Emirates atterra a Roma: viaggio dentro la grande campagna di recruiting

Quando una compagnia aerea internazionale sceglie di portare la sua selezione di personale nel cuore d’Italia, non è solo un’occasione per chi sogna nuove rotte professionali, è un segno del vento che soffia sull’industria, sull’economia, sul lavoro. Emirates torna a Roma con un open day il 15 settembre (Grand Hotel Palace, Via Vittorio Veneto 70, ore 9:00), nell’ambito di una campagna globale che entro la fine dell’anno punta a reclutare 17.300 professionisti in oltre 350 ruoli diversi. Tra questi, gli assistenti di volo sono un pezzo centrale di un puzzle vasto e ambizioso.
Un piano globale: numeri, strategie, territori
Emirates non sta semplicemente “assumendo”: ha imbastito un piano strutturato, che attraversa continenti, culture, economie locali. Le tappe italiane sono solo un capitolo del racconto.
Il piano prevede più di 2.100 open days e eventi di recruiting in oltre 150 città nel mondo.
In Italia, numerosi city‑event già svolti (Cagliari, Olbia, Bari, Milano, Venezia, Napoli, ecc.), e altre date già fissate – Roma inclusa.
L’obiettivo ambizioso è reclutare 17.300 persone entro la fine dell’anno. Non soltanto assistenti di volo, ma figure tecniche, operative, commerciali, di servizio clienti, cargo, catering, e ruoli in gestione e supporto.
Dietro questi numeri c’è la visione di un’azienda che cresce, rinnova la flotta (nuove consegne di Airbus A350, Boeing 777‑X, e aggiornamenti sugli A380) e che vuole sostenere l’espansione con personale adeguato non solo numericamente, ma anche culturalmente e professionalmente.
Roma come palcoscenico: significato dell’open day
Roma non è scelta a caso: la capitale rappresenta un crocevia ideale, da un punto di vista geografico, mediatico, culturale.
Visibilità: organizzare l’evento in una città come Roma – e in un luogo “di rappresentanza” come il Grand Hotel Palace – serve ad attirare non solo candidati locali ma anche attenzione nazionale, far capire che l’Italia è parte integrante della rete di selezione globale di Emirates.
Rete italiana consolidata: la compagnia ha già selezionato molti assistenti di volo italiani — stime recenti parlano di oltre 860 italiani nell’equipaggio di cabina.
accessibilità: Roma è punto centrale per chi proviene dal centro‑sud come per chi viene da nord, e costituisce un buon punto di incontro per chi cerca opportunità all’estero ma vuole partire dall’Italia.
Requisiti, condizioni, cosa serve per candidarsi
Non basta avere la passione per i cieli: Emirates richiede alcuni standard precisi. Ecco che cosa serve, in base agli annunci degli ultimi open day:
Età minima 21 anni per gli assistenti di volo
Titolo di studio Diploma di scuola superiore
Esperienza richiesta preferibile almeno 1 anno nel settore dell’ospitalità, servizio clienti o equivalente
Lingua Buona padronanza dell’inglese, scritto e parlato
Altezza / portata braccia Altezza minima circa 160 cm, capacità di raggiungere 212 cm stando in punta di piedi (con braccio teso)
Aspetto / presentazione Aspetto curato, abbigliamento formale per il colloquio; per gli uomini richiesto viso pulito, capelli ordinati; per le donne trucco sobrio, capelli raccolti; no tatuaggi visibili in uniforme
Documentazione Curriculum aggiornato (preferibilmente anche in inglese), foto recente, documenti d’identità/passaporto, e spesso duplicati via online prima dell’evento
Queste condizioni non sono nuove: riflettono linee guida che la compagnia ha già utilizzato in eventi passati in Italia. Sono condizioni che pongono l’accento sull’immagine, la professionalità, ma anche su una certa uniformità nello standard globale.
Cosa aspettarsi davvero
Il mestiere dell’assistente di volo con Emirates porta con sé vantaggi non trascurabili, ma anche sfide. Ecco cosa dicono gli annunci più recenti.
Stipendio base esente da imposte – componente interessante del pacchetto retributivo, specie per chi si trasferisce a Dubai.
Benefit: alloggio fornito dalla compagnia, trasporto da/per aeroporto, assistenza sanitaria, sconti per attività ricreative/shopping, agevolazioni di viaggio per dipendenti, familiari e amici.
Formazione: corso intensivo di addestramento (di durata che varia negli annunci: circa 7‑8 settimane) a Dubai, con standard elevati di ospitalità e sicurezza.
Residenza a Dubai: la sede di lavoro principale è Dubai. Gli assistenti di volo risiedono lì, il che può comportare adattamenti – culturali, climatici, logistici – per chi viene dall’Italia.
Turni, fuso orario, lontananza: il lavoro comporta frequenti viaggi, fusorario, lontananza da casa. È una vita nomade, non stabile nel senso locale del termine.
Pressione e livello di servizio: Emirates ha un brand da difendere, standard molto alti di accoglienza, attenzione al dettaglio, requisiti estetici/di immagine, procedure di sicurezza rigide. Non tutti si adattano con facilità a ritmi così esigenti.
Cosa ha già fatto Emirates in Italia
Per capire cosa aspettarsi dall’open day del 15 settembre, utile guardare indietro ai precedenti eventi.
Nel gennaio 2025 sono stati fatti open days in varie città italiane: Venezia, Roma, Milano, Napoli, Firenze. Buona partecipazione e visibilità.
In estate 2025, eventi simili si sono tenuti a Cagliari, Olbia, Bari. Non soltanto per assistenti di volo, ma nel quadro più ampio del reclutamento (personale aeroportuale, catering, servizi).
Queste esperienze hanno anche evidenziato criticità e aspettative non sempre corrisposte, questioni pratiche logistiche, tempistiche, selezione molto competitiva.
Impatto sul mercato locale e opportunità per i candidati italiani
L’arrivo di Emirates con open days in Italia ha effetti che vanno ben oltre le singole assunzioni:
Per i giovani: offre un’opportunità concreta di entrare in una grande azienda internazionale senza dover necessariamente trasferirsi da subito per cercare all’estero. Un trampolino di lancio, specie per chi ha esperienza limitata ma competenze nel customer service o accoglienza.
Per l’industria aeroportuale e del turismo: flussi di personale qualificato che si formano con standard internazionali, che tornano ad esssere una risorsa (anche se lavoreranno fuori) per competenze che possono diffondersi anche nel sistema locale del trasporto, ospitalità, formazione.
Valore della diversità: Emirates punta esplicitamente su equipaggi internazionali, multilingue, multiculturali. Questo crea opportunità per persone che parlano altre lingue, che hanno varietà di background, che sono flessibili rispetto al cambio culturale.
Stimolo per altre aziende: la visibilità di queste campagne può spingere altre compagnie (aeree o non) a offrire opportunità simili, a valorizzare formazione e comportamenti professionali, a competere sui benefit.
Il “dietro le quinte”: come si svolge un Open Day Emirates
Per chi non ha mai partecipato, ecco come tipicamente si svolge una giornata di selezione per assistenti di volo:
Accoglienza e registrazione: presentazione del curriculum, foto, verifica dei documenti.
Test preliminari: abilità linguistiche, spesso inglese, a volte test scritto o digitale.
Prova di “reach test”: misurazione dell’altezza / portata del braccio per accertarsi che il candidato possa raggiungere le dotazioni di bordo.
Attività di gruppo: simulazioni, discussioni in gruppo, scenari di servizio clienti, lavoro in team. Serve a valutare comunicazione, empatia, capacità di problem solving, lavoro sotto pressione.
Colloquio individuale: con responsabili di recruiting, domande su motivazione, esperienze pregresse, attitudine, disponibilità a viaggiare, gestione dello stress.
Feedback / selezione finale: chi supera le varie fasi può ricevere offerta, partecipare alla formazione; altri restano in attesa o rientrano in una rosa “di riserva”.
Oltre il volo
Lavorare come assistente di volo per Emirates non è solo servizio a bordo: può essere un trampolino per ruoli di gestione, formazione, o spostamenti interni in ambito terrestre, operativo o di Customer Experience.
Alcune persone che iniziano in cabin crew, dopo anni, passano a ruoli di formatori, istruttori di sicurezza, manager cabina, o operazioni di terra.
La compagnia è in crescita: nuove rotte, nuovi aeromobili, nuove classi di servizio → tutto questo crea fabbisogno di staff non solo a bordo ma anche nei settori ingegneristici, manutenzione, operazioni a terra, IT, marketing ecc.
Cosa fare se vuoi partecipare
Se stai pensando di presentarti all’open day di Roma del 15 settembre, ecco qualche passaggio concreto da non trascurare:
Preparare un curriculum ben scritto, in inglese, chiaro, aggiornato, con foto recente.
Verificare di avere tutti i requisiti (altezza, portata, conoscenza della lingua, esperienza).
Vestire in modo professionale: abito formale, sobrio, cura dell’aspetto.
Essere pronti ad attività in gruppo, a situazioni simulate, a colloqui individuali.
Informarsi bene su che cosa succede dopo la selezione: quando si va a Dubai, costi eventualmente a carico, cosa è coperto, cosa no.
Avere un atteggiamento flessibile: orari, voli, cambi di itinerario, vita internazionale.
Tra sogno globale e realtà locale
L’open day di Roma del 15 settembre non è soltanto una giornata di selezione: è un frammento di storia personale, una porta che si apre verso un mondo diverso, fatto di viaggi, contatti con culture, algoritmi di gestione complessi, standard elevati. È anche un banco di prova per i candidati italiani, che devono misurarsi con requisiti molto esigenti ma con opportunità altrettanto grandi.
Emirates offre un brand forte, un pacchetto interessante, un’esperienza professionale che molti sognano; ma offre anche la necessità — per chi accetta — di cambiare, di adattarsi, di stare lontano, di operare in un sistema che richiede costanza, curtosià, disciplina, efficienza.
In un’Italia dove il lavoro giovanile è spesso precario, dove cercare opportunità porta a volte a spostarsi, a cambiare ruolo, a reinventarsi, questa campagna rappresenta un’occasione concreta — purché ben valutata, preparata, affrontata con realismo.
© RIPRODUZIONE RISERVATA