TV denuncia
1:36 pm, 23 Marzo 24 calendario
4 minuti di lettura lettura

“Auto-Difesa”: Crisi e Soluzioni nell’Industria Automobilistica e del Lusso in Italia

Di: Niccolò Mei
condividi

“Auto-Difesa”: Crisi e Soluzioni nell’Industria Automobilistica e del Lusso in Italia

Presadiretta inizia il racconto dell'”auto-difesa” a Detroit, dove l’industria automobilistica è il fulcro dell’economia e dove il 15 settembre 2023 è stato indetto uno sciopero cruciale. La protesta ha coinvolto circa 50.000 lavoratori di Ford, General Motors e Stellantis, culminando in un accordo per l’aumento degli stipendi. Anche gli operai di Mirafiori e della Lear stanno cercando di difendersi, poiché il calo della produzione rischia di mettere a rischio molti posti di lavoro.

A Torino, ex capitale dell’auto, si assiste al braccio di ferro tra il governo e Stellantis, l’unico grande produttore rimasto in Italia. Il governo accusa il gruppo di privilegiare la produzione in Francia, mentre Stellantis chiede investimenti pubblici, incentivi per le auto elettriche e sconti sull’energia, minacciando tagli e chiusure. Presadiretta si è recata a Pomigliano, dove viene prodotta la Panda, ma il futuro elettrico del modello potrebbe avere impatti sui posti di lavoro in Campania.

Nel settore della lingerie di lusso, le lavoratrici de La Perla di Bologna stanno lottando per difendersi dopo il crollo della produzione seguito all’acquisto dell’azienda nel 2018. La chiusura è una minaccia imminente. La soluzione alla crisi potrebbe arrivare da modelli come la “settimana corta”, con aziende come Luxottica e Lamborghini in Italia e 41 aziende in Portogallo che valutano la riduzione a quattro giorni lavorativi senza diminuzione dello stipendio come strada per migliorare la produzione.

“Abbiamo scelto di dedicare attenzione all’azienda bolognese La Perla poiché sin da subito abbiamo riconosciuto le ipocrisie e le contraddizioni legate alla mancanza di solide politiche industriali e del lavoro in Italia”, dichiara l’inviato del programma Giuseppe Laganà. “Sono stato a Bologna per documentare la protesta delle lavoratrici, in Inghilterra sulle tracce del fondo finanziario Tennor, e a Valadares, in Portogallo, dove è ubicata la grande fabbrica de La Perla portoghese. All’arrivo, di fronte ai cancelli chiusi, un centinaio di lavoratrici ci attendevano, sottolineando che eravamo la prima televisione a interessarsi alla loro situazione”, aggiunge Laganà.

“Si parla spesso dell’importanza del lavoro femminile, e con La Perla rischiamo di perdere un’azienda composta per il 95% da donne altamente specializzate nella creazione di prodotti di lusso, simbolo di eleganza e femminilità nel mondo. Si discute del valore della produzione e della manifattura nazionale, ma lasciamo che un fondo finanziario consumi lentamente questa azienda, privandola persino di un piano industriale a 5 anni dall’acquisizione”, continua Laganà.

“Oggi le lavoratrici de La Perla attendono la cassa integrazione straordinaria, essendo senza stipendio da ottobre. La sopravvivenza di questa industria cruciale è legata al destino di un marchio trasferito dall’Italia a Londra, gestito attualmente da liquidatori inglesi e soggetto alle leggi britanniche. Una sindacalista portoghese, di fronte alla fabbrica chiusa de La Perla in Portogallo, con lacrime agli occhi mi ha detto: ‘Questo è un capitalismo senza patria, senza rispetto per chi lavora’”, conclude Giuseppe Laganà.

23 Marzo 2024 ( modificato il 24 Marzo 2024 | 13:45 )
© RIPRODUZIONE RISERVATA