Acqua in Italia: la sfida della distribuzione e dei consumi pro-capite

Un viaggio nei numeri del consumo idrico italiano: quanto beviamo, da dove arriva l’acqua, quanta ne perdiamo lungo la rete e quanto siamo consapevoli del nostro uso quotidiano. Una riflessione necessaria tra dati, costi e nuove pratiche sostenibili.
Le radici del consumo: fonti e prelievi
L’Italia preleva oltre 9 miliardi di metri cubi di acqua potabile ogni anno, perlopiù da falde sotterranee (pozzi e sorgenti), che nel 2015 costituivano oltre l’84% del totale
Tuttavia, non tutte le fonti sono ugualmente sfruttate: pochi grandi prelievi (come sorgenti molto produttive) concentrano gran parte del volume, mentre la maggioranza degli enti gestori contribuisce con piccole quantità
Una rete d’acqua fragile: tra perdite e differenze regionali
Il sistema idrico italiano soffre di inefficienze notevoli: nel 2020 le perdite nelle reti ammontavano al 42% a livello nazionale.
Le performance variano drasticamente: la Valle d’Aosta perde solo il 24%, la Lombardia circa il 30%, mentre regioni come Basilicata, Sicilia e Abruzzo arrivano al 60% di dispersione
I numeri della disponibilità pro-capite e dei consumi reali
Gli italiani ricevono mediamente 214-236 litri d’acqua al giorno a persona in rete, tenendo conto delle perdite
In alcune aree del Nord-Ovest, il valore arriva fino a 251 litri, mentre nelle Isole o in Puglia è più basso (tra 156 e 186 litri)
Occorre notare che nel tempo si è registrato un calo del consumo pro-capite: circa 36 litri in meno rispetto al 1999
Consapevolezza e percezione: quanto capiamo del nostro uso?
Un sondaggio del 2025 condotto in Italia rivela che l’80% degli intervistati sottostima forse il proprio consumo idrico. Un terzo pensa di usarne meno di 10 litri al giorno, mentre la media europea è di 144 litri
Questo gap tra la percezione e la realtà evidenzia una scarsa consapevolezza riguardo a uso, spreco e potenziali risparmi.
Il costo dell’uso idrico: una spesa in aumento
Dal 2016 al 2024, la tariffa dell’acqua per una famiglia media è aumentata del 40%. Una famiglia di tre persone che consuma circa 150 metri cubi in un anno spende, mediamente, 354 euro
Un prezzo che aumenta l’urgenza di una gestione più efficiente risorsa.
Condomini e giustizia idrica: come ripartire la bolletta
Nel condominio, le spese d’acqua devono riflettere i consumi reali – se misurabili tramite contatori individuali – o vengono attribuite secondo le quote millesimali in assenza di dati precisi
Il principio sancito da una recente sentenza romana ribadisce la necessità di ripartire secondo i consumi reali, quando possibile
Verso un uso più sostenibile: soluzioni diffuse
Per contrastare sia gli sprechi che l’inedia nel consumo, si moltiplicano le “case dell’acqua” in Italia: da poche centinaia nel 2010, si è passati a oltre 2.000 installazioni entro il 2017, con Lombardia e Lazio tra le regioni più virtuose. Queste strutture offrono acqua potabile pubblica, riducendo l’uso della plastica e favorendo una reflettenza green.
L’Italia si trova oggi a uno snodo decisivo nella gestione della risorsa idrica. Abbiamo fonti sufficienti, ma le perdite e la scarsa consapevolezza ostacolano la sostenibilità. Le differenze tra le regioni evidenziano la necessità di interventi mirati. L’acqua non è solo un bene naturale: è un capitale che richiede attenzione, innovazione e partecipazione attiva. Riduco le dispersioni, potenzio le infrastrutture, uso risorse intelligenti: solo così potremo dare valore all’acqua che abbiamo.
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