Hans Wilhelm Münch: l’unico SS che si oppose ai crimini di Auschwitz

Hans Wilhelm Münch: l’unico SS che si oppose ai crimini di Auschwitz
C’è una testimonianza che durante l’Olocausto un singolo soldato delle SS si sia fermato e abbia detto: “Questo è immorale, non posso farlo“. E questa testimonianza è quella di Hans Wilhelm Münch, un membro delle SS che si distinse per il suo coraggio nel rifiutare di partecipare ai crimini commessi nel campo di concentramento di Auschwitz.
Nel 1947, le autorità comuniste polacche avviarono una serie di processi contro le persone accusate di partecipazione allo sterminio di massa ad Auschwitz. Il secondo di questi processi, noto come “Primo processo di Auschwitz” (Pierwszy Proces Oświęcimski), coinvolse 40 imputati, la maggior parte dei quali erano ufficiali di alto rango e amministratori del campo. Tra di loro, ventitré furono condannati a morte per impiccagione, mentre altri ricevettero pene detentive di varia entità.
Hans Münch, pur essendo un membro del partito nazista e reclutato dalle SS nel 1943, mostrò un comportamento sorprendente. Invece di conformarsi ai metodi disumani del suo superiore, il dottor Josef Mengele, Münch si rifiutò di tollerare le atrocità e, a rischio della sua vita, iniziò ad aiutare i prigionieri.
Innanzitutto, rifiutò categoricamente di partecipare alle famose “selezioni” sulla banchina del treno, che determinavano chi sarebbe stato assegnato al lavoro, chi sarebbe stato sottoposto a esperimenti e chi sarebbe stato immediatamente condannato a morte. Inoltre, progettò esperimenti medici elaborati che in realtà servivano come copertura per fornire cure mediche ai prigionieri, impedendo così che venissero uccisi perché considerati non più utili.
Prima della ritirata delle truppe naziste davanti all’avanzata dell’Armata Rossa, Münch consegnò la sua pistola personale a un prigioniero, un gesto che evidenziava ulteriormente il suo distacco dalla brutalità del regime.
Durante il processo del 1947, quando i testimoni, che avevano tutte le ragioni per odiare i nazisti, descrivevano i crimini di 39 imputati, sorprendentemente difesero un ex membro delle SS. Le testimonianze erano così sincere e coerenti che perfino i procuratori comunisti dovettero ammettere che le accuse contro Hans Münch erano infondate, permettendogli di tornare in Germania e continuare a esercitare la professione medica.
In sintesi, Hans Wilhelm Münch rimane un caso unico di disobbedienza morale all’interno delle SS, un uomo il cui rifiuto di partecipare al male gli permise di affrontare la giustizia e di raccontare la sua storia.
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