8:48 am, 17 Ottobre 25 calendario

“Gravi danni neurologici da vaccino Covid”: la sentenza che scuote la sanità

Di: Redazione Metrotoday
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Un tribunale civile ha stabilito che una donna di 52 anni, residente ad Alba (Cuneo), dovrà essere beneficiaria di un indennizzo per “gravi danni neurologici” riconducibili al vaccino anti‑Covid. È una pronuncia che apre scenari complessi, tra giudizi legali e scientifici, che richiede cautela, approfondimento e — soprattutto — equilibrio nel guardare ai numeri e alle responsabilità. In questo articolo ricostruiamo la vicenda, contestualizziamo i precedenti e proviamo a delineare le implicazioni più ampie, senza semplificazioni né partigianerie.

La vicenda processuale

Il 26 settembre 2025 il Tribunale civile di Asti ha emesso una sentenza di primo grado con cui è stato riconosciuto il nesso di causa tra la somministrazione del vaccino anti‑Covid (Comirnaty, prodotto da Pfizer‑BioNTech) e una malattia neurologica grave che ha reso la donna incapace di camminare. Si tratta di un caso d’indennizzo, non di risarcimento, ai sensi della legislazione italiana per le vaccinazioni obbligatorie e quelle riconosciute (Legge n. 210/1992 con la sua estensione al vaccino SARS‑CoV‑2).

Il Ministero della Salute, che in ambito amministrativo aveva respinto la domanda, è stato condannato a riconoscere il collegamento. Il tribunale ha disposto un indennizzo di circa 3.000 euro al mese, con pagamenti bimestrali, che avrà natura vitalizia (finché la persona sopravvive), essendo previsto come misura assistenziale per danni permanenti.

I consulenti tecnici nominati dal giudice, Agostino Maiello e Stefano Zacà, hanno valutato che la donna soffre di mielite trasversa, condizione in cui il midollo spinale subisce una lesione infiammatoria che compromette le funzioni motorie, sensoriali e spesso anche quelle autonomiche. Secondo l’atto, i sintomi sarebbero insorti dopo le due dosi vaccinali (somministrate ad aprile 2021) e, già a febbraio 2022, la donna fu ricoverata presso l’ospedale di Orbassano (Torino) con diagnosi di sospetta mielite infiammatoria. Nella lettera di dimissioni del 17 febbraio 2022, il medico indicò che “non è escludibile un ruolo scatenante vaccinico”.

Nella pronuncia si sottolinea che la temporalità ridotta tra la somministrazione del vaccino e l’insorgenza dei sintomi ha costituito un elemento decisivo per stabilire la connessione causale. In sentenza si richiama anche il database dell’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA), che fino al 2022 aveva segnalato 593 casi di mielite trasversa post-vaccinazione, di cui 280 attribuiti a vaccini a mRNA.

È importante chiarire: l’indennizzo previsto dalla legge non implica necessariamente una colpa dello Stato o dell’azienda produttrice, ma è una misura di solidarietà per chi riporti danni gravi riconosciuti dalla legge

I precedenti recenti

Questa pronuncia non è isolata: nello stesso 2025 altri casi simili hanno ricevuto accoglimenti giudiziali. Ad esempio:

    Una donna di Terni, 67 anni, ha ottenuto l’indennizzo per una condizione invalidante legata alla vaccinazione.

    Una donna di La Spezia, 60 anni, è stata riconosciuta per danni neurologici post vaccino.

    A luglio, una donna di 70 anni di Pescara ha ottenuto un indennizzo per analoghe motivazioni.

Questi precedenti indicano che il sistema giudiziario sta esaminando con più frequenza le richieste di danno neurologico post-vaccinazione, e che le decisioni amministrative iniziali (spesso negative) sono ora oggetto di verifica giudiziale con pronunce favorevoli in alcuni casi.

La letteratura indica che i vaccini anti‑Covid sono tra i farmaci più monitorati nella storia moderna, e che il bilancio rischio/beneficio — per la grande maggioranza delle persone — rimane favorevole. Tuttavia, emergono casi rari, isolati, in cui si registrano reazioni neurologiche gravi.

Molti studi su grandi popolazioni hanno cercato di stimare il rischio aggiuntivo rispetto alla base. Un recente lavoro europeo su circa 8 milioni di persone non ha riscontrato un aumento statisticamente significativo dei principali eventi neurologici nei vaccinati rispetto alle attese.

Molti esperti ritengono che i meccanismi possibili — ancora oggetto di studio — includano reazioni immunitarie, fenomeni di mimetismo molecolare (dove il sistema immunitario reagisce a strutture dell’organismo), attivazioni di cellule infiammatorie e predisposizione individuale (fattori genetici, comorbidità preesistenti).

In ogni caso, la gran parte delle reazioni neurologiche registrate è reversibile o parzialmente guaribile con trattamenti tempestivi.

Le autorità sanitarie (EMA, AIFA) tengono conto di queste segnalazioni, valutano la plausibilità biologica e adottano misure di vigilanza. In alcuni casi, come per il vaccino Janssen (Johnson & Johnson), è stata aggiunta la sindrome di Guillain‑Barré alle avvertenze come evento raro.

    Alcune patologie neurologiche si manifestano anche spontaneamente. Stabilire che il vaccino abbia effettivamente scatenato la malattia, e non che fosse latente o precipitata da altri fattori, è complesso.

    È possibile che alcuni soggetti presentino vulnerabilità individuali (predisposizioni autoimmuni, storia neurologica, fattori genetici) che aumentano il rischio, ma non abbiamo ancora biomarcatori affidabili.

Per questo, ogni sentenza che riconosce un caso deve essere valutata con attenzione: non deve essere strumentalizzata né per negare l’importanza delle vaccinazioni, né per assumere che ogni reazione neurologica sia automaticamente imputabile al vaccino.

Il ruolo dell’indennizzo

L’indennizzo, previsto dalla normativa italiana, è un meccanismo che tutela chi subisce danni gravi riconosciuti come correlabili a una vaccinazione obbligatoria o “riconosciuta” dallo Stato, anche in assenza di colpa. È uno strumento di solidarietà pubblica, non una condanna automatica.

La sentenza astigiana mette in luce la tensione tra diritto e scienza. Il giudice può accogliere una perizia che conclude per un nesso causale probabilistico, anche in assenza di prova assoluta.

In definitiva, la pronuncia può diventare un punto di riferimento giudiziario nel panorama delle azioni di danno da vaccino e potenzialmente stimolare nuove richieste, nuove analisi, ma anche nuove cautele nei processi amministrativi di valutazione.

17 Ottobre 2025
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