Padova inaugura una nuova Panchina Rossa

Un simbolo contro la violenza sulle donne e un invito al rispetto condiviso dalla comunità
Una panchina che parla silenziosamente, ma con forza. È stata inaugurata questa mattina nel parco della sede centrale della Fondazione Opera Immacolata Concezione Onlus di Padova, in via Toblino 53, la nuova Panchina Rossa, simbolo universale di lotta contro la violenza sulle donne.
L’iniziativa, organizzata in collaborazione con il Comune di Padova e con gli Stati Generali delle Donne, si inserisce in un percorso culturale e sociale diffuso in tutta Italia. La panchina, verniciata del colore che richiama il sangue versato dalle vittime di femminicidio, vuole essere insieme memoria, monito e impegno: un invito a non restare indifferenti, a riconoscere nell’altro un dono e a costruire una società fondata sul rispetto e sulla dignità.
Alla cerimonia hanno preso parte numerosi rappresentanti istituzionali e del mondo civile: Nicoletta Marin Gentilini per gli Stati Generali delle Donne, Andrea Cavagnis, presidente della Fondazione OIC Onlus, Antonio Bressa, assessore alle Attività Produttive e Commercio del Comune di Padova, Stefania Zattarin, presidente del Comitato Imprenditoria Femminile di Confindustria Veneto Est, e don Mattia Callegaro, vicario parrocchiale della Natività della Beata Vergine Maria alla Mandria.
Durante gli interventi è stato sottolineato come la Panchina Rossa non sia soltanto un segno visibile nel territorio, ma un vero e proprio patto con la comunità. «Contro la violenza di genere, la comunità ha un solo respiro: il rispetto del dono della vita. Radice del presente, luce del futuro» recita il messaggio scelto come filo conduttore della giornata.
La cerimonia si è conclusa con un momento conviviale presso il Centro Servizi Santa Chiara della Fondazione OIC, dove partecipanti e cittadini hanno potuto condividere riflessioni e vicinanza in un clima di partecipazione.
Con questa nuova installazione, Padova rinnova il suo impegno a favore della parità di genere e contro ogni forma di violenza, confermando come i luoghi simbolici possano diventare strumenti concreti di educazione e di cambiamento culturale.
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