Nuovo corso nell’“affare” del delitto di Garlasco
Misurazioni antropometriche per Andrea Sempio, l’unico indagato della nuova inchiesta della Procura di Pavia
Sono passati ormai 18 anni dal drammatico 13 agosto 2007: in quella data a Garlasco (PV) la 26enne Chiara Poggi fu brutalmente uccisa nella villetta di via Pascoli. Per lungo tempo il processo portò alla condanna definitiva di Alberto Stasi, fidanzato della vittima, a 16 anni di reclusione. Ma gli ultimi sviluppi — dopo decenni di studio, perizie, ipotesi e revisioni — indicano che la storia forse deve essere riscritta.
La Procura di Pavia ha disposto che Andrea Sempio—ampiamente frequentatore della casa Poggi all’epoca dei fatti, amico del fratello di Chiara—venisse convocato presso l’Istituto di Medicina Legale di Milano (via Mangiagalli) per sottoporsi a misurazioni antropometriche. Statura, peso, arti superiori, piedi e caviglie: dati che — viene spiegato — dovranno essere messi a confronto con la rivalutazione delle lesioni sul corpo di Chiara e con l’analisi delle macchie di sangue condotta dal RIS di Cagliari.

Il perché del rilievo antropometrico
L’affidamento a tecnici della dottoressa Cristina Cattaneo — antropologa forense incaricata dalla Procura — chiarisce che l’obiettivo è determinare se la “taglia” corporea dell’indagato possa essere coerente con quei reperti che, fin dal 2007, non sono stati pienamente spiegati. Ad esempio: la compatibilità della misura del piede o della caviglia con le impronte trovate — all’epoca repertate ma ritenute o irrilevanti o non attribuibili — nella casa della vittima.
È un passaggio tecnico, certo, ma che fotografa quanto l’indagine abbia spostato il suo asse: da un processo già chiuso – la condanna di Stasi – a uno scenario di revisione, in cui nuovi elementi emergono, nuove domande vengono poste, e la posizione di Sempio torna centrale.
Chi è Andrea Sempio? Oggi 37enne (all’epoca dei fatti era diciannovenne), impiegato, frequentatore della casa Poggi, amico del fratello della vittima. Già indagato in passato – la sua posizione era stata archiviata nel 2017 – ora risulta nuovamente indagato dalla Procura di Pavia per omicidio in concorso con ignoti o con Stasi.
La notifica dell’avviso di garanzia e l’avvio dei primi accertamenti sono avvenuti nei primi mesi del 2025. Il motivo è che alcune nuove consulenze genetiche — relative al DNA reperito sotto le unghie della vittima — hanno indicato una possibile corrispondenza con il profilo di Sempio.

I passaggi più rilevanti dell’inchiesta
Nel 2015, Alberto Stasi venne condannato in via definitiva per l’omicidio di Chiara Poggi.
Nel 2016-17, la posizione di Sempio venne archiviata: gli indizi disponibili non erano considerati sufficienti.
Il fascicolo riapre: la decisione della Cassazione autorizza la Procura di Pavia a procedere nonostante la precedente archiviazione.
Nuovi rilievi sulle impronte digitali e sulle tracce repertate (riprese dallo stato degli oggetti repertati nella villetta) vengono disposti.
Ora, le misurazioni antropometriche: un aspetto “fisico”, concreto, che mira a collegare la “taglia” dell’indagato a elementi materiali rinvenuti sul luogo del delitto. Un rilievo spesso utilizzato in casi di omicidio per stabilire se la corporatura, la postura o il passo della persona indagata potessero consentire certe azioni.
L’elemento genetico (DNA) resta ancora cardine. Ma l’antropometria serve proprio a integrare: non basta un profilo genetico, va chiarito anche come e se l’azione sia stata possibile.
Per la famiglia della vittima e per l’opinione pubblica, si tratta dell’ennesima “apertura” dopo un processo ritenuto chiuso da anni: l’angoscia di una verità che tarda, i dubbi che tornano, la speranza di una giustizia piena.
Per Sempio, il momento è delicatissimo: “non abbiamo nulla da nascondere”, afferma il suo consulente. Ma l’essere unico indagato della nuova fase lo pone al centro dell’interesse mediatico e investigativo.
L’inchiesta sul delitto di Garlasco è nota per le sue molteplici svolte e controversie: dalla condanna di Stasi alle richieste di revisione, fino all’archiviazione e alla riapertura.
Il fatto che dopo quasi due decenni si torni a investigare in modo così sistematico è frutto di diversi elementi che convergono:
L’evoluzione delle tecniche di analisi genetica: ciò che 10-15 anni fa era marginale oggi può diventare decisivo.
Il ritrovamento o la rivalutazione di tracce e reperti che all’epoca non vollero dire molto, ma ora sono rimesse “in gioco”.
La volontà della Procura di Pavia di chiarire tutti i punti oscuri del caso: ad esempio, la compatibilità delle impronte, del passo, della scarpa, della corporatura degli indagati.
Il forte interesse mediatico e sociale: il delitto di Garlasco è diventato simbolo di “processo lungo, inchiesta complessa, verità sempre un po’ sfumata”.

Nel frattempo la famiglia di Chiara Poggi è chiamata nuovamente a rivivere un trauma, quello della speranza di un’assoluta chiarezza. L’indagine, come si è visto, si muove su binari tecnici (DNA, impronte, antropometria) ma dietro ci sono ricordi, dolore, domande senza risposta da anni.
L’ipotesi centrale dell’inchiesta – che Sempio abbia avuto un ruolo nell’omicidio in concorso con ignoti o con Stasi – si fonda su un nucleo di elementi che ora si stanno approfondendo.
Certo è che una singola misura o un solo risultato non basterà: la Procura dovrà costruire un quadro complessivo, coerente, convincente. In caso contrario potrebbe riproporsi l’archiviazione.
La vicenda va oltre un semplice caso di cronaca: rappresenta un banco di prova per il sistema investigativo italiano, per le tecniche forensi, per la capacità di dare risposta definitiva a un delitto che ha segnato l’immaginario collettivo.
Se l’indagine condurrà a un nuovo processo, sarà un evento delicato: la condanna di Stasi non verrebbe automaticamente ribaltata (salvo decisioni dei tribunali), ma di certo l’impianto processuale verrebbe messo in discussione.
Se invece si arrivasse all’archiviazione, resteranno di nuovo aperte le domande, la famiglia Poggi e l’opinione pubblica dovranno fare i conti con una conclusione che – ancora una volta – lascia spazi di incertezza.

In questo autunno del 2025, il “rilievo antropometrico” su Andrea Sempio segna un momento di svolta nel lungo caso della morte di Chiara Poggi. Misurare il corpo, confrontarlo con la scena, analizzare le tracce: sono passaggi che attingono al cuore della scienza forense, e che indicano la volontà della Procura di Pavia di non lasciare nulla di intentato.
Ma al contempo ricordano che la verità non è mai semplice, che il tempo dilata le complesse maglie dell’indagine, e che per chi aspetta — la famiglia, gli amici, la comunità — ogni passo avanti è carico di speranza e di paura.
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