7:32 am, 18 Agosto 25 calendario

Furti “silenziosi” con il jammer: la tecnofurto che insidia le auto di lusso in pieno giorno

Di: Redazione Metrotoday
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Nel cuore di Milano, nel quartiere Palestro, a pochi passi dal lussuoso hotel Casa Cipriani, si è consumato in pieno giorno un episodio che riflette l’inaspettata virata della criminalità verso strategie digitali. Due individui hanno tentato un furto di auto utilizzando un disturbatore di frequenze — comunemente chiamato “jammer” — per neutralizzare il sistema di chiusura elettronica del veicolo. La scena, ripresa da alcuni presenti, mostra con chiarezza come questa tecnica sia ormai evoluta e presidiata con crescente frequenza dai ladri urbani.

Il modus operandi

Una volta parcheggiata l’auto, il proprietario crede di averla chiusa regolarmente premendo il telecomando. In realtà, uno dei malviventi attiva il jammer al momento giusto, bloccando il segnale radio verso la centralina della vettura. Così, il veicolo rimane inconsapevolmente aperto, mentre il complice si avvicina con un telecomando universale, ordina l’apertura e fruga in fretta al suo interno alla ricerca di oggetti di valore.

Tempismo perfetto… finché non interviene la polizia

Nel caso in questione, un passante ha notato qualcosa di sospetto e ha allertato le forze dell’ordine, permettendo un intervento tempestivo. Uno dei ladri, colto sul fatto, ha lasciato cadere il jammer nel tentativo di scappare; entrambi sono stati poi bloccati dalla polizia.

Pericoli e proporzioni del fenomeno

Questa tecnica, silenziosa e non violenta, rappresenta un allarme crescente. I ladri prediligono zone centrali, trafficate e frequentate da automobilisti di ceto medio-alto. Il jammer, oltre a bloccare i segnali dei telecomandi delle auto, può interferire anche con cancelli automatici e sistemi di allarme domestici. Si tratta di strumenti illegali in Italia, ma facilmente reperibili online a costi contenuti, anche inferiori ai 100 euro.

Come difendersi — o almeno tentare di farlo

L’unica misura concreta è tornare all’antico: dopo aver chiuso l’auto, tirare manualmente la maniglia per verificare che le porte siano effettivamente bloccate. Un semplice gesto che può fare la differenza tra una serata tranquilla e una denuncia fluttuante, sprovvista di prove visive o segni di effrazione.

Quello di Milano non è un episodio isolato, ma l’emergere di una nuova frontiera della microcriminalità urbana. Il furto “digitale” sfrutta le debolezze dei sistemi wireless, trasformando la tecnologia — spesso sinonimo di comodità — in leva per l’illegalità. La risposta delle istituzioni e delle forze dell’ordine è pronta e deve intensificarsi, ma senza rinunciare alla collaborazione dei cittadini, consapevoli che anche piccoli accorgimenti quotidiani possono fare la differenza.

18 Agosto 2025
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