Decreto sicurezza approvato: alta tensione in Senato e proteste delle opposizioni

Il Senato ha dato il via libera definitivo al decreto sicurezza, con 109 voti a favore, 69 contrari e un astenuto. Questo provvedimento, già approvato dalla Camera il 29 maggio, è entrato in vigore l’11 aprile e ha suscitato grande tensione in Aula, dove le opposizioni hanno inscenato una forte protesta.
I senatori del Partito Democratico (Pd), di Alleanza Verdi e Sinistra (Avs) e del Movimento 5 Stelle (M5S) si sono seduti al centro dell’Aula in segno di protesta contro le nuove misure che inaspriscono le pene per i manifestanti che occupano le strade, trasformando i cosiddetti blocchi stradali in un reato piuttosto che in un illecito amministrativo. Durante la protesta, i senatori hanno mostrato cartelli con la scritta “denunciateci tutti” e hanno intonato un coro di “vergogna-vergogna”, esprimendo la loro solidarietà a chi partecipa a queste manifestazioni pro-ambiente.
Il presidente del Senato, Ignazio La Russa, ha dovuto sospendere la seduta a causa delle forti contestazioni. Tuttavia, le tensioni sono aumentate nuovamente durante l’intervento del senatore Alberto Balboni di Fratelli d’Italia, che è stato censurato due volte dalla presidente di turno, Anna Rossomando. Balboni, riferendosi agli oppositori, ha affermato: “State dalla parte degli agenti feriti o dei manifestanti?”, accendendo ulteriormente il clima di scontro.
La situazione è divenuta esplosiva quando il senatore di FdI ha accusato il Pd di avere legami con i terroristi e i mafiosi, scatenando la reazione immediata delle opposizioni, che hanno tentato di avvicinarsi ai banchi della maggioranza, rischiando il contatto fisico.
Nonostante le polemiche, il voto di fiducia sul decreto sicurezza si è svolto e il provvedimento è stato approvato. Al termine della seduta, i senatori di Fratelli d’Italia hanno organizzato un flash mob in piazza, mentre il leader della Lega, Matteo Salvini, ha rilasciato dichiarazioni alla stampa in piazza San Luigi dei Francesi. La situazione rimane tesa, e le ripercussioni politiche di questo decreto potrebbero continuare a farsi sentire nei prossimi giorni.
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