12:48 am, 26 Giugno 25 calendario

Robert E. Cornish: il pioniere della rianimazione tra successi e sconfitte

Di: Redazione Metrotoday
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Nel corso della storia, la scienza ha affrontato sfide affascinanti e controverse, e la figura di Robert E. Cornish è emblematicamente legata a uno dei tentativi più audaci: la rianimazione di cadaveri. Nato nel 1903, Cornish si distingue fin da giovane come un bambino prodigio, laureandosi con lode alla California University a soli 18 anni e conseguendo il dottorato a 22. La sua curiosità lo porta, nel 1932, a esplorare l’idea di riportare in vita uomini e animali deceduti.

Per realizzare questo ambizioso progetto, Cornish sviluppa un innovativo dispositivo, un letto rotante, che ha come obiettivo quello di creare una circolazione artificiale del sangue nei corpi senza vita. “Se il decesso è avvenuto di recente e gli organi interni non sono compromessi”, afferma Cornish, “la stimolazione del corpo potrebbe riattivare la vita“. Nonostante i suoi sforzi, i risultati iniziali sono deludenti: nessun corpo riesce a tornare in vita, ma alcuni segnali di attività sembrano emergere dopo il trattamento.

Nel 1934, la sua attenzione si sposta sugli animali. Cornish utilizza cinque fox terrier, battezzati Lazarus I, II, III, IV e V, sottoponendoli a una serie di esperimenti in cui vengono uccisi per asfissia. Dopo una breve pausa, Cornish applica le sue tecniche di rianimazione, che includono non solo il basculamento, ma anche iniezioni di eparina e adrenalina, accompagnate da un’ossigenazione manuale.

Dopo vari tentativi, sorprendentemente, i cani Lazarus IV e V riprendono conoscenza, sebbene con gravi danni cerebrali. Questi eventi attraggono l’attenzione dei media e Cornish diventa una figura controversa. La sua storia viene persino trasposta in un film di Hollywood, “Life Returns”, dove lui stesso recita nel ruolo di colui che riporta in vita un cane.

Tuttavia, il successo avviene in un contesto di critiche: le proteste degli animalisti e il disinteresse della comunità scientifica mettono in discussione la validità dei suoi esperimenti. Dopo essere stato espulso dall’università, Cornish si ritira a Berkeley per continuare le sue ricerche in solitudine. Nel 1947, dopo anni di silenzio, annuncia di aver perfezionato le sue tecniche e di essere pronto a rianimare un uomo, ma il suo tentativo di utilizzare un detenuto condannato a morte viene bloccato dalle autorità.

La fine delle sue ambizioni di rianimazione segna un capitolo triste nella vita di Cornish, che, deluso, si dedica a vendere un dentifricio di sua invenzione fino alla sua morte nel 1963. La sua storia rimane un esempio affascinante delle aspirazioni e dei limiti della scienza, sollevando interrogativi sull’etica e sul futuro della rianimazione.

26 Giugno 2025 ( modificato il 4 Giugno 2025 | 23:51 )
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