12:29 pm, 15 Maggio 25 calendario

Il caffè fa male al fegato? La scienza ribalta il pregiudizio

Di: Redazione Metrotoday
il caffè fa male al fegato
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Per anni i nonni ci hanno tramandato l’idea che il caffè fa male al fegato, specialmente se consumato in grandi quantità o in presenza di patologie epatiche. Tuttavia, numerosi studi scientifici recenti hanno completamente ribaltato questa credenza, dimostrando come il consumo moderato di caffè possa avere effetti protettivi sul fegato, riducendo il rischio di gravi malattie epatiche.

Cosa dice la ricerca scientifica sull’effetto del caffè sul fegato

L’Istituto Superiore di Sanità ha chiaramente affermato che il caffè, se assunto in quantità moderate, non solo non danneggia il fegato, ma può addirittura aiutarlo a funzionare meglio. Alcune ricerche hanno dimostrato che bere dalle due alle tre tazzine di caffè al giorno può ridurre il rischio di sviluppare patologie croniche come la cirrosi epatica o l’epatocarcinoma, grazie all’azione di composti antiossidanti presenti naturalmente nella bevanda.

Tra i principali beneficiari di questi effetti positivi ci sono anche i soggetti affetti da steatosi epatica non alcolica (NAFLD), una patologia in crescita legata spesso a sovrappeso, obesità e diabete. Studi condotti in Portogallo e pubblicati su riviste scientifiche internazionali hanno evidenziato che il caffè aiuta a rallentare la progressione della malattia, migliorando il metabolismo epatico e riducendo l’infiammazione cellulare.

Quali sono i principi attivi presenti nel caffè

Tra i principali responsabili di questi benefici vi sono la caffeina e l’acido clorogenico, due composti naturali del caffè che agiscono come potenti antiossidanti. Essi sono in grado di contrastare lo stress ossidativo, una delle principali cause di danno alle cellule epatiche. Inoltre, contribuiscono a migliorare la sensibilità insulinica e a ridurre i livelli di grasso accumulato nel fegato.

Da sottolineare che anche il caffè decaffeinato mostra benefici simili, il che suggerisce che non sia solo la caffeina a esercitare un effetto protettivo, ma un insieme di molecole bioattive che lavorano in sinergia.

L’importanza della moderazione della caffeina

Nonostante gli effetti positivi confermati dalla comunità scientifica, è sempre consigliabile non eccedere. La dose ideale, secondo le linee guida internazionali e l’ISS, è di circa 2-3 tazzine al giorno. Superare questa soglia potrebbe provocare effetti indesiderati come insonnia, tachicardia o disturbi gastrici, soprattutto nei soggetti più sensibili alla caffeina.

È inoltre fondamentale ricordare che il caffè non può essere considerato un “farmaco” per il fegato, ma un alleato all’interno di uno stile di vita sano. Una dieta equilibrata, l’attività fisica costante e l’astensione da alcol e fumo restano elementi centrali per la salute epatica.

Alla luce delle più recenti evidenze scientifiche, si può affermare con sicurezza che il caffè, consumato con moderazione, non fa male al fegato. Anzi, può rappresentare un prezioso strumento di prevenzione per alcune tra le più comuni patologie epatiche. Lontano dal mito del “nemico della salute”, il caffè si conferma invece un amico fidato del nostro benessere quotidiano.

15 Maggio 2025
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