati.

Il Premio Bianca D’Aponte: un laboratorio di cantautorato femminile
Il Premio Bianca D’Aponte nasce nel 2005, pochi anni dopo la scomparsa della giovane artista campana, con l’obiettivo di promuovere la canzone d’autore al femminile in Italia. Ogni anno vengono selezionate finaliste da tutto il Paese – da Torino a Trapani, dal Canton Ticino a Napoli – e l’edizione 2025 è stata particolarmente simbolica: la presenza di Levante come madrina, il rilascio del brano inedito, l’uscita parallela di un album‑tributo con la voce di Bianca, tutto contribuisce a renderla speciale.
L’edizione attuale vede dieci finaliste, una giuria composta da figure di rilievo della musica e della cultura, e un evento che non è solo premio ma momento di formazione, confronto e rete tra nuove artiste e professioniste affermate. Il Premio è diventato nel tempo un punto di riferimento del cantautorato femminile italiano, uno spazio dove emergono personalità autentiche, storie personali, voci pronte a raccontare.
Chi era Bianca D’Aponte
Era il 1999 quando Bianca vinse il Premio Fabrizio De André, fu segnalata come “voce nuova” nel panorama della canzone d’autore, cominciò a esibirsi con chitarra e testi carichi di poesia, disagio, sogni. Pochi anni dopo, la morte l’ha strappata via troppo presto. Ma il suo repertorio – frammentato, inedito, mai completamente pubblicato – ha continuato a circolare in forma ridotta, in concerti‑omaggio, in registrazioni amatoriali.
Nel 2025, grazie a un progetto curatoriale e discografico, viene dato alle stampe l’album Bianca D’Aponte – Ensemble per Bianca, che contiene dieci tracce inedite, restaurate e rifinite, accompagnate da musicisti amici e colleghi del premio. In questo contesto s’inscrive il gesto di Levante che interpreta “Via da me”: non solo un singolo, ma tassello di un racconto più ampio, un ponte tra memoria e contemporaneo.

Levante tra musica, scrittura e identità
Levante, da parte sua, è una figura poliedrica: cantautrice con album alle spalle, autrice di romanzi e poesie, interprete capace di attraversare generi e atmosfere. Essere madrina del Premio Bianca D’Aponte significa assumere un ruolo di garante, ma anche di interprete soggetta a una doppia responsabilità – quella verso la propria carriera e quella verso un’eredità. Il suo modo di affrontare “Via da me” è delicato, rispettoso, consapevole della carica emotiva. In un’intervista ha dichiarato che ha «sentito una presenza» nell’interpretare quel brano, «una responsabilità di essere la voce per chi quella voce non ha più».
Un brano inedito ha sempre un fascino speciale: è ciò che non è mai stato mostrato, ciò che poteva essere e non è stato. Nel mondo della canzone d’autore, scoprire un pezzo che l’artista non ha pubblicato è come aprire una valigia di ricordi, possibilità, potenzialità. Con Bianca D’Aponte questo valore si moltiplica: perché il percorso si è interrotto, perché il suo nome è diventato simbolo, perché la donna‑cantautrice ha trovato nel premio un’eco che continua.
La scelta di affidare l’interpretazione a un’artista contemporanea (Levante) offre una doppia chiave: da un lato la valorizzazione del patrimonio, dall’altro la rilettura alla luce del presente. Non è un semplice omaggio, ma un dialogo intergenerazionale tra chi ha scritto e chi interpreta, tra chi era promessa e chi è figura affermata.
Il palco di Aversa e lo sguardo al futuro
Durante il Premio, il palco del Teatro Cimarosa di Aversa ha visto esibirsi le dieci finaliste con brani inediti: storie personali, testi epici, esperienze di donna, città, identità, amore, perdita. Il contest non è solo palco, ma anche momento di formazione: masterclass, incontri, momenti di networking. Nell’edizione 2025 troviamo nomi come Giglio (Torino), Indelicato (Trapani), Lumen (Taranto), Malto (Siena), Momi (Udine), Nove (Genova) e altri. Questo panorama testimonia che il cantautorato al femminile italiano non è in declino ma vive una fase vitale, ricca di linguaggi e linguaggi musicali.

Un brano, una voce, un ponte
Quando Levante sale sul palco di Aversa per cantare Via da me, non sta semplicemente interpretando una canzone: sta partecipando a un atto di memoria, a un passaggio di testimone, a una dichiarazione d’amore per la canzone d’autore. La voce di Bianca D’Aponte che risuona oggi è un messaggio: che la musica non muore quando l’artista se ne va; che può trovare nuovi occhi, nuove orecchie, nuove interpretazioni; che può diventare ponte tra ieri e domani.
© RIPRODUZIONE RISERVATA








