11:42 am, 29 Ottobre 25 calendario

Anziano perde la vita, coinvolto Martinez, portiere dell’ Inter

Di: Redazione Metrotoday
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Una mattina di quelle che nessuno vorrebbe mai vivere: poco dopo le 9:30 di ieri, un uomo di 81 anni, in sedia a rotelle elettrica, è stato coinvolto in un incidente stradale sulla provinciale che collega la frazione di Fenegrò (provincia di Como) al centro sportivo del club, e ha perso la vita. Alla guida dell’automobile un volto noto del calcio italiano: Josep Martínez, portiere del club nerazzurro. Le circostanze restano da chiarire, ma l’impatto della vicenda segnerà senza dubbio il giocatore, la società e la comunità locale.

Luci e ombre su una dinamica ancora da chiarire

Secondo la prima ricostruzione, Martinez stava dirigendosi verso il centro d’allenamento dell’Inter, quando la sedia a rotelle elettrica dell’uomo – che viaggiava sul margine della strada, in adiacenza ad una pista ciclabile – avrebbe improvvisamente deviato in direzione della carreggiata. L’impatto è stato inevitabile. I soccorritori, intervenuti tempestivamente con ambulanza e elisoccorso, non sono riusciti a salvare l’anziano. Il portiere, rimasto illeso fisicamente, è stato sottoposto agli accertamenti di rito: alcol e sostanze, nonché rilievi sul veicolo e sul luogo. Le autorità locali hanno aperto un’inchiesta per «omicidio stradale colposo» ai sensi dell’articolo 589 del codice penale italiano. In questo caso la pena prevista va dai due ai sette anni, qualora emerga una condotta di negligenza.

Il club ha immediatamente sospeso la conferenza stampa pre partita: l’allenatore ha annullato la sessione con i giornalisti, in segno di rispetto verso la vittima e in attesa di chiarimenti.

Josep Martínez, 27 anni, portiere spagnolo, è arrivato all’Inter nell’estate del 2024, proveniente dal Genoa CFC, dopo tappe importanti in Spagna e Germania. Nel club milanese ricopre il ruolo di secondo portiere, alle spalle del titolare, ma conta già qualche presenza in Serie A. La carriera, finora trovata nella continuità e nell’attesa di un salto ulteriore, subisce ora una battuta d’arresto sotto la luce dei riflettori per ragioni evidentemente extracalcistiche.

Nel comunicato ufficiale, la società ha espresso «profondo cordoglio» e ha assicurato piena collaborazione con le autorità. Dalla parte del giocatore, fonti vicine parlano di profonda «costernazione» e shock. Non è soltanto un incidente: è un evento che travalica il mondo dello sport e richiama l’attenzione sulle conseguenze umane e civili della vita quotidiana.

Dal punto di vista della circolazione stradale, il coinvolgimento di persone in carrozzine elettriche o su mezzi a mobilità ridotta evidenzia una zona d’ombra della mobilità urbana: infrastrutture spesso non adeguate, percorsi non ben protetti, e una vulnerabilità che aumenta con l’età. Le statistiche nazionali italiane mostrano che gli utenti più fragili – pedoni, disabili, anziani – sono quelli maggiormente esposti agli incidenti gravi, specialmente in prossimità di strade aperte al traffico veicolare e ai margini urbani.

La provincia di Como, così come buona parte della Lombardia, presenta tratti di strada che fungono da arterie secondarie: percorse da veicoli in transito verso Milano o Como, ma anche da ciclisti, mezzi di mobilità personale, carrozzine elettriche. Le contestualizzazioni parlano di carreggiate strette, margini ridotti, scarsa visibilità e poca separazione tra traffico motorizzato e utenza vulnerabile. L’incidente mette in evidenza l’interazione tra «zona ciclopedonale / marciapiede» e «carreggiata veicolare»: una compresenza che richiede standard elevati di tutela.

Dal momento che la sedia elettrica stava utilizzando un percorso parallelo alla carreggiata e – sempre secondo le prime ipotesi – potrebbe aver perso il controllo o deviato improvvisamente, emerge la questione della manutenzione delle piste ciclabili o dei marciapiedi, della segnaletica e della visibilità. Anche il veicolo, un’automobile di fascia elevata guida da un professionista, pone interrogativi: velocità, tempo di reazione, visibilità, possibile ostacolo improvviso.

Il prossimo impegno dell’Inter è previsto contro la Fiorentina in Serie A. L’impatto dell’evento sulle dinamiche sportive non è irrilevante: la conferenza stampa è stata annullata, l’umore dello spogliatoio appare turbato e la posizione del portiere nel breve termine è oggetto di valutazione. Il tecnico, lo staff e la società dovranno decidere come gestire la vicenda umanamente, disciplinarmente e comunicativamente. La catena delle responsabilità, la trasparenza nei confronti dei tifosi, la gestione della comunicazione saranno decisivi per preservare l’immagine del club e tutelare l’individuo.

Il dibattito sui mezzi di mobilità ridotta

Il dramma riguarda non solo il mondo del calcio, ma anche il tema della mobilità urbana degli anziani e dei disabili. La sedia elettrica, da strumento di autonomia, diventa qui strumento della vulnerabilità. Spesso i percorsi non sono progettati per queste esigenze, e la presenza di traffico misto (motorizzato + lento) amplifica i rischi. Il tema si inserisce in un contesto di riflessione più ampia: gli anziani che utilizzano mezzi elettrici assistiti, le regolamentazioni sulle piste ciclabili, i controlli sulla manutenzione dei veicoli – auto o scooter – e l’educazione alla guida difensiva.

Le città e le province italiane sono oggi chiamate a rivedere le priorità: protezione delle infrastrutture, segnaletica, formazione agli utenti vulnerabili, cultura della condivisione dello spazio stradale. L’incidente di Fenegrò è un campanello d’allarme: quando lo sportivo professionista entra nel contesto quotidiano dell’utente vulnerabile, la “normalità” si infrange .

 

L’incidente che vede coinvolto il portiere dell’Inter non è una negazione dello sport o del talento, ma un promemoria che la vita – anche quella di un professionista abituato al palcoscenico – può assumere contorni drammatici e imprevedibili. In pochi istanti, la routine di un campionato si è fermata davanti al dolore di un uomo che non c’è più e alla riflessione di un calciatore trasformato suo malgrado in attore di un evento tragico.

La società sportiva, il giocatore, i tifosi e la comunità locale sono ora posti davanti a un bivio: gestire la vicenda con rigore, tutela e trasparenza oppure lasciarsi travolgere dal silenzio e dal rumore delle indiscrezioni. La strada da percorrere è quella della chiarezza: attendere gli esiti investigativi, fornire supporto psicologico al giocatore, onorare la memoria della vittima e rilanciare il dibattito sul rispetto e la responsabilità, dentro e fuori dal campo.

29 Ottobre 2025
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