9:28 am, 6 Novembre 25 calendario

Le intenzioni di voto in Campania, Fico in vantaggio

Di: Redazione Metrotoday
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Il centrosinistra tiene in Campania. Il centrodestra inseguе ….

La fotografia del voto: campo largo oltre il 50%, Fratelli d’Italia primo partito ma coalizione debole. In calo Lega e Forza Italia.

A due settimane dal voto per le regionali, la Campania si conferma una delle regioni chiave nella mappa politica nazionale.

Il sondaggio di novembre fotografa un quadro nel quale Roberto Fico, sostenuto da una coalizione larga che unisce Partito Democratico, Movimento 5 Stelle, forze civiche e la sinistra ecologista, mantiene un vantaggio consistente sul candidato del centrodestra Edmondo Cirielli.

La distanza tra i due schieramenti, stimata in circa dieci punti percentuali, non appare al momento facilmente colmabile. Tuttavia, il peso dell’astensione e la frammentazione dell’offerta politica rendono il risultato ancora aperto, soprattutto nelle province di Caserta e Salerno, dove gli indecisi superano il 20%.

Secondo le ultime rilevazioni, Fratelli d’Italia si conferma il primo partito in regione con il 24%, seguito dal Partito Democratico al 22%.

Le liste civiche a sostegno di Fico, radicate nei comuni e nei quartieri urbani, valgono complessivamente il 18%, mentre il Movimento 5 Stelle si attesta al 6%.

Nel centrodestra, Forza Italia si ferma all’8% e la Lega, in coalizione con sigle minori, non supera il 5%.

Chiudono la classifica Alleanza Verdi e Sinistra al 4% e gli indecisi o liste minori con un peso stimato attorno al 13%.

Il risultato complessivo consegna dunque un quadro nel quale il centrosinistra allargato supera la soglia del 50%, mentre il centrodestra si assesta al 37%.

Gli “altri”, inclusi i candidati civici indipendenti e i movimenti locali, raccolgono il restante 7–8%.

La Campania appare oggi divisa tra due elettorati che rispondono a logiche differenti.

Il campo largo progressista gode di un radicamento urbano solido — Napoli, Avellino e buona parte del Salernitano — e di una rete civica che trasforma il consenso personale del candidato in voto effettivo.

Il centrodestra, pur forte nei consensi a livello nazionale, fatica a replicare il modello vincente di regioni come Abruzzo o Marche. Il peso locale di Fratelli d’Italia non si traduce, al momento, in una dinamica di coalizione competitiva.

In difficoltà anche la Lega, ormai ai minimi storici nella regione, e Forza Italia, che mantiene uno zoccolo duro ma ridotto.

Le incognite del voto

Tre sono i fattori che, nelle prossime settimane, potranno ancora incidere sul risultato finale:

L’affluenza. I sondaggi stimano un’astensione tra il 45% e il 50%. Una bassa partecipazione tende a favorire i candidati con maggiore organizzazione territoriale.

Il voto disgiunto. Alcuni elettori moderati potrebbero esprimere preferenze civiche pur sostenendo il candidato di centrodestra o, viceversa, votare Fico presidente ma liste indipendenti.

La mobilitazione finale. Gli ultimi comizi e il dibattito televisivo previsto per metà novembre potrebbero ancora spostare una quota di elettori indecisi, stimata al 12%.

Un test nazionale

La sfida campana ha anche un peso politico che va oltre i confini regionali.

Per il centrosinistra, una vittoria in Campania rappresenterebbe la conferma del modello delle alleanze territoriali tra PD e Movimento 5 Stelle, già sperimentato in Puglia e Sardegna.

Per il centrodestra, invece, la regione guidata finora da De Luca costituirebbe un test cruciale per misurare la tenuta della leadership nazionale nel Mezzogiorno.

Un successo di Fico consoliderebbe la narrativa di una tenuta del campo largo nei territori chiave, mentre una rimonta del centrodestra ridisegnerebbe i rapporti di forza interni alla coalizione nazionale.

Il quadro che emerge dalle intenzioni di voto è chiaro: la Campania tende a confermare la propria vocazione progressista, ma le variabili locali restano molteplici.

Se il vantaggio del centrosinistra dovesse consolidarsi, il risultato avrebbe effetti diretti anche sui futuri equilibri nazionali, riaprendo il dibattito interno al Movimento 5 Stelle e rafforzando il PD come asse guida del Mezzogiorno.

6 Novembre 2025 ( modificato il 12 Novembre 2025 | 18:45 )
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