8:20 am, 27 Ottobre 25 calendario

9M730 Burevestnik: il missile nucleare russo “unico al mondo”

Di: Redazione Metrotoday
condividi

 Un’arma al centro dello scacchiere globale

Con una dichiarazione che segna un salto di tono nel linguaggio della deterrenza strategica, il presidente Vladimir Putin ha annunciato che le forze armate russe hanno completato con successo «i test decisivi» del missile da crociera a propulsione nucleare Burevestnik – noto anche all’estero come SSC-X-9 Skyfall – definendolo “un’arma unica al mondo, che nessun altro Paese possiede”.

La notizia, resa pubblica ieri, entra in un momento ad alta tensione per la Russia, impegnata su più fronti, e porta con sé una serie di implicazioni tecniche, geopolitiche e militari di grande portata.

Un annuncio e i numeri che impressionano

Durante un incontro con alti vertici militari, Putin ha ascoltato il capo di stato-maggiore, Valery Gerasimov, riferire che nel test del 21 ottobre il Burevestnik ha volato per circa 14.000 km (8.700 miglia) in circa 15 ore.

I media russi sottolineano che «questo non è il limite raggiunto», suggerendo che il missile dispone di un’autonomia ancora superiore. Il presidente russo ha subito ordinato l’allestimento dell’«infrastruttura per metterlo in servizio nelle Forze Armate».

Secondo quanto riportato, il missile unisce la capacità di trasportare testata nucleare con una propulsione nucleare che gli permetterebbe di eseguire traiettorie imprevedibili, volare a bassa quota e aggirare le difese antimissilistiche attuali.

Le radici del programma e le sfide tecniche

Il progetto Burevestnik fu annunciato dallo stesso Putin nel marzo 2018, all’interno di una serie di nuove armi strategiche russe. Il suo scopo: schematizzare una risposta russa alla supremazia globale degli Stati Uniti in ambito missilistico e difensivo.

Tuttavia, il programma non è privo di scogli. Nel 2019 una prova fallita provocò un’esplosione nella zona della costa della Russia settentrionale e fu segnalato un aumento temporaneo della radioattività: cinque persone persero la vita nel corso della missione di recupero.

Gli esperti occidentali hanno più volte messo in dubbio la piena operatività del sistema, evidenziando vulnerabilità legate alla velocità subsonica, alla complessità tecnica e al problema delle emissioni radioattive.

Perché il lancio ora e cosa significa

La resa pubblica del test nel 2025 arriva in un momento strategico per Mosca: la guerra in Ucraina entra in una fase prolungata, le sanzioni occidentali si consolidano, e il Cremlino ha interesse a mostrare segnali di forza, deterrenza e autonomia strategica. L’annuncio del missile sembra avere dunque una dimensione simbolica oltre che tecnica.

In questo senso l’affermazione «sarà messo in servizio» assume una valenza politica destinata anche all’esterno: un monito diretto alla NATO e agli Stati Uniti, che vedono nella Russia un interlocutore sempre più aggressivo e tecnologicamente avanzato.

Le implicazioni strategiche e le incognite

Deterrenza e seconda colpo: Con un’arma che può teoricamente colpire da “qualsiasi angolo” del globo, la Russia mira ad ampliare la propria capacità di seconda colpo nucleare, rendendo meno efficace qualsiasi difesa missilistica occidentale.

Rivoluzione missilistica?: Se confermate, le caratteristiche del Burevestnik (volo protratto, traiettoria imprevedibile, propulsione nucleare) rappresenterebbero un salto tecnologico: da sistemi balistici prevedibili a missili da crociera strategici che difficilmente possono essere intercettati.

Sicurezza ambientale e rischio tecnico: Rimane aperta la questione delle emissioni radioattive in volo, del controllo e della manutenzione di un reattore miniaturizzato e della sostenibilità operativa di un sistema tanto complesso. Alcuni esperti la definiscono «arma da uso altamente rischioso».

Effetto sulla corsa agli armamenti: L’annuncio potrebbe riaccendere una spirale di corsa missilistica: gli Stati Uniti e l’Europa potrebbero essere costretti ad aggiornare difese antimissile e a rivedere trattati di controllo degli armamenti, come il New START o possibili nuovi accordi. La Russia stessa ha suggerito che potrebbe revocare trattati sul divieto di test nucleari.

L’Europa, pur non essendo firmataria di trattati come quelli bilaterali Usa-Russia, ne subirà indirettamente gli effetti: un missile con queste caratteristiche riduce la distanza tra la deterrenza strategica e lo scenario operativo europeo. Paesi come l’Italia si trovano così a dover valutare un nuovo contesto in cui la soglia dell’intervento nucleare si abbassa e la dimensione aerospaziale e missilistica assume un ruolo più centrale.

Una mossa che rimette tutti sul tavolo

L’annuncio del missile Burevestnik rappresenta più di un test: è un messaggio geopolitico, una scommessa tecnologica e una sfida per l’equilibrio internazionale. Per la Russia significa un tentativo di ritornare pienamente padrone della dimensione strategica globale; per l’Occidente, un monito a non dare per scontata la supremazia missilistica.

Se il sistema sarà veramente operativo, il mondo dovrà ricalcolare non solo la deterrenza nucleare bensì l’intera grammatica della guerra tecnologica e missilistica. In assenza di ciò, si tratterà comunque di una mossa di prestigio che rilancia la Russia come potenza “avanzata” e costringe gli alleati occidentali e europei a rispondere.

27 Ottobre 2025 ( modificato il 26 Ottobre 2025 | 16:29 )
© RIPRODUZIONE RISERVATA