2:49 pm, 30 Dicembre 23 calendario

Conti correnti degli italiani colpiti da una diminuzione di 152 miliardi di euro in un anno

Di: Redazione Metrotoday
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Un report del Centro studio di Unimpresa evidenzia come i conti correnti degli italiani siano stati colpiti dall’inflazione e dal caro-vita. Nel corso dell’ultimo anno, il saldo totale dei depositi bancari di famiglie e imprese è diminuito di 152 miliardi di euro, passando da 1.452 miliardi a 1.300 miliardi, con una riduzione del 10,5%. Questo calo è stato causato dall’aumento dell’inflazione che ha costretto le famiglie a utilizzare i propri risparmi per far fronte all’aumento dei prezzi, e dall’incremento dei tassi di interesse sui prestiti, che ha spinto le imprese a utilizzare le loro riserve bancarie invece di indebitarsi.

Il report evidenzia inoltre che una parte dei soldi presenti sui conti correnti, circa 85 miliardi di euro, è stata spostata verso depositi bancari che offrono tassi di remunerazione superiori al 3%, mentre sui conti correnti la media è inferiore all’1%.

“L’inflazione è la peggiore e la più ingiusta delle tasse: colpisce soprattutto le fasce più deboli della popolazione e limita la capacità delle imprese di investire per crescere”, commenta il presidente di Unimpresa, Giovanna Ferrara. Secondo il report, i depositi dei privati sono diminuiti di 78 miliardi di euro (-4,5%), passando da 1.701 miliardi a 1.623 miliardi, mentre le riserve delle famiglie sono scese di 66 miliardi (-5,6%), da 1.170 miliardi a 1.104 miliardi.

I salvadanai delle aziende sono diminuiti di 7 miliardi (-1,7%), da 409 a 402 miliardi, mentre quelli delle imprese familiari sono calati di 5 miliardi (-5,7%), da 87 miliardi a 82 miliardi. Per quanto riguarda le onlus, invece, il saldo è rimasto invariato a 35 miliardi.

La diminuzione complessiva dei conti correnti è stata di 152 miliardi di euro, rappresentando una riduzione del 10,5%. Questo calo è stato causato dall’utilizzo delle riserve da parte delle famiglie e delle imprese per far fronte all’aumento dei prezzi e all’incremento dei tassi d’interesse sui prestiti. Inoltre, una parte della liquidità è stata spostata su strumenti bancari che offrono una maggiore remunerazione. Circa 84 miliardi di euro sono stati destinati a depositi con durata prestabilita e a quelli rimborsabili con preavviso, mentre i restanti 78 miliardi sono stati utilizzati da famiglie e imprese per difendersi dall’inflazione e dai tassi alti.

Secondo gli analisti del Centro studi di Unimpresa, la riduzione dell’inflazione non ha comportato una diminuzione dei prezzi, ma solo una riduzione della pendenza della curva dei prezzi. I prezzi continuano a salire e questo ha un impatto negativo immediato sulle famiglie e sulle imprese, le cui riserve sono meno abbondanti rispetto al passato. Questa situazione mette in difficoltà anche il settore bancario, che avrà meno liquidità per concedere credito alla clientela.

fonti e foto La Presse

30 Dicembre 2023
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