Tensioni iraniane: Teheran pronta a rispondere agli attacchi Usa e chiudere lo stretto di Hormuz

Dopo i recenti attacchi degli Stati Uniti ai siti nucleari iraniani, le tensioni in Iran sono aumentate significativamente. Il Majlis, il Parlamento di Teheran, ha dichiarato che è arrivato il momento di considerare la chiusura dello Stretto di Hormuz, una rotta strategica per il trasporto di petrolio e GNL. Il generale Esmail Kowsari, membro della commissione Sicurezza nazionale del Majlis, ha affermato che la decisione finale spetta al Consiglio supremo di sicurezza nazionale.
La protesta a Teheran
A Teheran, il presidente iraniano Masoud Pezeshkian ha partecipato a una manifestazione in risposta ai raid statunitensi contro i siti nucleari di Fordow, Natanz e Isfahan. I manifestanti, riuniti in piazza Enghelab, hanno invocato “vendetta”, alzando i pugni e sventolando bandiere nazionali. Cartelli con slogan contro gli Stati Uniti e Israele hanno circolato tra la folla, esprimendo un forte sentimento di indignazione.
Pezeshkian ha successivamente contattato il presidente francese Emmanuel Macron, sottolineando che gli americani devono affrontare le conseguenze della loro aggressione. Ha affermato che l’Iran non si arrenderà mai al bullismo e che è naturale rispondere in modo appropriato alle aggressioni subite.
Le esplosioni e la risposta militare
Nuove esplosioni sono state segnalate nella zona nord di Teheran, mentre le operazioni militari israeliane contro obiettivi in Iran continuano. Il portavoce della diplomazia iraniana, Esmaeil Baqaei, ha dichiarato che l’Iran è pronto a difendersi “con tutti i mezzi necessari” e ha accusato l’Amministrazione Trump di aver avviato un’ingiusta guerra di aggressione contro l’Iran.
Le reazioni degli Stati Uniti
Il vicepresidente statunitense J.D. Vance ha descritto la possibile chiusura dello Stretto di Hormuz come una mossa “suicida” per l’Iran, avvertendo che ciò potrebbe danneggiare ulteriormente la loro economia. Ha insistito che gli Stati Uniti non sono in guerra con l’Iran, ma contro le sue ambizioni nucleari, elogiando i risultati dei recenti raid.
Vance ha escluso l’invio di truppe di terra in Iran, ribadendo che l’obiettivo dell’amministrazione non è l’occupazione militare, ma piuttosto il dialogo per una soluzione a lungo termine. Ha affermato che gli Stati Uniti lavoreranno per smantellare permanentemente il programma nucleare iraniano nei prossimi anni, pur non temendo un conflitto prolungato.
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