1:23 pm, 20 Settembre 25 calendario

Pillola anti-obesità: nuova fase nel confronto Lilly‑Novo

Di: Redazione Metrotoday
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Il panorama della farmacologia anti-obesità sta per entrare in una nuova era. Dopo anni in cui le iniezioni erano il gold standard incontrastato, due pilastri della ricerca farmaceutica mondiale — Eli Lilly e Novo Nordisk — stanno correndo per ottenere l’approvazione regolatoria di pillole efficaci, capaci di abbassare il peso corporeo in modo significativo, abbassando barriere logistiche, economiche e psicologiche.

A spingere il dibattito alle soglie di un possibile cambio di paradigma sono i recentissimi risultati clinici ottenuti dalle sperimentazioni sull’Orforglipron (Lilly) e sulla versione orale del semaglutide–Wegovy (Novo Nordisk). Le prestazioni, i limiti, le ricadute su politiche sanitarie, accessibilità e modelli di business sono tutti scenari in rapida evoluzione.

Orforglipron: Lilly entra nel vivo

Lilly ha recentemente pubblicato dati completi di due prove cliniche di fase 3, ATTAIN‑1 e ATTAIN‑2, dedicate all’Orforglipron, molecola orale agonista del recettore GLP‑1, destinata al trattamento dell’obesità (nei soggetti con sovrappeso) e nei pazienti con obesità + diabete di tipo 2.

Ecco i punti chiave:

    ATTAIN‑1: 3.127 adulti con obesità o sovrappeso con almeno una comorbidità correlata al peso, ma senza diabete. Dopo 72 settimane, la dose più alta (36 mg) ha prodotto una perdita media del 12,4% del peso corporeo rispetto allo 0,9% del placebo. Anche dosi intermedie (6 mg, 12 mg) hanno dato risultati statistici clinicamente rilevanti.

    ATTAIN‑2: studiato su adulti con obesità/sovrappeso e diabete tipo 2. Risultato: alla dose maggiore, perdita media di peso ~10,5%, con buona riduzione dell’emoglobina glicata (A1C) e miglioramenti nei fattori di rischio cardiovascolare. Importante: Orforglipron è stato assunto una volta al giorno senza restrizioni di cibo o acqua. In confronto con Rybelsus (versione orale di semaglutide di Novo Nordisk usata per il diabete), Orforglipron ha dimostrato superiorità in uno studio head‑to‑head: perdita di peso media e controllo glicemico migliori, sempre secondo Lilly.

Questi risultati supportano le intenzioni dell’azienda di iniziare entro la fine del 2025 le procedure per l’approvazione globale del farmaco in indicazione obesità, oltre che per diabete.

La risposta di Novo Nordisk: la pillola Wegovy

Nel frattempo, Novo Nordisk non è rimasta ferma. La versione orale del semaglutide, ovvero quella che cerca di replicare (o quasi) l’efficacia delle iniezioni di Wegovy, ha appena pubblicato i dati dello studio clinico OASIS‑4, di fase 3, su un campione di 307 adulti con obesità (o sovrappeso con comorbilità), senza diabete.

Risultati salienti:

    Con dose giornaliera di 25 mg di semaglutide orale, perdita media di peso del 16,6% dopo 64 settimane, contro un decremento di appena 2,7% con il placebo. Oltre un terzo dei partecipanti (34,4%) ha perso almeno il 20% del peso iniziale.

    Anche considerando l’intero gruppo indipendentemente dall’aderenza, la perdita media si attesta intorno al 13,6%, superando nettamente il gruppo placebo.

    Questa pillola è già stata sottoposta alla Food and Drug Administration (FDA), che ha accettato la domanda di approvazione (NDA) qualche tempo fa. Se approvata, sarebbe la prima formulazione orale di GLP‑1 con indicazione per la gestione cronica del peso.

Forza, limiti, incognite

 Orforglipron (Lilly) Semaglutide orale / Wegovy (Novo Nordisk)

Perdita media di peso (alta dose, fase 3, obesità senza diabete) ~12,4% a 72 settimane (36 mg)

~16,6% a 64 settimane (25 mg)

Nessuna restrizione di cibo/acqua, dose giornaliera. Somministrazione quotidiana, ma qualche elemento di gestione dietetica, stile di vita, con protocollo di studio dettagliato.

Effetti su diabete / glicemia Buona riduzione dell’A1C, nei pazienti con T2D nello studio ATTAIN‑2. Nello studio OASIS‑4 soggetti senza diabete; benefici cardio‑metabolici ma dati di diabete specifici meno centrali in quel trial.

Presenza di effetti gastrointestinali; tassi di abbandono nei dosaggi elevati non trascurabili; simili profili rispetto ai GLP‑1 iniettabili

Anche qui effetto collaterale GI (nausea, vomito), come per le altre terapie GLP‑1; nei trial OASIS‑4 segnalazioni, ma i dettagli completi in termini di abbandono rispetto a orforglipron non ancora del tutto comparabili pubblicamente.

Tempistiche previste per approvazione Domanda globale entro fine 2025 per obesità; poi valutazioni multi‑jacche per diabete.

NDA già accettata dalla FDA per la versione orale (una volta‑giornaliera, 25 mg) per gestione cronica del peso. Decisione attesa entro fine 2025.

Come siamo arrivati fin qui

Per capire l’importanza del momento, è utile ripercorrere alcuni passaggi chiave:

    GLP‑1 iniettabili come standard: finora i farmaci più efficaci per la perdita di peso significativa (oltre il 10‑15%) sono stati farmaci come Ozempic, Wegovy, Tirzepatide (Zepbound / Mounjaro), somministrati tramite iniezioni settimanali. Questi hanno mostrato non solo perdita di peso, ma anche benefici su comorbilità correlate: pressione sanguigna, colesterolo, rischio cardiovascolare.

    Sfide delle iniezioni: costi elevati, necessità di preservazione (refrigerazione), frequente somministrazione, barriere psicologiche (paura delle siringhe), problemi logistici in aree remote o in contesti con accesso sanitario limitato.

    Tentativi orali precedenti: alcuni farmaci orali GLP‑1 esistono già (es. Rybelsus, versione orale di semaglutide approvata per il diabete), ma nessuno finora approvato specificamente per la gestione cronica dell’obesità (almeno fino ai nuovi risultati). Rybelsus ha efficacia importante, ma non sempre confrontabile con quella degli iniettabili ad alte dosi per obesità.

    Trend di mercato e necessità globale: l’obesità è riconosciuta come emergenza sanitaria mondiale; il numero di persone con obesità o sovrappeso grave continua a crescere. Ciò comporta un panorama di spesa pubblica sanitaria elevata per complicanze (cardiovascolari, diabete, malattie metaboliche, osteoarticolari, etc.). Le autorità sanitarie e i sistemi di rimborso guardano con grande interesse a soluzioni più economiche, accessibili e con minori barriere all’uso.

Implicazioni per il sistema sanitario

Le novità introdotte da Orforglipron e dalla pillola Wegovy hanno potenziali ricadute su vari fronti:

    Accessibilità: una pillola orale è più facile da distribuire, conservare, assumere. Potenzialmente costa meno (anche se il prezzo finale dipenderà da brevetti, politiche di rimborso, scala produttiva).

    Adesione: molti pazienti sono più inclini ad assumere una compressa che a ricevere iniezioni settimanali. Questo può migliorare l’aderenza a lungo termine, che è un elemento cruciale per mantenere la perdita di peso e i benefici metabolici.

    Costi per il SSN / payers: grandi dubbi sul prezzo finale, sulla distribuzione, sui regimi di rimborso. I governi (come quello italiano) dovranno valutare se includere queste pillole nei farmaci rimborsati, con che prescrizione, a che condizioni (BMI, comorbilità, fallimento di altri trattamenti).

    Salute pubblica: se efficaci su larga scala, queste pillole possono ridurre l’incidenza delle malattie correlate all’obesità, diminuire ospedalizzazioni, farmaci per complicanze, migliorare la qualità della vita. Anche ridurre la mortalità. Alcuni rapporti internazionali suggeriscono che i GLP‑1 potrebbero avere un impatto significativo su mortalità e aspettativa di vita, se utilizzati su larga scala.

    Effetti collaterali e sicurezza a lungo termine: rimane la questione di quanto le perdite di peso si mantengano negli anni, come evolvano gli effetti collaterali, quale sarà l’impatto cardiovascolare nel lungo periodo, e se ci siano particolari gruppi che non rispondono o che rischiano di più.

Il mercato italiano: opportunità e ostacoli

In Italia, come nel resto d’Europa, l’esigenza di soluzioni efficaci per l’obesità è forte. Alcuni dati recenti:

    Il mercato italiano dei trattamenti per l’obesità nel 2024 ha generato circa 152 milioni di dollari di ricavi, ma è atteso in forte crescita (CAGR ~16,7%) fino al 2030, quando potrebbe raggiungere i 647‑650 milioni USD.

    Per i GLP‑1 specificamente, il mercato italiano pesa oggi sui ~104‑110 milioni USD (2024) ma è stimato crescere molto rapidamente — fino a circa 521‑530 milioni USD entro il 2030.

Le sfide italiane

    Regolamentazione e rimborso: le nuove terapie orali dovranno passare per agenzie come AIFA; criteri rigorosi su efficacia, sicurezza, cost‑benefit. Potrebbero esserci restrizioni: BMI minimo, comorbilità richieste, fallimento di opzioni precedenti, limitazioni di età.

    Costo per il paziente: se non rimborsate, queste pillole rischiano di essere accessibili solo a chi può permetterselo; questo rischia di creare disuguaglianze.

    Formazione e inquadramento clinico: i medici di base, endocrinologi, cardiologi dovranno aggiornarsi su questi trattamenti orali: come prescrivere, gestire gli effetti avversi, monitorare le comorbilità, interventi combinati (dieta, attività fisica).

    Produzione e distribuzione: capacità produttiva, logistica (anche se meno onerosa delle iniezioni), costi del farmaco, politiche fiscali su farmaci innovativi.

La competizione era già accesa tra Lilly e Novo Nordisk sul fronte delle iniezioni; ora che la gara si sposta sul fronte orale, i fattori decisivi non saranno solo “quanto peso si perde in media”, ma:

    – Quale farmaco produce la perdita di peso maggiore per la maggioranza dei pazienti, non solo nei migliori casi.

    – Tollerabilità e sicurezza sul lungo termine, compresi gli effetti sulle funzioni gastrointestinali, il rischio pancreatico, effetti su funzione renale, cardiovascolare.

    – Convenienza e semplicità d’uso: assunzione quotidiana senza particolari vincoli alimentari, interazioni con altri farmaci, facilità per il paziente.

    – Prezzo e politiche di rimborso: il farmaco orale deve costare meno (o almeno non molto di più) di un’iniezione, altrimenti una parte consistente degli utenti preferirà continuare con soluzioni già approvate/in uso.

    – Regolamenti e approvazioni: anche se la FDA è un punto di riferimento, per l’Europa, l’Italia, le autorità nazionali dovranno adattarsi, valutare i dossier, potenzialmente fare studi aggiuntivi.

Punti di cautela

    Anche se i risultati sono molto promettenti, nessun farmaco è una bacchetta magica: le pillole saranno uno strumento — non il solo — da integrare con cambiamenti nello stile di vita, dieta, attività fisica.

    Il mantenimento della perdita di peso è storicamente la parte più difficile. Le prime fasi dei farmaci mostrano buone perdite, ma senza supporto continuo è frequente il recupero.

    Effetti collaterali, come nausea, vomito, disturbi gastrointestinali, sono comuni con GLP‑1, e i tassi di abbandono dovuti al disagio possono essere significativi, specie a dosi elevate.

    Accesso in egual misura a tutte le popolazioni: persone con reddito basso, in aree rurali, o in sistemi sanitari con risorse limitate potrebbero ricevere l’innovazione con grande ritardo, o non riceverla affatto.

La pillola è davvero vicina?

Sì, quasi sicuramente. Con l’accumularsi dei dati clinici favorevoli, con richieste già inviate alle autorità regolatorie, con la crescente domanda sociale di alternative meno invasive alle iniezioni, è probabile che entro il 2025‑2026 avremo almeno una pillola approvata per la gestione cronica dell’obesità in vari paesi, Italia inclusa (sebbene con tempi di rimborso più lenti).

Chi vincerà la “gara” Lilly vs Novo forse importa meno quanto come questa nuova classe terapeutica cambierà la pratica medica, i costi sanitari, le vite delle persone con obesità. Ma, ovviamente, per Lilly, per Novo, per i pazienti e per i sistemi sanitari, essere primi conta — come contano i numeri, le condizioni di prescrizione e il costo finale.

20 Settembre 2025
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