Ansia da palcoscenico e arriva la pillola “miracolosa”

Il propranololo, un vecchio farmaco per l’ipertensione che conquista il mondo dello spettacolo
Un tempo utilizzato solo per il trattamento dell’ipertensione e delle malattie cardiache, il propranololo sta vivendo una nuova stagione di popolarità. Non per curare malattie del cuore, ma per aiutare attori, musicisti e professionisti di ogni tipo a calmare l’ansia da prestazione, quella tensione paralizzante che si prova prima di un discorso importante, un concerto o un evento pubblico. Negli Stati Uniti, questa pillola, un betabloccante scoperto negli anni Cinquanta, è diventata la “compagna segreta” di moltissimi, un vero e proprio “trucco” da palcoscenico.
L’aneddoto di Robert Downey Jr. e l’esplosione della moda
Durante i Golden Globes dello scorso anno, poco prima di ricevere il premio come miglior attore non protagonista, Robert Downey Jr. ha lasciato scappare un commento spontaneo e ironico: “Ho appena preso un betabloccante, quindi andrà tutto liscio”. Quella battuta, accolta da risate e applausi, ha messo sotto i riflettori un fenomeno crescente: l’uso di propranololo come “arma segreta” contro il tremore, il battito accelerato e gli effetti fisici dell’ansia.
Non si tratta più solo di attori o musicisti: la “pillola dell’ansia da palcoscenico” sta conquistando un pubblico sempre più vasto, da studenti in ansia per un esame universitario a manager sotto pressione in riunioni decisionali.
Cos’è il propranololo e come funziona?
Il propranololo è un farmaco appartenente alla classe dei betabloccanti. Sviluppato tra gli anni Cinquanta e Sessanta dal medico scozzese James W. Black, premiato con il Nobel per la Medicina nel 1988, agisce bloccando i recettori beta presenti in varie parti del corpo, inclusi cuore e vasi sanguigni. Questi recettori rispondono a ormoni come adrenalina e noradrenalina, prodotti dal corpo in situazioni di stress e pericolo, e regolano battito cardiaco, pressione sanguigna e tensione muscolare.
Bloccando questi recettori, il propranololo riduce gli effetti fisici dello stress: battito rallentato, pressione più bassa, meno tremori. Per questo motivo, da decenni viene usato per curare ipertensione, aritmie e altre malattie cardiache.
Un farmaco vecchio, ma dalle nuove applicazioni
Nonostante sia un farmaco non selettivo e potenzialmente più rischioso rispetto ai betabloccanti moderni, il propranololo ha visto una riscoperta nel trattamento dell’ansia acuta, in particolare quella “situazionale”: non un disturbo d’ansia generalizzato, ma quel senso di nervosismo che colpisce prima di un evento specifico.
Negli ultimi anni negli Stati Uniti, la sua prescrizione è aumentata del 28% rispetto al 2020, rendendolo il betabloccante più prescritto nella sua categoria. Molte di queste prescrizioni sono “off-label”, cioè per usi non originariamente approvati, e coinvolgono persone che cercano di gestire l’ansia da palco, la paura di parlare in pubblico, o semplicemente il nervosismo prima di un momento importante.
Il ruolo della telemedicina nella diffusione
Un altro aspetto che ha favorito la diffusione del propranololo è la crescita della telemedicina. In USA, molti siti permettono di ottenere una prescrizione dopo un colloquio virtuale o persino solo la compilazione di un questionario online, senza la necessità di una visita in presenza.
Questa facilità ha fatto sì che il farmaco venga ordinato anche da chi non avrebbe accesso o non desidera un percorso medico tradizionale. Piattaforme come Kick offrono dosaggi tra i 10 e i 20 mg, quantità più basse rispetto a quelle per il trattamento di malattie cardiache (che possono arrivare a 300 mg), riducendo così, almeno teoricamente, il rischio di effetti collaterali gravi.
L’uso “mirato” per ansia situazionale
I betabloccanti come il propranololo non agiscono direttamente sul cervello per alleviare l’ansia, ma bloccano le reazioni fisiche allo stress — battito accelerato, sudorazione, tremori. Questo può aiutare a “ingannare” il corpo e la mente, permettendo a chi soffre di ansia da prestazione di sentirsi più calmo e controllato in situazioni critiche.
Tuttavia, l’uso non è privo di rischi. Gli effetti collaterali più comuni includono vertigini, stanchezza, nausea e, nei casi peggiori, svenimenti dovuti a una caduta eccessiva della pressione sanguigna e del battito. Chi soffre di pressione bassa o altre condizioni cardiache deve usare il farmaco con cautela.
L’ansia e l’uso marginale del propranololo in Italia
In Italia l’uso del propranololo per l’ansia situazionale è ancora limitato e marginale. Il farmaco è approvato dall’AIFA per il trattamento delle malattie cardiovascolari, ma l’impiego off-label contro l’ansia non è molto diffuso, né sostenuto da linee guida ufficiali.
Qui, per trattare l’ansia generalizzata, si preferiscono terapie psicologiche come la terapia cognitivo-comportamentale o farmaci come gli antidepressivi SSRI o le benzodiazepine, che agiscono direttamente sui processi chimici del cervello.
Mancanza di dati su larga scala
Nonostante la diffusione crescente, le prove cliniche sull’uso del propranololo contro l’ansia da prestazione sono ancora limitate. Il farmaco è sul mercato da decenni e non c’è un grande interesse da parte delle case farmaceutiche a investire in nuovi studi per un prodotto ormai generico.
Le ricerche finora effettuate sono spesso di piccola scala o basate su esperienze cliniche aneddotiche, che suggeriscono benefici ma non sono sufficienti per definire il propranololo come terapia di prima scelta per l’ansia.
Non è una “pillola magica”
Gli esperti mettono in guardia dall’uso indiscriminato del propranololo. Sebbene possa essere utile per calmare i sintomi fisici temporanei dell’ansia, non risolve le cause psicologiche profonde. L’assunzione autonoma e non controllata può esporre a rischi evitabili.
Molti medici raccomandano che il farmaco sia preso solo sotto controllo medico e per brevi periodi, come supporto a terapie psicologiche o durante eventi eccezionali.
L’esperienza di chi l’ha usato
Dietro l’uso crescente del propranololo c’è una storia fatta di persone reali, spesso protagonisti di momenti difficili da gestire.
L’attrice Rachel Sennott, ad esempio, ha dichiarato pubblicamente di usare “quel betabloccante” per superare l’ansia delle serate importanti. Molti influencer e musicisti si sono aperti su social e podcast raccontando come la pillola li aiuti a salire sul palco senza tremori e con la mente più lucida.
Ma non solo artisti: imprenditori, studenti e professionisti di ogni tipo hanno iniziato a rivolgersi a questa soluzione per controllare i sintomi fisici dell’ansia.
Il successo del propranololo come rimedio all’ansia da prestazione evidenzia il bisogno crescente di soluzioni rapide e efficaci per gestire lo stress. Tuttavia, la comunità scientifica e medica sottolinea la necessità di un approccio integrato, che unisca terapie farmacologiche, psicologiche e interventi di prevenzione.
© RIPRODUZIONE RISERVATA