L’eccellenza italiana delle bollicine conquista Londra
            Ferrari Trento e i trionfi al Champagne & Sparkling Wine World Championships
In un evento che conferma l’Italia nel panorama mondiale delle bollicine d’eccellenza, la cantina trentina Ferrari Trento ha conquistato due delle categorie più prestigiose del concorso internazionale Champagne & Sparkling Wine World Championships (CSWWC) di Londra, tenutosi lo scorso 30 ottobre 2025: da un lato lo storico Ferrari Brut Magnum è stato incoronato Campione del Mondo nella categoria Blanc de Blancs, e dall’altro la riserva di alto prestigio Giulio Ferrari Riserva del Fondatore Magnum 2004 ha vinto il Library Vintage Trophy.
Questi riconoscimenti non rappresentano soltanto un momento di gloria per la casa trentina, ma un segnale importante della maturità e della competitività del metodo classico italiano in un ambito storicamente dominato dalla Champagne francese.

Una vittoria strategica e simbolica
Nel dettaglio, la vittoria del Ferrari Brut Magnum nella categoria Blanc de Blancs – riservata a vini spumanti prodotti esclusivamente con uve bianche (principalmente Chardonnay) – sancisce la capacità della cantina di produrre bollicine leggere, eleganti, di grande freschezza e coerenza stilistica anche nei formati “importanti” come il Magnum.
D’altra parte, il riconoscimento del Giulio Ferrari 2004 nella sezione Library Vintage, dedicata alle cuvée di grande invecchiamento (più di vent’anni) orientate all’espressione del terroir, del tempo e della profondità, rappresenta un ulteriore passo nella valorizzazione del patrimonio storico e della longevità delle spumanti Ferrari.
L’azienda stessa parla di questi premi come una conferma della “costanza qualitativa nel tempo” e dell’affermazione dello stile “Trentodoc di montagna”.
Le radici del successo: territorio, vitigno, metodo
Per capire quanto questi premi siano strategici, è utile tornare alle origini dell’azienda e del suo modello produttivo. Ferrari Trento affonda le sue radici nel 1902, quando il visionario agronomo trentino Giulio Ferrari decise di impiantare in Trentino lo Chardonnay secondo il metodo classico (méthode champenoise).
La zona del Trentino, con i suoi vigneti d’alta quota, escursioni termiche significative e terreno ideale, fornisce la materia prima perfetta: freschezza, acidità, potenziale evolutivo. È proprio questo che permette a un metodo classico di montagna di ottenere risultati che possano mettersi alla prova con la Champagne.
Dal canto suo, la cantina Ferrari ha costruito nel tempo un modello stabile: selezione rigorosa delle uve, affinamenti lunghi sui lieviti, uso del formato Magnum nei casi eccellenti, e grande cura nella gestione del patrimonio storico (come testimonia l’Archivio di Famiglia per le bottiglie d’annata).

Il modello “Giulio Ferrari”: eccellenza, tempo e rarità
La bottiglia Giulio Ferrari Riserva del Fondatore 2004 non è un semplice spumante: è un simbolo. Prodotta in annate ritenute veramente eccezionali, con lunghi affinamenti e in quantità limitatissime, rappresenta il vertice della produzione Ferrari. La descrizione ufficiale parla di uve Chardonnay montane selezionate, esposizione sud-ovest, affinamento sui lieviti per oltre 17 anni, solo in annate speciali.
Il fatto che questa cuvée abbia conquistato il premio Library Vintage ne sottolinea l’importanza come “vino da archivio”, da conservazione, da meditazione, in grado di evolvere nel tempo e di raccontare un territorio, una cultura e un’idea di eccellenza.
L’affermazione della Ferrari Trento non è un caso isolato: essa si inserisce in un contesto più ampio di crescita delle bollicine italiane e in particolare del metodo classico di montagna. Secondo recenti dati, la denominazione Trentodoc (alla quale Ferrari aderisce) ha registrato numerose medaglie d’oro al CSWWC 2025, segnalando come “bollicine di montagna” siano ormai competitive sul palcoscenico globale.
In un mondo in cui la Champagne rappresentava per decenni il riferimento indiscusso, la vittoria italiana assume valore storico: non solo come riconoscimento tecnico ma anche culturale, ambientale ed economico.
Cosa vuol dire per il consumatore, per il mercato, per il territorio? Innanzitutto, un premio internazionale rafforza il marchio e la percezione: chi investe in una bottiglia Ferrari, soprattutto in un’annata d’eccellenza come la 2004, acquista non solo un vino ma un pezzo di storia.

Per il territorio trentino significa visibilità globale: le colline di montagna, la viticoltura eroica, la tradizione e l’artigianalità diventano argomenti forti nel marketing internazionale. Questo favorisce l’appeal del turismo enogastronomico, della visita alle cantine, della valorizzazione del paesaggio vitato.
Sul piano produttivo, rafforza la strategia di diversificazione: produrre meno, ma meglio; puntare all’eccellenza, all’unicità, all’heritage. Il caso del Giulio Ferrari 2004 ne è esempio. Per Ferrari e per altre aziende affini, è la conferma che la nicchia premium del metodo classico italiano ha una forte domanda e un riconoscimento che giustifica l’investimento in qualità e tempo.
Infine, per il mercato globale delle bollicine, significa un cambio di paradigma: l’Italia non è solo “alternative” alla Champagne o al Prosecco, ma protagonista in comparti d’élite, con vini che competono per prestigio, non solo per prezzo.
Il racconto di un’annata: 2004, l’anno simbolo
L’annata 2004 scelta per la Giulio Ferrari non è casuale: è considerata una delle più belle del decennio per lo Chardonnay trentino, con clima favorevole, maturazione ottimale e grande potenziale evolutivo.
La cuvée viene prodotta solo in annate così, e dopo oltre un decennio di affinamento sui lieviti, viene sboccata e reso disponibile per la vendita o la conservazione. La trionfale selezione al CSWWC dà dunque valore non solo al vino, ma anche a una strategia che privilegia il tempo come elemento fondamentale della qualità.

Un brindisi allo stile italiano
Quando il tappo salta e le bollicine danzano nel calice, non è solo una celebrazione: è il frutto di scelte, di vento freddo di montagna, di lenta trasformazione, di pazienza, di visione. I premi conquistati da Ferrari Trento a Londra non sono un fuoco di paglia, ma l’affermazione che un’Italia vitivinicola capace, grounded nel suo territorio, può competere ai massimi livelli.
Il Ferrari Brut Magnum che conquista la corona dei Blanc de Blancs e il Giulio Ferrari 2004 che vince nella categoria degli archivi del tempo ci raccontano due facce della stessa medaglia: la capacità quotidiana e stabile di produrre qualità, e l’audacia di costruire vini pensati per durare, per raccontare, per diventare icone.
Per il consumatore attento, per l’appassionato che cerca stupore oltre che piacere, questo momento è un invito: non solo a gustare una buona bottiglia, ma a scoprire una storia, un territorio, una famiglia (la famiglia Lunelli che guida Ferrari Trento) e una visione che guarda al tempo come alleato.
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