9:06 am, 3 Novembre 25 calendario

Un libro‑ponte tra presente e futuro della Chiesa

Di: Redazione Metrotoday
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È uscito da pochi giorni, ma promette già di diventare un tassello importante nella riflessione sul papato e sul futuro della Chiesa. Parliamo del volume La pace disarmata e disarmante. Papa Leone XIV. La vita e le scelte, scritto da Fabio Zavattaro e pubblicato da Il pozzo di Giacobbe.

Il libro si propone come una guida di “inizio” per comprendere la sensibilità e l’impegno del nuovo pontefice, Robert Francis Prevost, che ha assunto il nome di Papa Leone XIV ed è stato eletto 267° successore di Pietro. Uno sguardo ad ampio raggio che mette insieme cronaca, riflessione e visione.

Un Conclave storico e un nuovo inizio

L’elezione del Papa Leone XIV segna un momento di svolta nella storia della Chiesa cattolica: il cardinale Robert Francis Prevost, nato a Chicago il 14 settembre 1955, è il primo pontefice nord‑americano.

Nel volume di Zavattaro si sottolinea come siano bastate quattro votazioni per eleggerlo e come, dietro la scelta, ci fosse non solo il richiamo a una continuità con i predecessori, ma anche la necessità di dare una risposta a un mondo “in guerra a pezzi”, per citare l’espressione usata da Papa Bergoglio.

 

Il contesto internazionale è quello di una Chiesa alle prese con dinamiche complesse: globalizzazione, crisi migratorie, guerre regionali, nuovi equilibri geopolitici. In questo scenario, il libro “La pace disarmata e disarmante” assume un duplice ruolo: quello di mappare i primi segnali del pontificato e quello di suggerire possibili linee di cammino.

Non a caso, il titolo richiama due dimensioni della pace: disarmata — intesa come pace che si sottrae alla logica della forza — e disarmante — capace cioè di disarmare la logica della guerra, del conflitto, del sospetto. È una pace che non è passiva ma attiva, che non si limita all’assenza di guerra, ma cerca la riconciliazione, il dialogo, la trasformazione. Il libro di Zavattaro lo mette in primo piano e lo collega ai primi gesti del Papa.

Fabio Zavattaro: il giornalista che racconta i pontificati

Fabio Zavattaro è giornalista professionista dal 1983: ha lavorato per Avvenire, per il Giornale Radio Rai, e dal 1995 è stato vaticanista e inviato del Tg1. Dal 2018 è direttore scientifico del Master di giornalismo dell’Università Lumsa a Roma. Nel corso della sua carriera ha raccontato i pontificati di Giovanni Paolo II, Benedetto XVI e parte di quello di Papa Francesco. Il suo lavoro gli consente di avere una prospettiva storica e istituzionale sul ruolo del Papa, nonché una sensibilità giornalistica nel cogliere i segnali e i simboli della Chiesa.

In “La pace disarmata e disarmante” Zavattaro si muove con maestria fra cronaca dei gesti (prima apparizione, prime parole, prime scelte del Papa) e riflessione: non è solo un profilo biografico, ma un invito a leggere il pontificato in chiave contemporanea e missionaria. Come recita la prefazione del cardinale Baldassarre Reina, “un invito a tendere l’orecchio al Magistero di Leone XIV e a cogliere nelle sue parole l’eco di quella Parola che è sempre viva ed efficace…”

Papa Leone XIV: profilo di un pontefice “altro”

La figura del nuovo pontefice offre numerosi elementi che ne fanno un protagonista interessante per il libro di Zavattaro e per la Chiesa di oggi. Nato a Chicago, Illinois, il 14 settembre 1955, Robert Francis Prevost è di origini miste: francesi e italiane da parte paterna, spagnole da parte materna. Dopo gli studi negli Stati Uniti entra nell’Ordine agostiniano (O.S.A.), e viene inviato in missione in Perù nei primi anni della sua vita religiosa. Diviene vescovo di Chiclayo (Perù) nel 2015 e viene elevato cardinale da Papa Francesco nel 2023. Il suo profilo è già segnato da una dimensione internazionale, missionaria e interculturale — elementi che fanno da sfondo all’idea della pace “disarmata e disarmante”.

Elezione e  messaggi

La sua elezione al Soglio di Pietro è stata una sorpresa per molti: bastate quattro votazioni, ecco il nuovo Papa. Nel suo primo discorso come Papa — dalla loggia di San Pietro — ha pronunciato il semplice saluto: “Pace a voi!” evidenziando sin dall’inizio la priorità del tema della pace. Il nome scelto — Leone XIV — è evocativo: richiama la tradizione, evoca il passato, ma vuole anche indicare un nuovo orizzonte. Come alcuni osservatori hanno sottolineato, indica una continuità con l’“azione sociale” della Chiesa, con la dottrina sociale cattolica, e un ponte verso il mondo del lavoro e della dignità umana.

Prevost è stato sostenitore della logica di partecipazione voluta da Francesco, della “Chiesa in uscita” e della corresponsabilità. La sua esperienza peruviana lo ha formato nel contesto delle “periferie esistenziali” e delle chiese del Sud del mondo. Questo lascia intendere che la sua attenzione potrebbe rivolgersi con forza a migranti, poveri, e alle comunità marginalizzate.

Il libro di Zavattaro ricorda che uno dei nodi dell’agenda papale riguarda il dialogo con le altre chiese cristiane — in un anno in cui si celebrano i 1.700 anni dal Concilio di Nicea — e con le religioni del mondo.

In un mondo segnato da conflitti, il Papa della pace “disarmata e disarmante” assume una ragion d’essere forte: la pace non come tregua fragile, ma come stile ecclesiale e sociale. Nonostante la sua origine statunitense, Prevost è considerato “il meno americano dei cardinali americani” — per la sua sensibilità latino‑americana e il suo distacco dal modello nazionale esclusivo. Questo potrebbe influenzare il rapporto tra Santa Sede e Washington. Zavattaro nel libro individua già delle divergenze con il presidente e il vicepresidente USA, che rappresentano “un banco di prova” per il nuovo pontificato.

La pace disarmata e disarmante” si articola come un volume di circa 180 pagine, collocato nella collana Respiro della casa editrice Il Pozzo di Giacobbe. Nella prefazione, il cardinale Baldassarre Reina richiama il Magistero del Papa e invita i lettori a “tendere l’orecchio” alle sue parole: un gesto di attenzione ecclesiale e spirituale. Zavattaro ripercorre i gesti e le prime parole del Papa, analizzando come siano già segni dei tempi e della direzione che la Chiesa intende prendere.

Il libro si muove tra tre poli fondamentali:

Biografia e storia: dalla Chicago natale alla missione in Perù, passando per la Curia romana. Serve a “conoscere” il Papa non come semplice dato istituzionale, ma come persona segnata dalla storia e dalla missione.

Primi atti e prime dichiarazioni: analisi dei gesti simbolici — ad esempio il saluto in più lingue, l’attenzione ai poveri, il richiamo alla pace — come indizi del pontificato.

Temi‑chiave per il futuro: la pace, il dialogo ecumenico, la dimensione internazionale della Chiesa, il Sud del mondo, i migranti, l’impegno verso la giustizia sociale. È in questa parte che il volume assume una valenza di “anticipazione” del pontificato.

Dal punto di vista editoriale, l’uscita del libro è tempestiva e attuale: in un momento in cui il nuovo Papa è ancora “interpretabile”, l’opera di Zavattaro fornisce un quadro di orientamento utile sia per il pubblico ecclesiale che per i media, gli studiosi e i laici impegnati.

Cosa significa una pace “disarmata” e “disarmante”

Disarmata: suggerisce una pace che non si definisce semplicemente come assenza di guerra, ma come rinuncia attiva alla logica della violenza. Nel contesto attuale — con conflitti multipli, vittime civili, terrorismo, guerre ibride — questa dimensione assume rilievo.

Disarmante: indica che la pace non solo elimina le armi, ma disarma il male, la divisione, la guerra tra popoli e tra dentro e fuori della comunità cristiana. In questo senso, la pace diventa missione, provocazione, trasformazione.

Zavattaro suggerisce che il Pontificato di Leone XIV possa inaugurare una nuova stagione: non più semplicemente un Papa che gestisca l’Esistente, ma un Papa che indichi vie per la “conversione di gente, popoli, culture”. E in un mondo che Bergoglio aveva detto come “in guerra a pezzi”, questo modello di pace assume una portata profetica.

Il “viaggio” che accompagna il lettore

Una delle qualità del libro è che invita a un vero e proprio percorso: il lettore non resta alla superficie del fatto pontificato, ma viene accompagnato in un viaggio. Alla fine delle pagine si avverte che non si tratta solo di capire chi sia il Papa, ma di interrogarsi su “come sarà” il suo pontificato, quali priorità emergono e quale stile di Chiesa potrà profilarsi. Con un Papa che ha vissuto fra Chicago e il Perù, la dimensione della missione e delle periferie diventa centrale. Le relazioni con gli Stati Uniti, l’attenzione ai migranti, la giustizia sociale, il futuro del lavoro — tutti temi su cui l’autore invita a porre lo sguardo.

In tempi in cui i media sono saturi di narrazioni drammatiche — conflitti, migrazioni, polarizzazioni — l’uscita di un libro come La pace disarmata e disarmante assume un valore doppio: da un lato è cronaca viva – il nuovo Papa, l’elezione, i primi segnali -, dall’altro è un orientamento culturale.

La pace disarmata e disarmante” non è semplicemente un libro su un Papa. È un invito a guardare alla Chiesa — e magari anche a noi stessi — non solo da spettatori ma da interlocutori: che cosa possiamo fare perché la pace non resti un’idea, ma diventi via, impegno, stile? La circostanza che l’autore sia un giornalista esperto e che il soggetto sia un Papa che già porta una storia e un profilo originale rende il volume un “ponte” utile: fra istituzione e popolo, fra cronaca e progetto, fra passato e futuro.

3 Novembre 2025
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