Metaformismo Action© una mostra rivoluzionaria a Città di Castello

La Pinacoteca Comunale di Città di Castello, situata nel suggestivo Palazzo Vitelli alla Cannoniera, ospita la mostra “Metaformismo Action©”, ideata e curata dalla storica e critica dell’arte Giulia Sillato. L’evento, che si svolge dal 15 luglio al 24 agosto, ha visto la partecipazione di illustri ospiti, tra cui il Sindaco di Città di Castello, Luca Secondi, e l’assessore alla Cultura Michela Botteghi. Presente anche il regista Giorgio Amato, che ha dedicato un ampio spazio al Metaformismo© nel suo film “Il Ministro”.

La mostra presenta 14 installazioni pittoriche realizzate da sette Maestri d’Arte del Metaformismo©, riconosciuti a livello nazionale e internazionale: Emilio Belotti, Giulio Cavanna, Sebastjan Centi, Rosetta D’Alessandro, Enzo Devastato, Massimo Fumanti e Cristiana Grandolfo. Il Metaformismo©, un termine coniato da Giulia Sillato nel 2010, rappresenta un’evoluzione della critica artistica che promuove un dialogo tra arte antica e moderna.

Questa filosofia dell’arte mira a rivoluzionare la comprensione dell’arte non-figurativa, sfidando le tradizionali etichette di “astratto”. La mostra invita a riflettere su nuove prospettive critiche, incoraggiando una lettura della forma che trascende le definizioni convenzionali.

Inoltre, dal confronto tra le visioni dei Maestri e quelle di Giulia Sillato è emersa “Action”, una piattaforma che celebra la diversità espressiva all’interno del non-figurativo. Non si tratta di un movimento o di una corrente artistica, ma piuttosto di un insieme di espressioni che valorizzano la pluralità di approcci.

La sinergia tra la mostra e la monografia di Giulia Sillato, “Metaformismo. L’onticità della forma dell’arte non figurativa”, in seconda edizione e con un saggio del filosofo Stefano Zecchi, sottolinea come l’”Astratto” e l’”Informale” non esistano, ma piuttosto molte forme di espressione che attendono di essere comprese.

Con questa iniziativa, il Metaformismo© si propone di evidenziare il legame tra passato, presente e futuro, rivelando una continuità naturale nell’evoluzione dell’arte non-figurativa, che trae origine da quella classica.