Le nebbie delle Curia romana nel giallo della sparizione di Emanuela Orlandi

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volutamente lasciati nel dimenticatoio dei secoli, fatti inquietanti che opportunamente riletti e rivelati, lasciano tanti Interrogativi. A voi il delicato compito di scegliere e discernere tra la Fede e …
I Misteri del Vaticano
Parallelamente alle piste che coinvolgono la malavita romana e il Vaticano, gli inquirenti hanno esaminato altre ipotesi riguardanti la scomparsa di Emanuela Orlandi. In quegli anni in Italia si parlava di “tratta delle bianche”, con numerose giovani donne che scomparivano senza lasciare traccia.
Nel periodo della scomparsa di Emanuela, solo a Roma e nei dintorni, sono stati segnalati 321 casi di scomparsa, di cui la maggior parte riguardava ragazze. Questo contesto allude a una rete più ampia di sparizioni, coinvolgendo non solo Emanuela Orlandi ma anche altre giovani come Mirella Gregori, scomparsa nello stesso periodo.
Le prime fasi delle indagini sulla scomparsa di Emanuela Orlandi hanno preso avvio con l’ipotesi di un reato legato a un potenziale maniaco isolato o a un’organizzazione che reclutava minorenni per fini sessuali.
Si ipotizzava che l’approccio potesse avvenire attraverso l’inganno di un provino per diventare attrice o comparsa in un film. Questo modus operandi veniva utilizzato come esca per attirare giovani ragazze in situazioni pericolose.
Anche la sorella di Emanuela, Federica, fu coinvolta in un episodio simile alcuni giorni prima della scomparsa. Un uomo sconosciuto le si avvicinò sull’autobus e le propose di recitare come comparsa in un film che si stava girando a Civitavecchia in quel periodo.
Questo tipo di approccio testimonia la possibile esistenza di una rete che mirava a reclutare giovani ragazze con la promessa di opportunità nel mondo dello spettacolo, sfruttando la vulnerabilità e l’ingenuità delle vittime.
Durante dei lavori di ristrutturazione alla Nunziatura Vaticana in via Po, sono state ritrovate delle ossa sotto al pavimento, che hanno immediatamente sollevato il sospetto di un collegamento con le scomparse di Emanuela Orlandi e Mirella Gregori, avvenute poco prima.
Tuttavia, secondo l’analisi dei resti effettuata, le ossa sembrerebbero risalire a più di cento anni fa, confermato anche dagli esami al Carbonio 14 che indicano una data antecedente al 1963.
Nel 2019 sembrava esserci stata una svolta nelle indagini, con la possibile collaborazione del Vaticano nell’apertura di due tombe nel Cimitero Teutonico Vaticano. Una lettera anonima con una foto di una tomba recante l’iscrizione “Cercate dove indica l’angelo” ha portato all’ispezione dei loculi.
I campioni del DNA sono stati prelevati e analizzati da Giovanni Arcudi dell’Università Tor Vergata di Roma, insieme al perito designato dalla famiglia Orlandi. Tuttavia, secondo il Giudice Unico dello Stato della Città del Vaticano, le ossa rinvenute risalirebbero a più di un secolo fa, suggerendo che non vi sia alcun legame con le scomparse recenti.
Dopo che il Vaticano aveva deciso di archiviare l’indagine sulla scomparsa di Emanuela Orlandi, la famiglia ha ottenuto il permesso di procedere privatamente con ulteriori accertamenti su alcuni frammenti ossei custoditi presso la Gendarmeria.
Secondo il fratello di Emanuela e gli avvocati della famiglia, le analisi condotte finora sarebbero state solo visive, non sufficienti per datare i reperti. I test genetici e al Carbonio-14 non sarebbero stati effettuati, sollevando dubbi sulla correttezza delle conclusioni.
Katty Skerl è una delle protagoniste delle cronache degli anni ’80, scomparsa nel 1984 e ritrovata morta a Grottaferrata. Anche questo caso rimane irrisolto, ma sembra esserci un collegamento con le sparizioni di Mirella Gregorio e Emanuela Orlandi.
Dichiarazioni di Accetti, noto mitomane legato alle vicende dell’epoca, e un misterioso plico inviato a un’amica di Emanuela e alla sorella di Mirella, rivelano indizi che alludono alle tre ragazze. Nel messaggio si faceva riferimento alle “due belle more” (Emanuela e Mirella) e a Katty Skerl, la ragazza dai capelli biondi ritrovata morta il 21 gennaio.
A dicembre 2022, l’attentatore di Papa Giovanni Paolo II, Ali Agca, ha inviato una lettera al fratello di Emanuela Orlandi in cui sostiene che i rapimenti di Emanuela e di Mirella Gregori siano stati decisi e eseguiti dal Governo vaticano, tramite uomini del Servizio segreto vaticano vicini al Papa.
Agca afferma che i rapimenti siano stati orchestrati da alti prelati all’interno dei servizi vaticani e che Emanuela è stata presa in consegna da alcune suore sin dall’inizio.
L’attentatore afferma di conoscere la verità su Emanuela grazie a un Padre spagnolo che lo ha visitato in Italia e a Istanbul, un religioso che conosce i misteri del mondo e che non mente.
È grazie alla determinazione della famiglia Orlandi che il Vaticano ha deciso di riprendere le indagini, definendo l’atto come dovuto dopo le denunce e le richieste presentate negli anni dalla famiglia.
La riapertura delle indagini offre ora speranze concrete di fare luce sui destini di Emanuela e forse anche di Mirella Gregori, presumibilmente legati alla sua scomparsa
Secondo il fratello di Emanuela Orlandi, Pietro, non esisterebbe alcun collegamento tra i casi di Emanuela e Mirella Gregorio. Pietro Orlandi ha rivelato nuovi elementi che potrebbero portare a una svolta nella ricerca della verità sulla scomparsa della sorella.
Ha fatto appello alla collaborazione di persone che lavorano in Vaticano e che potrebbero avere informazioni cruciali: “Abbiamo bisogno di loro”, ha dichiarato.
Si è anche accennato al coinvolgimento di papa Francesco, indicato come a conoscenza della verità su Emanuela, secondo chat WhatsApp di persone vicine al Pontefice.
L’idea che un giorno la Chiesa debba chiedere scusa e che la verità non possa essere fermata, anche se difesa da una sola persona, è stata ribadita.
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