La terribile storia della ghigliottina nazista

Johann Reichart, un boia del Terzo Reich, percepiva uno stipendio annuale di 3.000 marchi per il suo inquietante lavoro di decapitazione, con un bonus di 65 marchi per ogni testa staccata. Questo salario elevato gli permise di acquistare una villa in una zona benestante di Monaco di Baviera, dimostrando come il regime nazista avesse trasformato la pena di morte in un’attività quasi professionale.
Inizialmente, Adolf Hitler si mostrava contrario alla pena di morte, non per motivi etici, ma perché temeva di perdere il sostegno del popolo tedesco. Tuttavia, questa resistenza durò poco. Durante il dodicennale regime nazista, si stima che circa 16.500 persone siano state execute. La ghigliottina, simbolo di terrore, non evocava l’immagine romantica della Rivoluzione Francese, ma piuttosto un’atmosfera pretestuosamente clinica. Era situata in una stanza pulita e ben illuminata, simile a un ambiente ospedaliero, e azionata da uomini in giacca e cravatta.
Questo strumento di morte, la ghigliottina nazista, aveva subito delle modifiche rispetto ai modelli storici. Come evidenziato in foto, era dotata di una tavola pieghevole per immobilizzare il condannato, facilitando così la decapitazione e la rimozione del corpo.
Tra le vittime più giovani della ghigliottina vi fu Helmuth Hubener, un ragazzo di diciassette anni accusato di aver distribuito volantini contro il regime ad Amburgo. Nonostante le richieste di clemenza da parte di alcuni membri della Gestapo, Helmuth si mostrò incredibilmente coraggioso, affermando: “Ora io dovrò morire, anche se non ho commesso alcun crimine”. La sua esecuzione avvenne alle 20:13 del 27 ottobre 1942.
Un’altra vittima celebre fu Sophie Scholl, leader del gruppo pacifista Rosa Bianca. Condannata a morte, Sophie affrontò la ghigliottina solo tre ore dopo la sentenza, dimostrando un coraggio straordinario. Johann Reichart, il suo boia, avrebbe successivamente dichiarato che Sophie era stata la persona più coraggiosa tra tutte le sue vittime.
Oggi, la ghigliottina nazista è conservata al Museo Nazionale Bavarese, un monito del passato e del coraggio di coloro che si opposero al regime.
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