11:07 am, 2 Novembre 25 calendario

Un “visitor” che viene dallo spazio profondo

Di: Redazione Metrotoday
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In rotta attraverso il nostro sistema solare, sta attirando l’attenzione degli astronomi e accendendo la fantasia del pubblico: si tratta della cometa/interstellare 3I/ATLAS (nota anche come C/2025 N1), un oggetto la cui orbita e caratteristiche suggeriscono un’origine extragalattica. Il suo passaggio rappresenta un’opportunità unica — oltre che un piccolo allarme — per comprendere meglio il nostro cosmo. Ecco che cosa sappiamo finora, quali scenari si profilano e quali precauzioni sono in atto.

L’oggetto 3I/ATLAS è stato scoperto il 1° luglio 2025 dal sistema telescopico Asteroid Terrestrial‑impact Last Alert System (ATLAS), situato in Cile.

La sua orbita è decisamente anomala: si muove su un percorso iperbolico, il che significa che non è un corpo legato al nostro Sole — è infatti «di passaggio».

Per dare un’idea: ha velocità e inclinazione tali da farla classificare come un vero oggetto interstellare, proveniente da un’altra parte della galassia.

Secondo i calcoli, il punto di minima distanza dal Sole (perielio) si è verificato il 29 ottobre 2025.

Anche il passaggio relativamente vicino al pianeta Marte ha offerto un’occasione di osservazione privilegiata.

Questo tipo di oggetto è rarissimo: prima di 3I/ATLAS si conoscono solo due altri casi documentati — 1I/ʻOumuamua (2017) e 2I/Borisov (2019).

Perché desta preoccupazione

Il termine “preoccupazione” non va inteso come un imminente pericolo per la Terra, ma piuttosto come un campanello d’allarme e un invito alla massima sorveglianza

Il fatto che si tratti di un oggetto interstellare significa che potrebbe portare con sé elementi e condizioni mai osservati prima.

Alcune anomalie comportamentali — come getti di materiale, direzione del “getto” non convenzionale rispetto al Sole — stuzzicano ipotesi controverse.

La comunità scientifica vuole sfruttare l’occasione per studiare la composizione, la dinamica e l’origine dell’oggetto, come pezzo di un puzzle più vasto sulla formazione dei sistemi stellari.

Le osservazioni del telescopio spaziale Hubble Space Telescope hanno stimato che il nucleo (la parte solida) di 3I/ATLAS può avere un diametro tra i 320 metri e i 5,6 km, con un limite superiore più incerto.

Il telescopio spaziale James Webb Space Telescope e la missione SPHEREx dell’agenzia spaziale statunitense hanno rilevato abbondanti quantità di anidride carbonica (CO₂) e ghiaccio d’acqua nel coma (l’involucro gassoso) dell’oggetto — un comportamento che lo rende simile, in alcuni aspetti, a comete del Sistema Solare, ma con caratteristiche che suggeriscono un passato evolutivo diverso.

Alcune teorie (più speculative) suggeriscono origini artificiali o almeno non convenzionali per l’oggetto, ipotesi respinte dalla maggioranza degli astronomi ma che hanno contribuito a generare allarme mediatico.

Non va però dimenticato: le autorità spaziali, tra cui la NASA, ribadiscono che 3I/ATLAS non rappresenta un pericolo imminente per la Terra — la minima distanza prevista è di circa 270 milioni di chilometri.

Se l’idea di un corpo cosmico proveniente da un altro sistema stellare può generare ansia, è fondamentale comprendere meglio cosa significa davvero tutto questo:

L’origine interstellare: 3I/ATLAS non ha formato la sua orbita attorno al Sole, ma lo attraversa quasi come un “visitante di passaggio”. Ciò offre un’occasione unica per studiare materiale che non ha subito l’influenza diretta del nostro Sole per miliardi di anni.

Il comportamento osservato indica che è attivo: mostra chioma e coda, perde materiale, reagisce al calore solare — tutti segni che lo avvicinano alle comete “tradizionali”. Tuttavia, la direzione del getto e l’angolo rispetto al Sole sono inaspettati.

I media sociali e alcuni articoli sensazionalistici hanno alimentato l’idea che possa essere un veicolo alieno o un oggetto artificiale. La comunità scientifica, invece, preferisce discutere di origini naturali ma insolite, fino a che i dati confermeranno o meno queste ipotesi.

Il sistema di sorveglianza ATLAS (Asteroid Terrestrial-impact Last Alert System) stesso merita una nota: progettato per identificare in anticipo asteroidi potenzialmente pericolosi per la Terra, è diventato qui il “cacciatore” di un visitatore cosmico.

I dati di CO₂, ghiaccio d’acqua e getti puntati verso il Sole vanno interpretati e potrebbero fornire indizi su quanto “elaborato” sia l’oggetto.

Come tutte le comete, 3I/ATLAS potrebbe subire cambiamenti repentini — frammentarsi o deviare — che potrebbero rendere complicata la sua traiettoria.

Una errata interpretazione dei dati o una comunicazione poco chiara verso il pubblico potrebbe generare panico o teorie complottiste.

L’idea che sia un’“astronave aliena”, un “oggetto artificiale” o comunque una minaccia imminente per la Terra è senza fondamento scientifico al momento. Le osservazioni attuali indicano un comportamento coerente con molti aspetti di una cometa.

Un’occasione irripetibile

3I/ATLAS rappresenta qualcosa di straordinario: un corpo proveniente dall’esterno del nostro sistema solare, che attraversa il nostro “vicinato” cosmico e offre una finestra aperta su mondi lontani. Per gli astronomi è un “una tantum” che può insegnarci sulla formazione delle stelle, delle comete e forse della materia primordiale.

Ma per il pubblico e per la società più in generale è anche un monito: anche quando si tratta di oggetti lontani, la scienza e la comunicazione devono camminare insieme. Le ipotesi più eccitanti — origine aliena, rischio catastrofico — catturano l’attenzione, ma richiedono rigore e cautela.

2 Novembre 2025
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