Emergenza a Gaza: Il lavoro di Medici Senza Frontiere dopo la guerra

Davanti alla nostra clinica a Rafah, abbiamo assistito a un bambino che giocava con un ordigno. Nonostante il silenzio delle bombe, i pericoli persistono in questa zona – afferma Pascale Coissard, coordinatore dell’emergenza a Gaza per Medici Senza Frontiere.
Sham, paziente di Medici Senza Frontiere a Gaza, è il volto di uno dei tanti casi che vengono curati quotidianamente nell’area. Le gravi ustioni alle mani e ai piedi che porta sono dovute al bombardamento che ha colpito la sua abitazione.
Gaza, dopo 15 mesi di guerra, si presenta come un territorio devastato, ridotto a detriti. Con 1,9 milioni di persone sfollate e il 70% degli edifici distrutti o danneggiati, la situazione è drammatica. Tra i danni subiti, oltre la metà degli ospedali è stata colpita.
Nonostante le difficoltà, Medici Senza Frontiere continua a operare a Gaza e in Cisgiordania per garantire farmaci e cure urgenti agli ospedali, oltre a fornire coperte, materassi e acqua pulita alla popolazione. Questo impegno è possibile solo grazie al sostegno della comunità.
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