Chiara Petrolini: doppio infanticidio di Traversetolo

Il caso di Chiara Petrolini rappresenta uno degli episodi più sconcertanti della cronaca italiana recente, che ha coinvolto la piccola comunità di Traversetolo, in provincia di Parma. La giovane, ora ventiduenne, è accusata di duplice omicidio premeditato e soppressione dei cadaveri dei suoi due figli neonati, un caso che ha suscitato profondo sconcerto nell’opinione pubblica e interesse da parte degli esperti di criminologia.
Durante la prima udienza del dibattimento, la Corte d’Assise ha accolto la richiesta della difesa di disporre una perizia psichiatrica sulla capacità di intendere e di volere dell’imputata al momento dei fatti. La valutazione peritale si concentrerà anche sulla possibile pericolosità sociale della giovane.
Il 30 giugno 2025 ha preso avvio presso la Corte di Assise di Parma il procedimento penale nei confronti di Chiara Petrolini, giovane donna di 22 anni originaria di Vignale di Traversetolo. L’imputata deve rispondere delle gravi accuse di duplice omicidio volontario con premeditazione e occultamento di cadavere relativamente alla morte di due bambini appena venuti al mondo.
L’avvocato difensore, Nicola Tria, ha evidenziato come lo specialista che ha seguito la giovane abbia diagnosticato un “disturbo della personalità con stato dissociativo”. Il legale ha inoltre sottolineato l’elemento peculiare di questa vicenda: l’assoluta inconsapevolezza dell’ambiente circostante riguardo alle gravidanze, dovuta all’assenza di segni fisici evidenti.
Come sono partite le indagini su Chiara Petrolini
Le indagini su Chiara Petrolini sono iniziate il 9 agosto 2024, quando nel giardino della sua abitazione di Vignale di Traversetolo venne scoperto il cadavere di un neonato. La giovane è stata accusata dopo il ritrovamento nel suo giardino di casa, il 9 agosto, del cadavere di un neonato, poi risultato da lei partorito due giorni prima. Il ritrovamento del primo corpicino ha rappresentato l’inizio di un’inchiesta che avrebbe portato alla luce una realtà molto più complessa.
Gli investigatori hanno immediatamente avviato gli esami del DNA sul piccolo cadavere per risalire all’identità della madre. Durante questo periodo, i genitori di Chiara si trovavano negli Stati Uniti per una vacanza e, nonostante fossero stati avvertiti del ritrovamento, decisero di non rientrare immediatamente in Italia, tornando solo il 19 agosto al termine del loro soggiorno.
Come è stata scoperta Chiara Petrolini e chi ha trovato i bambini
La scoperta del coinvolgimento di Chiara Petrolini è avvenuta attraverso un’accurata analisi scientifica. I risultati del test del DNA hanno definitivamente collegato la giovane al neonato trovato nel giardino, portando le autorità a concentrare le indagini su di lei. Le indagini sono proseguite e in seguito sono state trovate, sempre nel giardino, le ossa di un altro bimbo nato a maggio 2023.
Il secondo ritrovamento è stato possibile grazie all’intensificarsi delle ricerche nell’area della proprietà di famiglia. Gli investigatori hanno scoperto i resti di un altro neonato, risalente a maggio 2023, sepolto nella stessa area del giardino. Questo secondo rinvenimento ha trasformato il caso da un singolo episodio a un doppio infanticidio, rivelando un pattern comportamentale che si era ripetuto nel tempo.
La storia di Chiara Petrolini e la sua famiglia
Chiara Petrolini proveniva da una famiglia apparentemente normale di Traversetolo. I genitori di Chiara Petrolini, secondo le ricostruzioni, non erano a conoscenza delle gravidanze della figlia. La giovane era riuscita a nascondere entrambe le gravidanze, portandole a termine in completa segretezza. Secondo quanto emerge dalle analisi effettuate sui resti del piccolo, rivenuti a fine estate nel giardino della casa di Vignale di Traversetolo, dove la giovane ora agli arresti domiciliari viveva con i suoi genitori, il piccolo sarebbe nato vivo e poi ucciso tagliando il cordone ombelicale.
Il padre e la madre di Chiara Petrolini hanno vissuto uno shock profondo alla scoperta dei fatti. La capacità della giovane di nascondere due gravidanze consecutive ha sollevato interrogativi sulla dinamica familiare e sui rapporti interpersonali all’interno della casa. Le indagini hanno rivelato come Chiara fosse riuscita a mantenere una vita apparentemente normale, continuando le sue attività quotidiane senza destare sospetti.
Il fidanzato di Chiara Petrolini e le relazioni personali
Il fidanzato di Chiara Petrolini, identificato come Samuel, è emerso come figura chiave nelle indagini. Chiara, camicetta celeste e volto segnato, ascolta in silenzio l’accusa che la descrive come fredda, lucida, premeditatrice. Durante il processo, l’ex fidanzato è stato chiamato come testimone, ponendo domande cruciali sulla vera natura della personalità di Chiara.
Le testimonianze raccolte hanno rivelato come la giovane fosse riuscita a mantenere relazioni apparentemente normali, continuando a frequentare amici e fidanzato senza mai rivelare la sua condizione. Questo aspetto del caso ha particolare rilevanza criminologica, poiché dimostra una capacità di dissimulazione e controllo emotivo che caratterizza spesso i casi di infanticidio premeditato.
L’aspetto criminologico del caso
Dal punto di vista criminologico, il caso di Chiara Petrolini presenta elementi tipici dell’infanticidio neonatale. La ragazza – che dopo aver indotto il parto del secondo figlio, avergli tagliato il cordone ombelicale, lo aveva seppellito – è accusata di aver ucciso con premeditazione e sepolto entrambi i neonati, nel giardino di casa. Il primo parto è del 12 maggio 2023, il secondo del 7 agosto 2024.
La premeditazione è emersa dalle ricerche effettuate online dalla giovane, che aveva cercato informazioni su come disfarsi di un cadavere e sui tempi di decomposizione. Poche ore dopo aver partorito nel bagno di casa Chiara Petrolini cercava su Internet: “Dopo quanto puzza un cadavere”. Questi elementi hanno portato la Procura di Parma a configurare il reato come omicidio volontario premeditato piuttosto che come infanticidio, che avrebbe comportato pene più lievi.
La perizia psichiatrica disposta dalla Corte d’Assise sarà fondamentale per comprendere lo stato mentale della giovane al momento dei fatti e valutare la sua capacità di intendere e volere. Il caso continua a rappresentare un punto di riferimento per gli studi criminologici sull’infanticidio e sui meccanismi psicologici che possono portare una madre a commettere tali atti.
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