7:25 pm, 12 Maggio 25 calendario

Maternità in Italia: il 20% delle donne lascia il lavoro dopo la maternità, un grido d’allerta per le politiche di sostegno

Di: Blanca Annunziata
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Maternità in Italia: il 20% delle donne lascia il lavoro dopo aver avuto un figlio

La maternità in Italia rappresenta un percorso difficile e pieno di ostacoli. Secondo il report di Save the Children, “Le Equilibriste – La maternità in Italia 2025”, emerge un quadro allarmante: il 20% delle donne smette di lavorare dopo la maternità, evidenziando la mancanza di politiche strutturali di supporto alle madri e la crescente penalizzazione delle lavoratrici con figli.

La denatalità e il tasso di fecondità stanno raggiungendo livelli preoccupanti. Nel 2024, i neonati sono diminuiti del 2,6% rispetto all’anno precedente, portando il numero a soli 370mila. L’età media delle madri al parto è di 32,6 anni, con un tasso di fecondità di 1,18 figli per donna, inferiore al minimo storico di 1,19 del 1995. Al Sud, la situazione è ancora più critica, con cali significativi del 4,2% e del 4,9% nelle Isole.

Il report mette in evidenza anche l’Indice delle Madri, dove la Provincia Autonoma di Bolzano è seguita da Emilia-Romagna e Toscana, mentre Basilicata, Campania, Puglia e Calabria si trovano in fondo alla classifica. La disparità di genere nel mercato del lavoro è evidente: l’Italia occupa il 96esimo posto su 146 paesi per partecipazione femminile e il 95esimo per il gender gap retributivo. Oltre il 26% delle donne è a rischio di lavoro a basso reddito, rispetto al 16,8% degli uomini.

La “child penalty” colpisce soprattutto le madri. Mentre il 68,9% delle donne senza figli è occupato, la percentuale scende al 62,3% dopo la maternità. Al contrario, gli uomini vedono un incremento di occupazione dal 77,8% al 91,5% tra i padri. Queste statistiche evidenziano l’assenza di servizi per la prima infanzia e la scarsa condivisione dei compiti di cura nelle famiglie.

Le disparità territoriali sono marcate: al Nord, il tasso di occupazione maschile raggiunge l’87% per gli uomini senza figli e il 96,3% per quelli con figli minori. Per le donne, si attesta all’80,2% senza figli e al 74,2% con figli minori. Nel Mezzogiorno, la partecipazione femminile al lavoro è molto più bassa, con un tasso del 44,3% tra le madri.

Il report sottolinea che investire in asili nido e ridurre i costi di assistenza potrebbe diminuire significativamente la “child penalty”. Maggiori servizi di cura permetterebbero anche una maggiore partecipazione delle mamme al mercato del lavoro, dove il tasso di occupazione delle donne 25-54enni scende dal 77,8% al 64,4% dopo aver avuto un figlio.

Giorgia D’Errico, direttrice Affari pubblici e Relazioni istituzionali di Save the Children, ha dichiarato: “È fondamentale garantire a tutti l’accesso ai servizi educativi per l’infanzia e prolungare i congedi di paternità, riconoscendo il valore della cura anche per i padri. Solo così potremo costruire un futuro in cui genitorialità, lavoro e vita privata possano coesistere armoniosamente.”

12 Maggio 2025 ( modificato il 13 Maggio 2025 | 11:41 )
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