Numero due di Hamas ucciso in raid a Beirut
Nel cuore del Libano, il conflitto tra Israele e Hamas si intensifica. Un’esplosione devastante in un distretto marginale di Beirut ha mietuto sei vittime. Tra gli obiettivi, un’agenzia di Hamas, dove si trovava Saleh Al-Arouri, vice capo dell’ufficio politico del gruppo, insieme a due comandanti delle Brigate Qassam. L’entità palestinese imputa a Israele l’uso di droni per l’attacco, benché tale nazione non abbia rivendicato l’evento. Danny Danon, esponente del Likud e partito del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, ha lodato le forze di sicurezza, mentre Yossi Fuchs, segretario di gabinetto di Israele, ha intimato ai ministri di astenersi dal discutere pubblicamente del presunto assalto. Anche fonti della Difesa statunitense hanno attribuito a Israele la responsabilità del raid. Mark Regev, consigliere di Netanyahu, ha dichiarato che l’azione, che ha portato alla morte di Al-Arouri, era un “attacco chirurgico” contro i vertici di Hamas, non un assalto allo Stato libanese.
Saleh Al-Arouri, 57 anni, era ritenuto il comandante de facto dell’ala militare di Hamas in Cisgiordania e già nel mirino di Israele prima degli attacchi del 7 ottobre. Hamas ha proclamato che gli assassinii perpetrati dall’occupante sionista non infrangeranno lo spirito o la resistenza del popolo palestinese. La Jihad islamica ha avvertito che Israele “pagherà il prezzo dei suoi crimini”. Il primo ministro libanese, Najib Mikati, ha denunciato l’uccisione di Al-Arouri come un tentativo di trascinare il Libano in nuovi conflitti, mentre si attende un discorso di Hassan Nasrallah, leader di Hezbollah, che ha promesso una risposta “decisiva” a qualsiasi assassinio sul suolo libanese.
Nel frattempo, la Striscia di Gaza è teatro di incessanti scontri. Israele ha annunciato la conquista di un’altra roccaforte di Hamas a Gaza City. Il ministro della Difesa israeliano, Yoav Gallant, ha smentito qualsiasi interruzione della campagna contro Hamas. Per quanto riguarda gli ostaggi in mano a Hamas, il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, ha riferito che le trattative proseguono, ma Ismail Haniyeh, leader di Hamas, insiste che il rilascio avverrà solo “alle condizioni della resistenza palestinese”. Israele ha inoltre annunciato l’intenzione di difendersi dalle accuse di genocidio presentate dal Sudafrica alla Corte penale internazionale dell’Aja, relative all’offensiva nella Striscia di Gaza. Eylon Levy, portavoce del governo israeliano, ha criticato il Sudafrica per il suo sostegno a Hamas, definendo le accuse “assurde calunnie”.
Fonte e foto LaPresse
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