Duetto-sorpresa con Achille Lauro: la parodia-musicale
Nel lunedì sera televisivo, tra risate, citofoni e gag affilate, è arrivata una sorpresa che ha colto di sorpresa anche i più assidui spettatori del GialappaShow: un duetto inedito, meta-musicale con il nuovo singolo di Lauro, “”, che qui viene rivisitato in un’atmosfera tra il serio e il surreale.
Il contesto: sketch, travestimenti e ironia
Il GialappaShow, noto per il suo mix tra parodia televisiva, citofono-garage e commento satirico della cultura pop, ha inserito negli ultimi tempi Vernia nei panni di diverse celebrità: da al tennista, fino a Fabrizio Corona.
Il passaggio più riuscito finora sembra essere proprio quello in cui Vernia si cala nel ruolo di Achille Lauro: look, accenti, tatuaggi immaginari e un’interpretazione che ha convinto critica e pubblico: la pagella del Corriere gli ha dato un 7,5.

Anche Lauro stesso ha reagito con divertimento all’imitazione, chiamandola un “grande regalo”.
Il duetto: Gaia & «Lauro-Vernia» e la nuova “Senza Una Stupida Storia”
Nella puntata in questione, Gaia è salita sul palco affiancando il personaggio-Lauro di Vernia per un’esibizione che ha mescolato canzone, parodia e riflessione. Un video di promozione sul sito della rete ha annunciato: “Achille Lauro con Gaia – performance indimenticabile”.
Il brano “Senza Una Stupida Storia”, uscito ufficialmente il 12 settembre 2025, è descritto dallo stesso Lauro come un canto di liberazione dalla “dipendenza dall’altro” e dall’annullamento di sé che a volte accompagna le relazioni d’amore.
Nel contesto del programma, Vernia-Lauro ha introdotto la performance con un monologo prodotto da lui stesso, narrando un episodio in treno: «“Mi sono seduto su un posto pieno di dolore, soprattutto quando quello accanto a te si sente solo e decide che deve parlare al telefonino… in vivavoce”». Questo “dolore indiscreto” diventa la scintilla creativa che fa nascere il duetto.

Il risultato è ibrido: da un lato la tradizione tv-satirica del format, dall’altro un testo che nella versione originale prova a raccontare un amore che si spezza, una fine liberatoria (“Quanto è bella una fine senza regole”)
E dunque, sul palco, il divertimento — ma anche una sottile eco di malinconia, come richiede il testo della canzone.
Riflessione mascherata da sketch: Il GialappaShow, con Vernia-Lauro, non limita la parodia all’aspetto clownesco, ma introduce anche una dimensione “sentimentale” – l’ispirazione dal dolore umano, il “posto pieno di dolore” in treno, la vicinanza dell’altro che invece sceglie l’isolamento.
Incrocio tra musica pop contemporanea e tv popolare: Il singolo di Lauro era già un passo di maturazione artistica, uscito in contesto di album “Comuni Mortali”. Qui viene ripreso nel contesto del varietà, smitizzato e al tempo stesso onorato.
Satira dell’eccesso e dell’umanità: Vernia imitando Lauro mette l’estetica dello show-man in risalto, ma la dichiarazione d’intenti del brano (amare senza perdere se stessi) richiama una sensibilità genuina. Il duo tv diventa così uno specchio: il pubblico ride ma forse riflette.
Valorizzazione della collaborazione “insospettata”: Gaia, artista pop con una forte identità, si presta a questo esperimento. La scelta aumenta l’effetto sorpresa e amplia il pubblico potenziale.
Qualche flash storico: Vernia-Lauro, precedenti e record
L’imitazione di Lauro da parte di Vernia non è avvenuta all’improvviso: già lo scorso anno era stata accreditata come una delle performance più riuscite della stagione.
Il brano originale di Lauro “Senza Una Stupida Storia” ha scalato le classifiche radiofoniche: ha conquistato la vetta dell’air-play in Italia nella settimana dal 17 al 23 ottobre 2025.
Il format del GialappaShow continua a mostrare un buon bilancio di ascolti nella sua fascia (lunedì sera su TV8), confermando che il pubblico premia l’irriverenza ben calibrata.

Il momento televisivo orchestrato al GialappaShow — con Giovanni Vernia nei panni di Achille Lauro e il duetto con Gaia su “Senza Una Stupida Storia” — è emblematico di come la tv di intrattenimento possa svolgere un doppio ruolo: divertire e interrogarsi.
La gag fa ridere; dietro, scorre la consapevolezza che «amare non è annullarsi».
E in un mondo dove le storie d’amore diventano spesso “storie stupide” per la velocità con cui si consumano, la performance fa da specchio e da pausa. Non solo per chi ride, ma anche per chi – magari – ci ritrova un po’ di sé.
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